Cultura, Eventi e Spettacolo
"Di porpora il mare": secondo appuntamento con la rassegna sulla violenza di genere - LE FOTO
La kermesse è stata fortemente voluta dall'assessore alla cultura Sara Allegretta
Molfetta - lunedì 19 febbraio 2018
18.44
La kermesse "Rosso porpora", rassegna teatrale sulla violenza di genere voluta fortemente dall'amministrazione comunale e dall'Assessore alla Cultura Sara Allegretta, colleziona un nuovo successo di pubblico con il secondo appuntamento in programma: si tratta dello spettacolo "Di porpora il mare", una produzione dell'Associazione teatrale Malalingua con drammaturgia e regia di Marianna de Pinto, andato in scena sabato 17 febbraio presso la sede del Teatro Pro Loco Babilonia, in via San Gioacchino, in tre repliche distinte.
L'evento ha visto una grande partecipazione in termini di pubblico, tanto da far idealmente prevedere una serie futura di repliche, auspicata dall'assessore Allegretta nell'apertura dello spettacolo, il quale è stato anche introdotto da un discorso della presidente dell'Associazione Pandora, Sportello Antiviolenza, l'avv. Valeria Scardigno, che ha fatto un po' il punto sulla piaga del femminicidio, sottolineando quanto esso non possa essere definito un fenomeno emergenziale, ma in realtà qualcosa di drammaticamente costante che trascende secoli, culture e forme di governo.
Se nel primo spettacolo della rassegna, dedicato alla cantante lirica Maria Callas e al suo travagliato privato, si era indagato sulla vita ben poco patinata di un personaggio celebre, a colpire dello spettacolo "Di porpora il mare" è stata la sua dimensione assolutamente comune, quotidiana: a parlare stavolta sono le donne brutalmente assassinate da compagni e famigliari e descritte post mortem da Serena Dandini che, attingendo a dolorosi fatti di cronaca, dà vita al libro "Ferite a morte" da cui i monologhi sono stati tratti. Colpisce quindi la feroce normalità del monito "poteva accadere anche a me", portato in scena brillantemente dalle attrici che, intervallando recitazione, canto e danza, nella monocromia delle luci rosse e nere a richiamare sangue e morte, hanno fatto risorgere le storie di tante donne, seppellite non solo dalla volontà omicida di chi avrebbe dovuto amarle, ma anche dalla retorica sensazionalista dei mass media.
Lo spettacolo si è dipanato in diversi spazi, con il pubblico sempre in ideale movimento da un luogo all'altro per seguirne il tracciato: oltre a "Ferite a morte", sono stati anche portati in scena una poesia composta dall'attrice Ylenia Tattoli ed un monologo di Lella Costa sul femminicidio, tratto dal suo spettacolo teatrale "Ragazze", nel quale il destinatario è il mondo maschile, chiamato ad essere compagno non solo di vita, ma anche del movimento culturale in difesa delle donne, del quale beneficia l'intera umanità senza distinzioni di genere. Particolarmente riuscita anche la scelta di aggiungere il punto di vista dell'omicida con un pezzo tratto da "La sonata a Kreutzer" di Lev Tolstoj, in cui l'uxoricida dopo aver ricostruito l'assassino della moglie, si rivolge dolente al pubblico chiedendone il perdono.
Prossimo spettacolo in programma per la rassegna "Rosso porpora" la "Storia della Geisha Butterfly", vittima della cultura che vede la donna intrattenere con le arti.
L'evento ha visto una grande partecipazione in termini di pubblico, tanto da far idealmente prevedere una serie futura di repliche, auspicata dall'assessore Allegretta nell'apertura dello spettacolo, il quale è stato anche introdotto da un discorso della presidente dell'Associazione Pandora, Sportello Antiviolenza, l'avv. Valeria Scardigno, che ha fatto un po' il punto sulla piaga del femminicidio, sottolineando quanto esso non possa essere definito un fenomeno emergenziale, ma in realtà qualcosa di drammaticamente costante che trascende secoli, culture e forme di governo.
Se nel primo spettacolo della rassegna, dedicato alla cantante lirica Maria Callas e al suo travagliato privato, si era indagato sulla vita ben poco patinata di un personaggio celebre, a colpire dello spettacolo "Di porpora il mare" è stata la sua dimensione assolutamente comune, quotidiana: a parlare stavolta sono le donne brutalmente assassinate da compagni e famigliari e descritte post mortem da Serena Dandini che, attingendo a dolorosi fatti di cronaca, dà vita al libro "Ferite a morte" da cui i monologhi sono stati tratti. Colpisce quindi la feroce normalità del monito "poteva accadere anche a me", portato in scena brillantemente dalle attrici che, intervallando recitazione, canto e danza, nella monocromia delle luci rosse e nere a richiamare sangue e morte, hanno fatto risorgere le storie di tante donne, seppellite non solo dalla volontà omicida di chi avrebbe dovuto amarle, ma anche dalla retorica sensazionalista dei mass media.
Lo spettacolo si è dipanato in diversi spazi, con il pubblico sempre in ideale movimento da un luogo all'altro per seguirne il tracciato: oltre a "Ferite a morte", sono stati anche portati in scena una poesia composta dall'attrice Ylenia Tattoli ed un monologo di Lella Costa sul femminicidio, tratto dal suo spettacolo teatrale "Ragazze", nel quale il destinatario è il mondo maschile, chiamato ad essere compagno non solo di vita, ma anche del movimento culturale in difesa delle donne, del quale beneficia l'intera umanità senza distinzioni di genere. Particolarmente riuscita anche la scelta di aggiungere il punto di vista dell'omicida con un pezzo tratto da "La sonata a Kreutzer" di Lev Tolstoj, in cui l'uxoricida dopo aver ricostruito l'assassino della moglie, si rivolge dolente al pubblico chiedendone il perdono.
Prossimo spettacolo in programma per la rassegna "Rosso porpora" la "Storia della Geisha Butterfly", vittima della cultura che vede la donna intrattenere con le arti.