Cronaca
Due arresti per usura a Vicenza grazie alla collaborazione dell’Antiracket di Molfetta
L'associazione ha accompagnato la vittima alla denuncia e continuerà a seguirla nel processo
Molfetta - sabato 29 aprile 2017
13.04
Ancora un colpo inferto all'illegalità e nello specifico alla lotta contro l'usura, interessando questa volta l'area nelle province di Vicenza, Padova, Venezia e Trento, ma sempre grazie al lavoro e assistenza alle vittime fornita dalla F.A.I. – Antiracket Molfetta, coordinata dal presidente Renato De Scisciolo con l'ausilio dell'ufficio legale.
Grazie ad un sistema di indagini complesse avviate nell'ottobre del 2016 a seguito della denuncia di un imprenditore veneziano, il Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia ha eseguito un'ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Vicenza con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari per il reato di usura nei confronti di una donna di origine messinese (C.L.), residente a Loria (TV), ed un "commercialista" di origine vicentina (G.R.), residente a Bassano del Grappa (VI). A questo si aggiunge l'esecuzione di undici perquisizioni locali e personali nei confronti dei due soggetti attinti dalle misure cautelari, nonché di altri cinque indagati, a vario titolo, per estorsione e favoreggiamento reale; tra questi compaiono anche due avvocati veneziani.
Una vicenda senza dubbio complessa quella che ha coinvolto l'imprenditore veneziano che aveva fatto ricorso a prestiti con tassi usurai per cercare di salvare dal tracollo la propria società e ricevendo così la somma pari a 500.000 euro e di fatto restituendone 780.000 euro. A indirizzare l'imprenditore verso tali prestiti era stato però il suo "commercialista di fiducia" che lo aveva messo in contatto con la coppia dedita alla concessione di somme a tassi usurari.
La vittima – che già in precedenza era stato beneficiario del fondo antiusura a seguito di analoghi episodi usurari di cui era stato vittima, in relazione ai quali il Tribunale di Venezia aveva condannato i responsabili – nell'impossibilità di fronteggiare la restituzione del prestito e diventata oggetto di gravi tentativi di estorsione, si è rivolta alla Federazione Nazionale Antiracket che lo ha accompagnato a denunciare il tutto presso gli uffici della Guardia di Finanza.
La F.A.I. – Antiracket Molfetta, continuerà a sostenere la vittima, che sarà seguita dall'avvocato Maurizio Altomare, annunciando l'intenzione di costituirsi parte civile nel processo e altresì confermando la nascita di una nuova associazione antiracket nel territorio di Padova per contrastare in loco tali fenomeni.
Nella persona del presidente Renato De Scisciolo, tutta l'associazione intende vivamente congratularsi con le Forze dell'Ordine, in particolare con le Fiamme Gialle di Venezia, assieme alla Procura della Repubblica di Vicenza, per le indagini e l'operazione eccellentemente portata a termine. Sono questi i risultati che confermano il valore del lavoro svolto con costanza e discrezione dalla F.A.I. – Antiracket Molfetta, sempre pronta ad accogliere le vittime verso un passo, quello della denuncia, delicato ma soprattutto efficace.
Grazie ad un sistema di indagini complesse avviate nell'ottobre del 2016 a seguito della denuncia di un imprenditore veneziano, il Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia ha eseguito un'ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Vicenza con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari per il reato di usura nei confronti di una donna di origine messinese (C.L.), residente a Loria (TV), ed un "commercialista" di origine vicentina (G.R.), residente a Bassano del Grappa (VI). A questo si aggiunge l'esecuzione di undici perquisizioni locali e personali nei confronti dei due soggetti attinti dalle misure cautelari, nonché di altri cinque indagati, a vario titolo, per estorsione e favoreggiamento reale; tra questi compaiono anche due avvocati veneziani.
Una vicenda senza dubbio complessa quella che ha coinvolto l'imprenditore veneziano che aveva fatto ricorso a prestiti con tassi usurai per cercare di salvare dal tracollo la propria società e ricevendo così la somma pari a 500.000 euro e di fatto restituendone 780.000 euro. A indirizzare l'imprenditore verso tali prestiti era stato però il suo "commercialista di fiducia" che lo aveva messo in contatto con la coppia dedita alla concessione di somme a tassi usurari.
La vittima – che già in precedenza era stato beneficiario del fondo antiusura a seguito di analoghi episodi usurari di cui era stato vittima, in relazione ai quali il Tribunale di Venezia aveva condannato i responsabili – nell'impossibilità di fronteggiare la restituzione del prestito e diventata oggetto di gravi tentativi di estorsione, si è rivolta alla Federazione Nazionale Antiracket che lo ha accompagnato a denunciare il tutto presso gli uffici della Guardia di Finanza.
La F.A.I. – Antiracket Molfetta, continuerà a sostenere la vittima, che sarà seguita dall'avvocato Maurizio Altomare, annunciando l'intenzione di costituirsi parte civile nel processo e altresì confermando la nascita di una nuova associazione antiracket nel territorio di Padova per contrastare in loco tali fenomeni.
Nella persona del presidente Renato De Scisciolo, tutta l'associazione intende vivamente congratularsi con le Forze dell'Ordine, in particolare con le Fiamme Gialle di Venezia, assieme alla Procura della Repubblica di Vicenza, per le indagini e l'operazione eccellentemente portata a termine. Sono questi i risultati che confermano il valore del lavoro svolto con costanza e discrezione dalla F.A.I. – Antiracket Molfetta, sempre pronta ad accogliere le vittime verso un passo, quello della denuncia, delicato ma soprattutto efficace.