Cronaca
Due tartarughe marine accomunate da un tragico destino
Liberate entrambe nel 2017, si sono spiaggiate fra Tel Aviv e Barletta. Salvemini: «Un grosso danno»
Molfetta - giovedì 16 settembre 2021
20.16
Due caretta caretta accomunate da un tragico destino. Sì, parliamo di due tartarughe marine liberate ambedue nel 2017. La prima, un esemplare femmina di circa 70 centimetri di lunghezza carapace, è stata gestita dal centro tartarughe marine di Molfetta, gestito dai soci del WWF, e liberata a Bisceglie nel novembre 2017.
Quest'animale, dopo aver navigato per oltre 4 anni e dopo avere macinato migliaia di chilometri, il mese scorso è stato trovato privo di vita su una spiaggia vicino Tel Aviv, una città israeliana situata sulla costa del mare Mediterraneo. Un gruppo di ricercatori locali ha provveduto a recuperare la carcassa prima di sottoporla ad un esame necroscopico. «Nei prossimi giorni - fa sapere Pasquale Salvemini, referente regionale del WWF - conosceremo le cause della sua dipartita».
La seconda, invece, un'altra femmina di 83 centimetri di lunghezza carapace, liberata da Archelon di Atene a settembre 2017 mentre la stessa tartaruga, sempre della specie caretta caretta, era intenta a deporre le uova lungo spiagge del golfo di Kyparissia, sulla costa occidentale del Peloponneso, nella Grecia meridionale, si è arenata sul litorale di Barletta, a Ponente. «Considerando la sua maturità - dice ancora l'animalista molfettese - speriamo sia riuscita a deporre le uova».
Per Salvemini «purtroppo, dal punto di vista della conservazione, il decesso di questi esemplari molto grandi è sempre un grosso danno. Guardando l'esemplare dall'esterno - termina - quasi certamente la morte è ascrivibile a fattori antropici», come la presenza di rifiuti plastici e la cattura accidentale nelle reti da pesca.
Quest'animale, dopo aver navigato per oltre 4 anni e dopo avere macinato migliaia di chilometri, il mese scorso è stato trovato privo di vita su una spiaggia vicino Tel Aviv, una città israeliana situata sulla costa del mare Mediterraneo. Un gruppo di ricercatori locali ha provveduto a recuperare la carcassa prima di sottoporla ad un esame necroscopico. «Nei prossimi giorni - fa sapere Pasquale Salvemini, referente regionale del WWF - conosceremo le cause della sua dipartita».
La seconda, invece, un'altra femmina di 83 centimetri di lunghezza carapace, liberata da Archelon di Atene a settembre 2017 mentre la stessa tartaruga, sempre della specie caretta caretta, era intenta a deporre le uova lungo spiagge del golfo di Kyparissia, sulla costa occidentale del Peloponneso, nella Grecia meridionale, si è arenata sul litorale di Barletta, a Ponente. «Considerando la sua maturità - dice ancora l'animalista molfettese - speriamo sia riuscita a deporre le uova».
Per Salvemini «purtroppo, dal punto di vista della conservazione, il decesso di questi esemplari molto grandi è sempre un grosso danno. Guardando l'esemplare dall'esterno - termina - quasi certamente la morte è ascrivibile a fattori antropici», come la presenza di rifiuti plastici e la cattura accidentale nelle reti da pesca.