Territorio e Ambiente
Il depuratore e la condotta sottomarina di Torre Calderina: il dossier di Legambiente
L'associazione spiega le ragioni di "un impatto ambientale e sociale non accettabile"
Molfetta - lunedì 9 maggio 2016
Sono venticinque pagine dense di nozioni, spiegazioni e passaggi burocatrici quelle che compongono il dossier redatto da "Legambiente" a proposito del sistema di depurazione dei reflui di Molfetta e della condotta sottomarina, in progettazione sotto l'area protetta di Torre Calderina.
Solo qualche settimana fa il Comune di Molfetta aveva annunciato di aver vinto "la scommessa del depuratore" su cui l'Acquedotto pugliese era al lavoro e che si puntava dritto sul "rifunzionalizzare l'impianto di affinamento delle acque reflue, costruito tra il 1994 e il 2012 costato milioni di euro e mai entrato in funzione".
Legambiente, invece, nei suoi studi boccia del tutto ogni manovra. Ma andiamo con ordine.
IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE DELLA REGIONE PUGLIA
"Con riferimento al sistema integrato di gestione dei reflui dei comuni di Molfetta, Ruvo, Terlizzi e Corato, i cui scarichi oggi sono convogliati sul suolo o direttamente in battigia sul litorale a ovest di Molfetta, il piano prevede la realizzazione di una unica condotta sottomarina. Per i reflui di Bisceglie, invece, è confermato lo scarico in battigia".
IL SISTEMA INTEGRATO DI GESTIONE DEI REFLUI
Il sistema integrato di gestione dei reflui di Molfetta si sostanzia dei seguenti impianti: impianto di depurazione dei reflui, quello di affinamento reflui, la rete di irrigazione alimentata con reflui affinati e lo scarico in battigia, oltre all'impianto di depurazione a servizio dei comuni di Ruvo e Terlizzi.
Il depuratore, collocato vicino la zona artigianale, gestito dall'AQP, è un impianto tradizionale. Adiacente è "l'impianto di affinamento dei reflui depurati di Molfetta. Le opere sono state definitivamente completate nei primi mesi del 2010 e collaudate nel 2012. Da allora l'impianto non è ancora entrato in esercizio", scrive Legambiente che precisa come sia "urgente e indifferibile che il Comune di Molfetta si attivi per la messa in esercizio dei due impianti risolvendo prioritariamente le problematiche relative alla gestione degli impianti e all'effettivo riutilizzo delle acque. Diversamente, ulteriori investimenti rischiano di essere spesi per opere che difficilmente entreranno in esercizio, come già accaduto con le opere già realizzate".
Discorso diverso riguarda il comprensorio irriguo, "attrezzato con 48 km di tubazioni capaci di trasportare ben 900 m3/h di acqua completamente depurata e affinata nei due impianti annessi agli impianti di depurazione di Molfetta e Ruvo-Terlizzi, pronta per essere erogata ai campi coltivati". Tuttavia, "vanno attivate con urgenza tutte le azioni indispensabili per rendere attivo e funzionante il sistema di riutilizzo delle acque esistente, individuando un gestore degli impianti e stipulando specifici accordi con gli utilizzatori (gli agricoltori)", si legge nel fascicolo.
Infine, la nota più dolente: lo scarico a mare, che con il suo olezzo e le continue macchie segnalate dagli attivisti testimonia il cattivo funzionamento dell'intera macchina organizzativa.
I LAVORI GIA' EFFETTUATI DA AQP E LA PROCEDURA DI VIA
E' su questo piano che si gioca la battaglia tra Legambiente e Acquedotto pugliese, tutta concentrata sulla condotta sottomarina di Torre Calderina.
"Nell'aprile 2012 la Regione Puglia diede seguito ad un'istanza di Aqp e avviò la procedura di Via interprovinciale per la valutazione di impatto ambientale. Quella procedura, tuttavia, fu interrotta nell'agosto 2013 in quanto il livello della progettazione oggetto della valutazione non risultava conforme alle prescrizioni di legge, così come segnalato da Legambiente nelle osservazioni presentate il 6 agosto 2012. In particolare Aqp avrebbe dovuto produrre un progetto definitivo dell'opera e non un progetto preliminare", sono i passaggi ricostruiti.
Per Legambiente, oggi, la Via "presenta un impatto ambientale e sociale in fase di cantiere non accettabile. In particolare sono previsti due cantieri a ridosso della costa e a ridosso di pregevoli attività turistiche e di Legambiente Circolo di Molfetta 'Giovanna Grillo' Dossier: Il sistema di depurazione dei reflui di Molfetta e la condotta sottomarina 22 luoghi di 'notevole interesse pubblico'".
Allora, diverse sono le richieste formulate da Legambiente.
Prima di tutto che "siano formulate opportune prescrizioni in merito alle opere già realizzate in assenza di preventiva valutazione di impatto ambientale, oggi non più necessarie, e per le quali dovranno essere previsti interventi di riparazione e/o di compensazione a carico di Aqp"; in seconda battuta che "gli eventuali danni economici accertati per le opere già realizzate e per i contratti di lavori già sottoscritti da Aqp pur in assenza di Via siano addebitati a Aqp che dovrà rimborsare l'Autorità Idrica Pugliese o altro Ente per i finanziamenti già trasferiti e spesi inutilmente, senza che ciò precluda o pregiudichi la fattibilità economica dei necessari interventi alternativi futuri per il miglioramento degli scarichi dei depuratori di Molfetta, Bisceglie, Corato e Ruvo-Terlizzi".
Solo qualche settimana fa il Comune di Molfetta aveva annunciato di aver vinto "la scommessa del depuratore" su cui l'Acquedotto pugliese era al lavoro e che si puntava dritto sul "rifunzionalizzare l'impianto di affinamento delle acque reflue, costruito tra il 1994 e il 2012 costato milioni di euro e mai entrato in funzione".
Legambiente, invece, nei suoi studi boccia del tutto ogni manovra. Ma andiamo con ordine.
IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE DELLA REGIONE PUGLIA
IL SISTEMA INTEGRATO DI GESTIONE DEI REFLUI
Il sistema integrato di gestione dei reflui di Molfetta si sostanzia dei seguenti impianti: impianto di depurazione dei reflui, quello di affinamento reflui, la rete di irrigazione alimentata con reflui affinati e lo scarico in battigia, oltre all'impianto di depurazione a servizio dei comuni di Ruvo e Terlizzi.
Il depuratore, collocato vicino la zona artigianale, gestito dall'AQP, è un impianto tradizionale. Adiacente è "l'impianto di affinamento dei reflui depurati di Molfetta. Le opere sono state definitivamente completate nei primi mesi del 2010 e collaudate nel 2012. Da allora l'impianto non è ancora entrato in esercizio", scrive Legambiente che precisa come sia "urgente e indifferibile che il Comune di Molfetta si attivi per la messa in esercizio dei due impianti risolvendo prioritariamente le problematiche relative alla gestione degli impianti e all'effettivo riutilizzo delle acque. Diversamente, ulteriori investimenti rischiano di essere spesi per opere che difficilmente entreranno in esercizio, come già accaduto con le opere già realizzate".
Discorso diverso riguarda il comprensorio irriguo, "attrezzato con 48 km di tubazioni capaci di trasportare ben 900 m3/h di acqua completamente depurata e affinata nei due impianti annessi agli impianti di depurazione di Molfetta e Ruvo-Terlizzi, pronta per essere erogata ai campi coltivati". Tuttavia, "vanno attivate con urgenza tutte le azioni indispensabili per rendere attivo e funzionante il sistema di riutilizzo delle acque esistente, individuando un gestore degli impianti e stipulando specifici accordi con gli utilizzatori (gli agricoltori)", si legge nel fascicolo.
Infine, la nota più dolente: lo scarico a mare, che con il suo olezzo e le continue macchie segnalate dagli attivisti testimonia il cattivo funzionamento dell'intera macchina organizzativa.
I LAVORI GIA' EFFETTUATI DA AQP E LA PROCEDURA DI VIA
E' su questo piano che si gioca la battaglia tra Legambiente e Acquedotto pugliese, tutta concentrata sulla condotta sottomarina di Torre Calderina.
"Nell'aprile 2012 la Regione Puglia diede seguito ad un'istanza di Aqp e avviò la procedura di Via interprovinciale per la valutazione di impatto ambientale. Quella procedura, tuttavia, fu interrotta nell'agosto 2013 in quanto il livello della progettazione oggetto della valutazione non risultava conforme alle prescrizioni di legge, così come segnalato da Legambiente nelle osservazioni presentate il 6 agosto 2012. In particolare Aqp avrebbe dovuto produrre un progetto definitivo dell'opera e non un progetto preliminare", sono i passaggi ricostruiti.
Per Legambiente, oggi, la Via "presenta un impatto ambientale e sociale in fase di cantiere non accettabile. In particolare sono previsti due cantieri a ridosso della costa e a ridosso di pregevoli attività turistiche e di Legambiente Circolo di Molfetta 'Giovanna Grillo' Dossier: Il sistema di depurazione dei reflui di Molfetta e la condotta sottomarina 22 luoghi di 'notevole interesse pubblico'".
Allora, diverse sono le richieste formulate da Legambiente.
Prima di tutto che "siano formulate opportune prescrizioni in merito alle opere già realizzate in assenza di preventiva valutazione di impatto ambientale, oggi non più necessarie, e per le quali dovranno essere previsti interventi di riparazione e/o di compensazione a carico di Aqp"; in seconda battuta che "gli eventuali danni economici accertati per le opere già realizzate e per i contratti di lavori già sottoscritti da Aqp pur in assenza di Via siano addebitati a Aqp che dovrà rimborsare l'Autorità Idrica Pugliese o altro Ente per i finanziamenti già trasferiti e spesi inutilmente, senza che ciò precluda o pregiudichi la fattibilità economica dei necessari interventi alternativi futuri per il miglioramento degli scarichi dei depuratori di Molfetta, Bisceglie, Corato e Ruvo-Terlizzi".