Politica
Di Battista a Molfetta, Natalicchio: «Insistiamo nella vigilanza e nel controllo»
Depuratore in funzione a ottobre. 60mila euro contro gli scarichi illeciti
Molfetta - martedì 23 agosto 2016
22.43
«A Di Battista dico di mantenere alta la guardia sulla depurazione sul nostro territorio, sapendo però che da alcuni mesi abbiamo già accelerato su questo argomento e che la partita è complessa e si gioca soltanto coinvolgendo tutti gli attori sociali che portano addosso, ciascuno per sé, un pezzo di responsabilità per risolvere il problema: Comune, ASI, imprenditori, Acquedotto Pugliese, Autorità Idrica Pugliese e Regione Puglia. Rimbocchiamoci le maniche e insistiamo nella vigilanza e nel controllo, ma senza demagogia e senza pensare che siamo all'anno zero delle politiche, perché così non è».
Lo afferma Paola Natalicchio in un lungo messaggio lasciato su Facebook a poche ore dall'annuncio dell'arrivo del portavoce del Movimento 5 Stelle che sarà alle 17 in località Torre Calderina per incontrare i cittadini e discutere, tra le altre cose, anche di depuratore e condotta sottomarina.
«In pochi mesi un impianto in cui non venivano più fatte manutenzioni, né correttamente smaltiti i fanghi, con uno scarico in acqua tal quale, ad altissimo inquinamento è passato su impulso mio e dell'allora assessore Rosalba Gadaleta dalla fallimentare gestione comunale alla gestione di AQP (salvando, nel passaggio, tutti i lavoratori), che ha riattivato le manutenzioni delle pompe, lo smaltimento dei fanghi e che ha progettato e appaltato i lavori di ampliamento dell'impianto, fermi da oltre un decennio», spiega l'ex sindaco a proposito del depuratore, precisando anche come la sua amministrazione sia stata la prima «a riattivare la collaborazione con il Consorzio Bonifiche per il rilancio di una cattedrale nel deserto che si chiama impianto di affinamento delle acque reflue per usi irrigui in agricoltura, opera costruita con i fondi europei e poi abbandonata e degradata come abbandonato e degradato era il nostro depuratore. Se anche l'impianto di affinamento potrà tornare a funzionare ad uso e consumo dei nostri agricoltori, un giorno, sarà solo grazie al fatto che abbiamo rimesso in piedi il depuratore».
Spazio poi alla condotta sottomarina.
«Vorrei anche ribadire, a costo di essere impopolare, la mia posizione sulla condotta sottomarina, che è ben diversa da quella dei 5stelle. Io credo che la condotta sottomarina vada fatta. In sicurezza e migliorando al massimo il progetto dell'opera. Ma credo che l'idea di non far più scaricare le acque dei depuratori di zona in battigia, convogliando gli scarichi in mare aperto, sia giusta. Questo garantirebbe un miglioramento della balneabilità nella zona costiera di Torre Calderina, che ha la vocazione di un'oasi naturale e che ad oggi, tra Cala San Giacomo e il Lido Nettuno, è interdetta alla balneazione. Restituire alla città un'ampia fascia di balneabilità, a valle degli ultimi orti costieri periurbani, è un'occasione che va perseguita con determinazione. Continuare a scaricare in battigia, invece, rischia di condannare quella zona dall'alto valore paesaggistico a un destino di divieto di balneazione, alta torbidita' delle acque e bacino costante di scarichi anomali. Su questa ultima battaglia sfido i 5stelle a un impegno comune e determinato».
Tema della condotta sottomarina direttamente legato al fenomeno degli scarichi illeciti, denunciato più volte da associazioni ambientaliste e da quelli degli imprenditori e, soprattutto al sfida della conversione ecologica della zona industriale di Molfetta.
«Insieme agli imprenditori, ad AQP e al Consorzio Asi siamo impegnati in questi mesi in una campagna per il contrasto agli scarichi anomali delle attività produttive. Come Consorzio Asi, anche grazie al mio recente impegno nel consiglio d'amministrazione, abbiamo finalmente, dopo anni di chiacchiere al vento, investito oltre 60mila euro in un sistema automatico di campionatura che possa perfezionare le nostre azioni di contrasto nei confronti di tutte quelle imprese che non depurano correttamente i reflui e non smaltiscono correttamente gli scarti di produzione. I lavori sono stati fermi per mesi, appaltati a giugno e conclusi a fine luglio. Al nostro fianco c'è anche l'Associazione Imprenditori, che ha promosso una vera e propria campagna per la conversione ecologica della zona industriale molfettese. Nessun discorso sulla depurazione a Molfetta, infatti, può essere fatto senza impostare un ragionamento integrato sul ciclo di depurazione delle acque che tenga anche conto dell'altissimo livello di complessità dell'argomento in relazione al nostro agglomerato industriale».
Lo afferma Paola Natalicchio in un lungo messaggio lasciato su Facebook a poche ore dall'annuncio dell'arrivo del portavoce del Movimento 5 Stelle che sarà alle 17 in località Torre Calderina per incontrare i cittadini e discutere, tra le altre cose, anche di depuratore e condotta sottomarina.
«In pochi mesi un impianto in cui non venivano più fatte manutenzioni, né correttamente smaltiti i fanghi, con uno scarico in acqua tal quale, ad altissimo inquinamento è passato su impulso mio e dell'allora assessore Rosalba Gadaleta dalla fallimentare gestione comunale alla gestione di AQP (salvando, nel passaggio, tutti i lavoratori), che ha riattivato le manutenzioni delle pompe, lo smaltimento dei fanghi e che ha progettato e appaltato i lavori di ampliamento dell'impianto, fermi da oltre un decennio», spiega l'ex sindaco a proposito del depuratore, precisando anche come la sua amministrazione sia stata la prima «a riattivare la collaborazione con il Consorzio Bonifiche per il rilancio di una cattedrale nel deserto che si chiama impianto di affinamento delle acque reflue per usi irrigui in agricoltura, opera costruita con i fondi europei e poi abbandonata e degradata come abbandonato e degradato era il nostro depuratore. Se anche l'impianto di affinamento potrà tornare a funzionare ad uso e consumo dei nostri agricoltori, un giorno, sarà solo grazie al fatto che abbiamo rimesso in piedi il depuratore».
Spazio poi alla condotta sottomarina.
«Vorrei anche ribadire, a costo di essere impopolare, la mia posizione sulla condotta sottomarina, che è ben diversa da quella dei 5stelle. Io credo che la condotta sottomarina vada fatta. In sicurezza e migliorando al massimo il progetto dell'opera. Ma credo che l'idea di non far più scaricare le acque dei depuratori di zona in battigia, convogliando gli scarichi in mare aperto, sia giusta. Questo garantirebbe un miglioramento della balneabilità nella zona costiera di Torre Calderina, che ha la vocazione di un'oasi naturale e che ad oggi, tra Cala San Giacomo e il Lido Nettuno, è interdetta alla balneazione. Restituire alla città un'ampia fascia di balneabilità, a valle degli ultimi orti costieri periurbani, è un'occasione che va perseguita con determinazione. Continuare a scaricare in battigia, invece, rischia di condannare quella zona dall'alto valore paesaggistico a un destino di divieto di balneazione, alta torbidita' delle acque e bacino costante di scarichi anomali. Su questa ultima battaglia sfido i 5stelle a un impegno comune e determinato».
Tema della condotta sottomarina direttamente legato al fenomeno degli scarichi illeciti, denunciato più volte da associazioni ambientaliste e da quelli degli imprenditori e, soprattutto al sfida della conversione ecologica della zona industriale di Molfetta.
«Insieme agli imprenditori, ad AQP e al Consorzio Asi siamo impegnati in questi mesi in una campagna per il contrasto agli scarichi anomali delle attività produttive. Come Consorzio Asi, anche grazie al mio recente impegno nel consiglio d'amministrazione, abbiamo finalmente, dopo anni di chiacchiere al vento, investito oltre 60mila euro in un sistema automatico di campionatura che possa perfezionare le nostre azioni di contrasto nei confronti di tutte quelle imprese che non depurano correttamente i reflui e non smaltiscono correttamente gli scarti di produzione. I lavori sono stati fermi per mesi, appaltati a giugno e conclusi a fine luglio. Al nostro fianco c'è anche l'Associazione Imprenditori, che ha promosso una vera e propria campagna per la conversione ecologica della zona industriale molfettese. Nessun discorso sulla depurazione a Molfetta, infatti, può essere fatto senza impostare un ragionamento integrato sul ciclo di depurazione delle acque che tenga anche conto dell'altissimo livello di complessità dell'argomento in relazione al nostro agglomerato industriale».