Trasfusioni, Molfetta al primo posto in provincia nel 2019
Il 58% delle donazioni in aferesi proviene dalla nostra città
Molfetta - mercoledì 29 gennaio 2020
9.26
Il Dipartimento Trasfusionale della ASL di Bari ha reso noti dei dati interessanti in merito alle donazioni effettuate su tutta la provincia nell'anno 2019. Con un notevole incremento rispetto all'anno 2018 (da 9.384 a 10.450 donatori, con una crescita di +11,4%), la città di Molfetta è al primo posto per le trasfusioni, superando anche l'Ospedale di Bari San Paolo che nel 2018 aveva fatto registrare un dato più alto e il cui incremento nel 2019 è stato inferiore (da 9756 a 10.079 donatori).
Con un focus specifico relativo allo scorso anno solare, l'Unità Operativa Dipartimentale di Medicina Trasfusionale dell'Ospedale "don Tonino Bello" di Molfetta rende noto come dalla nostra città sia derivato il 58% delle donazioni in aferesi della provincia, con 2.914 donatori sui 4.979 totali. In questo report, seguono le strutture trasfusionali di Monopoli/Putignano con circa un terzo dei donatori (976) e l'Ospedale di Bari San Paolo (736).
La tecnica della donazione in aferesi viene utilizzata per poter somministrare al paziente solamente la frazione necessaria (di piastrine, plasma, globuli rossi o globuli bianchi) per correggere il problema specifico senza dover utilizzare il sangue intero, che può provocare rischi di sovraccarico circolatorio del paziente qualora siano necessarie elevate quantità della frazione in questione.
Con un focus specifico relativo allo scorso anno solare, l'Unità Operativa Dipartimentale di Medicina Trasfusionale dell'Ospedale "don Tonino Bello" di Molfetta rende noto come dalla nostra città sia derivato il 58% delle donazioni in aferesi della provincia, con 2.914 donatori sui 4.979 totali. In questo report, seguono le strutture trasfusionali di Monopoli/Putignano con circa un terzo dei donatori (976) e l'Ospedale di Bari San Paolo (736).
La tecnica della donazione in aferesi viene utilizzata per poter somministrare al paziente solamente la frazione necessaria (di piastrine, plasma, globuli rossi o globuli bianchi) per correggere il problema specifico senza dover utilizzare il sangue intero, che può provocare rischi di sovraccarico circolatorio del paziente qualora siano necessarie elevate quantità della frazione in questione.