Politica
Dimissioni Natalicchio, la presa di posizione di Azione Cattolica
L'associazione parla di tradimento, boicottaggio e scelte egoistiche
Molfetta - venerdì 6 maggio 2016
15.26
L'Azione Cattolica diocesana torna ancora una volta a commentare fatti politici che accadono nelle città pertinenti la diocesi. Il diverbio tra il sindaco e il presidente del consiglio comunale a Terlizzi giudicato alla stregua di una "quasi rissa"; l'elevato numero di candidati a Ruvo; l'aggressione subita dal sindaco De Palma a Giovinazzo e le dimissioni del sindaco Natalicchio a Molfetta, tutto finisce sotto la lente di ingrandimento dell'associazione di matrice cattolica.
Valutazioni del tutto legittime, ci mancherebbe, anche se non sempre condivisibili. Per esempio, per quanto riguarda la situazione politica di Ruvo l'Azione Cattolica cita l'elevato numero di candidati sindaco che si sono presentati alla città insieme a "una quantità esorbitante di liste e candidati al consiglio comunale, tanto da indurre - si legge nella nota firmata presidenza diocesana - a chiedersi se molti di loro prenderanno almeno il proprio voto". Un commento a nostro giudizio fin troppo severo e forse anche irrispettoso nei confronti delle persone che hanno scelto di mettersi in gioco e metterci anche la faccia nel rispetto della democrazia, della partecipazione e soprattutto della legge. Esiste per caso un numero esatto di candidati che rientra nel perimetro morale della buona politica? Ma tant'è: un giorno si invoca la "partecipazione", un altro giorno si fa ironia su chi vuole partecipare alla vita politica della città.
Relativamente alla situazione di Molfetta, invece, scrive l'Azione Cattolica: vorremmo "ricordare a chi ha scelto di far affondare questa barca che c'era un patto con la città, sottoscritto in campagna elettorale, da rispettare: ogni consigliere comunale si è presentato ai cittadini collegato ad un preciso Sindaco, che aveva un determinato programma. Mettere in atto ora una serie di strategie per boicottare, significa tradire la parte di città che ha voluto che quel consigliere contribuisse con quel sindaco al perseguimento degli obiettivi indicati in quel programma. Invece da un parte amaramente constatiamo che le metodologie e i giochi politici di bassa lega risultano ancora vincenti, dall'altra rileviamo come certe scelte egoistiche, con conseguenti abbandoni e fuoriuscite, hanno snaturato il partito di maggioranza, rendendolo fragile e incapace di fare la sua parte di sostegno all'amministrazione".
Anche in questo caso valutazioni e giudizi da una parte legittimi, dall'altra assolutamente tendenziosi da parte di Azione Cattolica che addirittura entra nel merito degli equilibri politici che si manifestano all'interno di un partito politico. Ci limitiamo a ricordare, però, che i consiglieri comunali sono eletti dal popolo e in consiglio comunale rappresentano la volontà dei cittadini in ogni caso, qualunque decisione prendano. Chi stabilisce che soltanto non votare una manovra fiscale equivalga a "boicottare" un'amministrazione comunale? Chi stabilisce che esprimere critiche rispetto alle scelte di un sindaco significhi "tradire" una parte della città? E dunque, se rispettare il "patto" elettorale sottoscritto con i cittadini significasse davvero dover votare in aula sempre seguendo le volontà di una sola persona, a che servirebbe più eleggere dei consiglieri comunali? La potremmo ancora chiamare democrazia questa?
Invece il voto in aula, anche quando difforme da quello del resto della maggioranza politica che ha espresso un sindaco, è regolato dalla Costituzione oltre che da precise leggi dello Stato, ed è anzi garanzia di pluralismo. Perché farlo passare come un atto di egoismo?
"La sensazione -- continua tuttavia la nota di Azione Cattolica - è che nelle nostre città le singole parti vogliano avere il sopravvento, in una logica assolutamente egoistica e secondo una concezione assai povera e sterile della politica. E non conta che i protagonisti siano veterani della politica o giovani alle prime esperienze…in entrambi i casi sono solo un esempio della peggior politica, ormai stantìa ed obsoleta. Week end difficile senz'altro quello appena trascorso, che deve portarci ancora di più a riflettere, come cittadini e come cattolici impegnati, sulla necessità di un nuovo patto tra Istituzioni e cittadini, che insieme devono impegnarsi per costruire quel tutto che sintonizza e valorizza le parti".
Valutazioni del tutto legittime, ci mancherebbe, anche se non sempre condivisibili. Per esempio, per quanto riguarda la situazione politica di Ruvo l'Azione Cattolica cita l'elevato numero di candidati sindaco che si sono presentati alla città insieme a "una quantità esorbitante di liste e candidati al consiglio comunale, tanto da indurre - si legge nella nota firmata presidenza diocesana - a chiedersi se molti di loro prenderanno almeno il proprio voto". Un commento a nostro giudizio fin troppo severo e forse anche irrispettoso nei confronti delle persone che hanno scelto di mettersi in gioco e metterci anche la faccia nel rispetto della democrazia, della partecipazione e soprattutto della legge. Esiste per caso un numero esatto di candidati che rientra nel perimetro morale della buona politica? Ma tant'è: un giorno si invoca la "partecipazione", un altro giorno si fa ironia su chi vuole partecipare alla vita politica della città.
Relativamente alla situazione di Molfetta, invece, scrive l'Azione Cattolica: vorremmo "ricordare a chi ha scelto di far affondare questa barca che c'era un patto con la città, sottoscritto in campagna elettorale, da rispettare: ogni consigliere comunale si è presentato ai cittadini collegato ad un preciso Sindaco, che aveva un determinato programma. Mettere in atto ora una serie di strategie per boicottare, significa tradire la parte di città che ha voluto che quel consigliere contribuisse con quel sindaco al perseguimento degli obiettivi indicati in quel programma. Invece da un parte amaramente constatiamo che le metodologie e i giochi politici di bassa lega risultano ancora vincenti, dall'altra rileviamo come certe scelte egoistiche, con conseguenti abbandoni e fuoriuscite, hanno snaturato il partito di maggioranza, rendendolo fragile e incapace di fare la sua parte di sostegno all'amministrazione".
Anche in questo caso valutazioni e giudizi da una parte legittimi, dall'altra assolutamente tendenziosi da parte di Azione Cattolica che addirittura entra nel merito degli equilibri politici che si manifestano all'interno di un partito politico. Ci limitiamo a ricordare, però, che i consiglieri comunali sono eletti dal popolo e in consiglio comunale rappresentano la volontà dei cittadini in ogni caso, qualunque decisione prendano. Chi stabilisce che soltanto non votare una manovra fiscale equivalga a "boicottare" un'amministrazione comunale? Chi stabilisce che esprimere critiche rispetto alle scelte di un sindaco significhi "tradire" una parte della città? E dunque, se rispettare il "patto" elettorale sottoscritto con i cittadini significasse davvero dover votare in aula sempre seguendo le volontà di una sola persona, a che servirebbe più eleggere dei consiglieri comunali? La potremmo ancora chiamare democrazia questa?
Invece il voto in aula, anche quando difforme da quello del resto della maggioranza politica che ha espresso un sindaco, è regolato dalla Costituzione oltre che da precise leggi dello Stato, ed è anzi garanzia di pluralismo. Perché farlo passare come un atto di egoismo?
"La sensazione -- continua tuttavia la nota di Azione Cattolica - è che nelle nostre città le singole parti vogliano avere il sopravvento, in una logica assolutamente egoistica e secondo una concezione assai povera e sterile della politica. E non conta che i protagonisti siano veterani della politica o giovani alle prime esperienze…in entrambi i casi sono solo un esempio della peggior politica, ormai stantìa ed obsoleta. Week end difficile senz'altro quello appena trascorso, che deve portarci ancora di più a riflettere, come cittadini e come cattolici impegnati, sulla necessità di un nuovo patto tra Istituzioni e cittadini, che insieme devono impegnarsi per costruire quel tutto che sintonizza e valorizza le parti".