Dott. Balducci: «Facciamo giocare i bambini all’aria aperta per farli crescere sani»
Il pediatra molfettese delinea quanto avvenuto in questi mesi e i possibili rimedi
Molfetta - sabato 18 marzo 2023
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"Dottore mio figlio da quando è iniziata la scuola è sempre malato", "dottore mia figlia ha sempre la tosse". Sono queste le domande che più frequentemente sono state poste in questi mesi ai pediatri. Per capire le cause e i rimedi visto anche l'approssimarsi della stagione primaverile, abbiamo chiesto al dottor Ottavio Balducci di dipanare questi dubbi e fornire qualche utile consiglio.
E' una percezione ma sembra che quest'anno i bambini si sono ammalati di più?
«Non si tratta di una percezione, ma abbiamo, come pediatri, riscontri oggettivi. Per fortuna nella maggior parte dei casi si è trattato di banali ma fastidiosi raffreddori e faringiti ricorrenti più volte nello stesso bambino. Negli ultimi mesi però non sono mancante forme influenzali più impegnative e bronchiti asmatiche».
Quale è stato il periodo più critico, quali le cause di queste continue influenze?
«Sicuramente da settembre in poi, la fascia di età più colpita è stata ed è quella che va dai 2 anni ai 10 anni. La causa più importante di questa epidemia di infezioni respiratorie ricorrenti è da ricondursi ad un effetto post Covid che possiamo sintetizzare con la ripresa della frequenza dei nostri bambini in ambienti comunitari come le scuole, il conseguente aumento della circolazione di virus e batteri e il mancato uso della mascherina da parte di bambini con un sistema immunitario assopito e poco allenato a reagire alle infezioni dopo due anni di ridotta esposizione alle infezioni a causa del "tutti a casa" per il lockdown.
Un'altra causa è da attribuirsi agli sbalzi repentini della temperatura, all'aumento di giornate ventose e a quelle con un elevato tasso di umidità da ricondursi ai preoccupanti cambiamenti climatici di questi ultimi anni».
Tutto questo si poteva prevenire?
«I pediatri hanno cercato di limitare i danni sin dall'autunno incoraggiando i genitori ad una buona igiene delle prime vie aeree (i tanto odiati dai bambini lavaggi del filtro nasale con la soluzione fisiologica), prescrivendo vitamina D e somministrando anche nei piccolissimi il vaccino antinfluenzale.
Nonostante i nostri sforzi nel mese di marzo l'incidenza delle infezioni respiratorie nei bambini non sembra diminuire in modo significativo».
Ma allora perché i bambini alle soglie della primavera, quando ci aspettiamo una logica tregua, si ammalano così spesso?
«Oggi la maggior parte dei bambini dopo una mattinata a scuola trascorre i pomeriggi in casa, esposti agli inquinanti indoor, alle radiazioni e ai danni visivi da uso prolungato dei cellulari e al rischio di disordini alimentari perché spinti dalla noia ad una maggiore consumo di cibo spazzatura. Anche i bambini impegnati in attività extra-scolastiche non sono tanto più fortunati perché queste attività vengono svolte quasi sempre in luoghi chiusi. Questo non fa bene al loro sistema immunitario, non li mette nelle migliori condizioni per crescere sani e non contribuisce al loro benessere psico-fisico».
E allora quali i possibili rimedi?
«Una possibile soluzione, tanto banale quanto efficace, ci viene fornita a costo zero dalla natura: portiamo i nostri figli a giocare il più possibile all'aria aperta, magari in campagna o vicino al mare, ed esponiamoli il più possibile al sole.
Il gioco di per se fa bene al bambino perché gli consente di esprimere la propria creatività e a mettere in pratica nuove abilità, accresce le capacità motorie e cognitive e i comportamenti sociali che saranno tanto utili in futuro. Inoltre, aiuta a combattere malattie cardiache, obesità e diabete.
Se poi viene svolto all'aria aperta i suoi effetti benefici aumentano perché il sole rafforza la forza muscolare, l'ossificazione ed il sistema immunitario grazie all'attivazione della vitamina D, combatte lo stress, la depressione e l'ansia, di cui anche i bambini soffrono, migliorando l'umore e la qualità del sonno, grazie ad una migliore regolazione del sistema ormonale riducendo i valori del cortisolo (l'ormone dello stress) e regolarizzando i rapporti tra i livelli della serotonina (l'ormone del buonumore) e quelli della melatonina (l'ormone che facilita l'addormentamento).
Il gioco all'aria aperta aiuta a prevenire la miopia tanto in aumento nei bambini per l'uso eccessivo dei cellulari. Numerosi studi controllati hanno concluso che alti livelli di esposizione agli schermi degli smart device sarebbero associati ad un rischio del 30% superiore al normale di sviluppare la miopia. Questa percentuale salirebbe all'80% nel caso in cui l'uso di smartphone e tablet sia associato a quello del computer.
Altri studi scientifici ci forniscono però anche dati confortanti avendo stimato che in una settimana, per ogni quattro ore trascorse a giocare all'aria aperta, il rischio di sviluppare questo disturbo della vista si riduce del 2%. Questo perché il gioco all'aria aperta, magari a rincorrersi o a nascondersi, sviluppa meglio la visione da lontano».
Che messaggio vuole inviare quindi ai genitori?
«Di farli giocare all'aria aperta approfittando delle belle giornate e lasciarli liberi di esprimere la propria spontaneità e gioia di stare insieme all'aria aperta. Sarà anche un'occasione bellissima per poter giocare con loro. È tutto questo porterà sicuramente un beneficio psicofisico non solo ai piccoli ma anche ai grandi».
E' una percezione ma sembra che quest'anno i bambini si sono ammalati di più?
«Non si tratta di una percezione, ma abbiamo, come pediatri, riscontri oggettivi. Per fortuna nella maggior parte dei casi si è trattato di banali ma fastidiosi raffreddori e faringiti ricorrenti più volte nello stesso bambino. Negli ultimi mesi però non sono mancante forme influenzali più impegnative e bronchiti asmatiche».
Quale è stato il periodo più critico, quali le cause di queste continue influenze?
«Sicuramente da settembre in poi, la fascia di età più colpita è stata ed è quella che va dai 2 anni ai 10 anni. La causa più importante di questa epidemia di infezioni respiratorie ricorrenti è da ricondursi ad un effetto post Covid che possiamo sintetizzare con la ripresa della frequenza dei nostri bambini in ambienti comunitari come le scuole, il conseguente aumento della circolazione di virus e batteri e il mancato uso della mascherina da parte di bambini con un sistema immunitario assopito e poco allenato a reagire alle infezioni dopo due anni di ridotta esposizione alle infezioni a causa del "tutti a casa" per il lockdown.
Un'altra causa è da attribuirsi agli sbalzi repentini della temperatura, all'aumento di giornate ventose e a quelle con un elevato tasso di umidità da ricondursi ai preoccupanti cambiamenti climatici di questi ultimi anni».
Tutto questo si poteva prevenire?
«I pediatri hanno cercato di limitare i danni sin dall'autunno incoraggiando i genitori ad una buona igiene delle prime vie aeree (i tanto odiati dai bambini lavaggi del filtro nasale con la soluzione fisiologica), prescrivendo vitamina D e somministrando anche nei piccolissimi il vaccino antinfluenzale.
Nonostante i nostri sforzi nel mese di marzo l'incidenza delle infezioni respiratorie nei bambini non sembra diminuire in modo significativo».
Ma allora perché i bambini alle soglie della primavera, quando ci aspettiamo una logica tregua, si ammalano così spesso?
«Oggi la maggior parte dei bambini dopo una mattinata a scuola trascorre i pomeriggi in casa, esposti agli inquinanti indoor, alle radiazioni e ai danni visivi da uso prolungato dei cellulari e al rischio di disordini alimentari perché spinti dalla noia ad una maggiore consumo di cibo spazzatura. Anche i bambini impegnati in attività extra-scolastiche non sono tanto più fortunati perché queste attività vengono svolte quasi sempre in luoghi chiusi. Questo non fa bene al loro sistema immunitario, non li mette nelle migliori condizioni per crescere sani e non contribuisce al loro benessere psico-fisico».
E allora quali i possibili rimedi?
«Una possibile soluzione, tanto banale quanto efficace, ci viene fornita a costo zero dalla natura: portiamo i nostri figli a giocare il più possibile all'aria aperta, magari in campagna o vicino al mare, ed esponiamoli il più possibile al sole.
Il gioco di per se fa bene al bambino perché gli consente di esprimere la propria creatività e a mettere in pratica nuove abilità, accresce le capacità motorie e cognitive e i comportamenti sociali che saranno tanto utili in futuro. Inoltre, aiuta a combattere malattie cardiache, obesità e diabete.
Se poi viene svolto all'aria aperta i suoi effetti benefici aumentano perché il sole rafforza la forza muscolare, l'ossificazione ed il sistema immunitario grazie all'attivazione della vitamina D, combatte lo stress, la depressione e l'ansia, di cui anche i bambini soffrono, migliorando l'umore e la qualità del sonno, grazie ad una migliore regolazione del sistema ormonale riducendo i valori del cortisolo (l'ormone dello stress) e regolarizzando i rapporti tra i livelli della serotonina (l'ormone del buonumore) e quelli della melatonina (l'ormone che facilita l'addormentamento).
Il gioco all'aria aperta aiuta a prevenire la miopia tanto in aumento nei bambini per l'uso eccessivo dei cellulari. Numerosi studi controllati hanno concluso che alti livelli di esposizione agli schermi degli smart device sarebbero associati ad un rischio del 30% superiore al normale di sviluppare la miopia. Questa percentuale salirebbe all'80% nel caso in cui l'uso di smartphone e tablet sia associato a quello del computer.
Altri studi scientifici ci forniscono però anche dati confortanti avendo stimato che in una settimana, per ogni quattro ore trascorse a giocare all'aria aperta, il rischio di sviluppare questo disturbo della vista si riduce del 2%. Questo perché il gioco all'aria aperta, magari a rincorrersi o a nascondersi, sviluppa meglio la visione da lontano».
Che messaggio vuole inviare quindi ai genitori?
«Di farli giocare all'aria aperta approfittando delle belle giornate e lasciarli liberi di esprimere la propria spontaneità e gioia di stare insieme all'aria aperta. Sarà anche un'occasione bellissima per poter giocare con loro. È tutto questo porterà sicuramente un beneficio psicofisico non solo ai piccoli ma anche ai grandi».