Diritto al futuro
I ragazzi del Classico a confronto sul futuro dell’Europa
Molfetta - martedì 15 novembre 2016
La due giorni a Bergamo del Convegno preparatorio al concorso Giovani Idee 2016/17 è stata una full immersion nell'Italia quale potrebbe essere, quale dovrebbe essere.
Professionalità nel gestire le delegazioni di 40 scuole da ogni parte d'Italia ed altre da Spagna, Albania, Ungheria, Romania, Belgio, Polonia; dedizione alla formazione delle nuove generazioni, perché il confronto, la conoscenza reciproca, l'applicarsi a temi alti sono l'unica via per la salvezza; serietà dei relatori sul tema "Lavoriamo per l'Europa: diritto al futuro" e dei ragazzi che hanno presentato le bozze dei loro prodotti per il concorso, dell'approccio a cercare di capirci qualcosa del nostro tempo.
Il Liceo Classico di Molfetta è alla sua sesta partecipazione. Quest'anno è toccato alla III A, docente referente la prof.ssa Maddalena Salvemini, e a Martina, Mario, Doriana, Federica vivere questi due giorni a Bergamo. I ragazzi non avevano idea che avrebbero dovuto presentare il loro progetto in una ex chiesa sconsacrata, imponente, con i loro visi proiettai su un maxi schermo e che sarebbero diventati consapevoli di stare in una svolta della storia, in cui ad essere in gioco non sono più solo i diritti delle nuove generazioni, ma la democrazia stessa.
Sulla due giorni dedicata al tema "Lavoriamo per l'Europa: Diritto al futuro" ha aleggiato il fantasma di Donald Trump, il fantasma e la paura. «La rabbia e l'insicurezza dei popoli vanno rispettati – ha detto nel suo saluto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori – ma la riposta non deve essere il populismo, quanto ricostruire un'Europa migliore di come è stata in questi anni, più inclusiva, più capace di rispondere ai bisogni delle persone».
Hanno ascoltato analisi precise e disincantate del fallimento dell'Europa come è stata in questi anni e avanzare la speranza di un cambiamento di rotta, perché altrimenti il populismo potrà attecchire anche da noi, sempre di più e sempre peggio. E per fortuna fra gli intervenuti c'è stato anche chi ha dato elementi di fiducia. La deputata europea polacca Rosz Thun, pur evidenziando le difficoltà di un Parlamento fatto di deputati di ventotto paesi, con tante lingue ed alfabeti ed interessi difficili da mettere d'accordo, ha affermato: «Litighiamo, ci scontriamo, ma alla fine votiamo ed io non dimentico che invece i nostri nonni per risolver le stesse questioni si sparavano addosso».
Nelle difficoltà, nelle battute d'arresto, negli ostacoli indesiderati, si reagisce, perché scadere nella rabbia cieca, nel lamento, nella individuazione di un colpevole esterno, sarebbe peggio. Lo sa bene Martina Caironi, alfiere della squadra italiana alle Paraolimpiadi di Rio de Janiero, medaglia d'oro nei 100 mt, ospite della prima giornata. Martina ha esordito guardando negli occhi i tanti ragazzi, di tutta Italia, di tante parti d'Europa: «Avevo 18 anni come voi quando un incidente mi ha portato via una gamba e poca esperienza per affrontare una cosa così; ma la vita è solo una e va vissuta al massimo, con le risorse che ci sono; trovate il vostro obiettivo e non abbiate paura di cercare le vostre risorse per arrivare, tenendo conto che è il percorso che vale, se lo si è fatto con onestà e accogliendo gli altri».
Professionalità nel gestire le delegazioni di 40 scuole da ogni parte d'Italia ed altre da Spagna, Albania, Ungheria, Romania, Belgio, Polonia; dedizione alla formazione delle nuove generazioni, perché il confronto, la conoscenza reciproca, l'applicarsi a temi alti sono l'unica via per la salvezza; serietà dei relatori sul tema "Lavoriamo per l'Europa: diritto al futuro" e dei ragazzi che hanno presentato le bozze dei loro prodotti per il concorso, dell'approccio a cercare di capirci qualcosa del nostro tempo.
Il Liceo Classico di Molfetta è alla sua sesta partecipazione. Quest'anno è toccato alla III A, docente referente la prof.ssa Maddalena Salvemini, e a Martina, Mario, Doriana, Federica vivere questi due giorni a Bergamo. I ragazzi non avevano idea che avrebbero dovuto presentare il loro progetto in una ex chiesa sconsacrata, imponente, con i loro visi proiettai su un maxi schermo e che sarebbero diventati consapevoli di stare in una svolta della storia, in cui ad essere in gioco non sono più solo i diritti delle nuove generazioni, ma la democrazia stessa.
Sulla due giorni dedicata al tema "Lavoriamo per l'Europa: Diritto al futuro" ha aleggiato il fantasma di Donald Trump, il fantasma e la paura. «La rabbia e l'insicurezza dei popoli vanno rispettati – ha detto nel suo saluto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori – ma la riposta non deve essere il populismo, quanto ricostruire un'Europa migliore di come è stata in questi anni, più inclusiva, più capace di rispondere ai bisogni delle persone».
Hanno ascoltato analisi precise e disincantate del fallimento dell'Europa come è stata in questi anni e avanzare la speranza di un cambiamento di rotta, perché altrimenti il populismo potrà attecchire anche da noi, sempre di più e sempre peggio. E per fortuna fra gli intervenuti c'è stato anche chi ha dato elementi di fiducia. La deputata europea polacca Rosz Thun, pur evidenziando le difficoltà di un Parlamento fatto di deputati di ventotto paesi, con tante lingue ed alfabeti ed interessi difficili da mettere d'accordo, ha affermato: «Litighiamo, ci scontriamo, ma alla fine votiamo ed io non dimentico che invece i nostri nonni per risolver le stesse questioni si sparavano addosso».
Nelle difficoltà, nelle battute d'arresto, negli ostacoli indesiderati, si reagisce, perché scadere nella rabbia cieca, nel lamento, nella individuazione di un colpevole esterno, sarebbe peggio. Lo sa bene Martina Caironi, alfiere della squadra italiana alle Paraolimpiadi di Rio de Janiero, medaglia d'oro nei 100 mt, ospite della prima giornata. Martina ha esordito guardando negli occhi i tanti ragazzi, di tutta Italia, di tante parti d'Europa: «Avevo 18 anni come voi quando un incidente mi ha portato via una gamba e poca esperienza per affrontare una cosa così; ma la vita è solo una e va vissuta al massimo, con le risorse che ci sono; trovate il vostro obiettivo e non abbiate paura di cercare le vostre risorse per arrivare, tenendo conto che è il percorso che vale, se lo si è fatto con onestà e accogliendo gli altri».