Due molfettesi alla conquista di Capo Nord: la storia di Giovanni Abbattista e Luigi Panunzio
Hanno partecipato a un evento internazionale che ha visto la partecipazione di 350 atleti
Molfetta - sabato 7 settembre 2024
09.00
I molfettesi Giovanni Abbattista e Luigi Panunzio, atleti tesserati per il Velo Club Molfetta, hanno portato a compimento una vera impresa completando nel tempo a loro disposizione la settima Edizione della North Cape 4000.
Si tratta di un evento internazionale che ha visto la partecipazione di 350 atleti provenienti da 44 paesi di tutto il mondo. L'evento è partito il 20 luglio da Rovereto e gli atleti, in completa autonomia ed in bikepacking (con bagagli al seguito), avevano a disposizione 22 giorni per arrivare a Capo Nord percorrendo 4.160 Km, con un dislivello di oltre 30.000 mt, attraverso sette nazioni, dopo l'Italia, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia.
Il termine ultimo per arrivare nel tempo assegnato e conseguire il prezioso titolo di "Finisher", quest'anno ottenuto solo da 180 partecipanti, era il 10 agosto e gli atleti molfettesi, dopo aver raggiunto i quattro Gate a Monaco, Berlino, Copenaghen e Rovaniemi, sono arrivati a Capo Nord l'8 agosto. Giovanni Abbattista, che tentava l'impresa per la seconda volta, avendo l'anno scorso interrotto il percorso ad Oslo a causa di un guasto tecnico al suo navigatore, ha detto di questa avventura: "Capo Nord è una meta iconica, nell'immaginario di ogni ciclista, si dice che sia il viaggio della vita ed ho capito perché. E' una vera sfida alla ricerca dei tuoi limiti, un'esperienza straordinaria che va però oltre la prova fisica e sportiva, perché mette alla prova la tua tenuta mentale, la capacità di affrontare giornalmente ogni tipo di imprevisto, ogni possibile insidia, dal maltempo alla difficoltà di approvvigionarsi e di trovare un alloggio, attraversando aree dove per centinaia di chilometri sei solo con la tua bici immerso nella natura senza trovare anima viva".
"E' anche un'occasione per concentrarsi su se stessi e per riflettere, per guardare il mondo con occhi nuovi. In un tempo in cui la velocità sembra essere un valore, attraversare l'Europa in bicicletta è un atto quasi eversivo, che ti insegna che un modo diverso di vivere è possibile". Luigi Panunzio, alla sua prima edizione, è stato conquistato da questa avventura, dalla bellezza dei luoghi e dagli incontri: "E' una straordinaria occasione per viaggiare e conoscere paesi nuovi, per intrecciare rapporti con persone provenienti da paesi lontanissimi, ma con la comune passione per la bici. Posso dire che i paesi nordici hanno una fascino irresistibile e confesso che quando abbiamo incontrato le renne sulla nostra strada ho provato una grande emozione".
Si tratta di un evento internazionale che ha visto la partecipazione di 350 atleti provenienti da 44 paesi di tutto il mondo. L'evento è partito il 20 luglio da Rovereto e gli atleti, in completa autonomia ed in bikepacking (con bagagli al seguito), avevano a disposizione 22 giorni per arrivare a Capo Nord percorrendo 4.160 Km, con un dislivello di oltre 30.000 mt, attraverso sette nazioni, dopo l'Italia, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia.
Il termine ultimo per arrivare nel tempo assegnato e conseguire il prezioso titolo di "Finisher", quest'anno ottenuto solo da 180 partecipanti, era il 10 agosto e gli atleti molfettesi, dopo aver raggiunto i quattro Gate a Monaco, Berlino, Copenaghen e Rovaniemi, sono arrivati a Capo Nord l'8 agosto. Giovanni Abbattista, che tentava l'impresa per la seconda volta, avendo l'anno scorso interrotto il percorso ad Oslo a causa di un guasto tecnico al suo navigatore, ha detto di questa avventura: "Capo Nord è una meta iconica, nell'immaginario di ogni ciclista, si dice che sia il viaggio della vita ed ho capito perché. E' una vera sfida alla ricerca dei tuoi limiti, un'esperienza straordinaria che va però oltre la prova fisica e sportiva, perché mette alla prova la tua tenuta mentale, la capacità di affrontare giornalmente ogni tipo di imprevisto, ogni possibile insidia, dal maltempo alla difficoltà di approvvigionarsi e di trovare un alloggio, attraversando aree dove per centinaia di chilometri sei solo con la tua bici immerso nella natura senza trovare anima viva".
"E' anche un'occasione per concentrarsi su se stessi e per riflettere, per guardare il mondo con occhi nuovi. In un tempo in cui la velocità sembra essere un valore, attraversare l'Europa in bicicletta è un atto quasi eversivo, che ti insegna che un modo diverso di vivere è possibile". Luigi Panunzio, alla sua prima edizione, è stato conquistato da questa avventura, dalla bellezza dei luoghi e dagli incontri: "E' una straordinaria occasione per viaggiare e conoscere paesi nuovi, per intrecciare rapporti con persone provenienti da paesi lontanissimi, ma con la comune passione per la bici. Posso dire che i paesi nordici hanno una fascino irresistibile e confesso che quando abbiamo incontrato le renne sulla nostra strada ho provato una grande emozione".