Cronaca
Da Valencia a Molfetta per ammirare Torre Pettine. Ma ormai è devastata dai vandali
Perso l'altare della cappella: «Una immagine bruttissima per la città»
Molfetta - mercoledì 19 agosto 2020
All'esterno un cartello. Disperato. Di quelli che a leggerlo sembra quasi sentire le voci di quelle pietre così antiche, così pregnanti di storie. Così indifese.
«Non c'è più niente da rubare (neanche il pavimento). Lasciateci almeno i muri».
All'interno desolazione. Distruzione. Vandalismo puro contro una intera città e le sue radici.
E' questa la scena che si è palesata nei giorni scorsi davanti a due architetti, docenti presso l'Università di Valencia accompagnati a Torre Pettine da una amica, originaria di Molfetta.
I due professionisti, insegnanti in uno degli atenei più all'avanguardia di Spagna, volevano ammirare da vicino una delle tante Torri dislocate sul territorio di Molfetta.In particolare volevano guardare da vicino quella situata nell'agro tra Molfetta e Ruvo, nella zona denominata "Vascarriedde: un complesso che è una casetta fortificata con due chiesette a breve distanza tra loro, abitata dalla famiglia Monda nel 1700 ma anche rifugio per coloro che scappavano dalla peste del 1600 e poi dal colera del 1886 e del 1910 e fino agli attacchi delle due guerre mondiali.
«Era veramente tutto abbandonato», racconta la molfettese che ha accompagnato i due architetti iberici che «mi hanno confermato che Torre Pettine al tempo doveva essere molto molto bella. Nelle due cappellette adiacenti, la prima era invasa da scatole di polistirolo, di quelle usate per mettere le piantine e la seconda era completamente distrutta».
«Hanno fatto fuori quel meraviglioso altare, ora frantumato in mille pezzi, hanno spaccato il pavimento e una parete. Non ho avuto la forza di fotografare perché era davvero triste come immagine. Il Casale poi sempre più a pezzi. Se hanno distrutto le cappellette, figuriamoci dentro cosa hanno combinato. Una tristezza».
La storia di Torre Pettine è stata raccontata da Mirella Cives in un suo approfondimento nella rubrica "Viva la storia di Molfetta!": https://www.molfettaviva.it/rubriche/viva-la-storia-di-molfetta-1/torre-pettine-storia-di-sarti-pirati-peste-epidemie-e-nobili-famiglie/
«Non c'è più niente da rubare (neanche il pavimento). Lasciateci almeno i muri».
All'interno desolazione. Distruzione. Vandalismo puro contro una intera città e le sue radici.
E' questa la scena che si è palesata nei giorni scorsi davanti a due architetti, docenti presso l'Università di Valencia accompagnati a Torre Pettine da una amica, originaria di Molfetta.
I due professionisti, insegnanti in uno degli atenei più all'avanguardia di Spagna, volevano ammirare da vicino una delle tante Torri dislocate sul territorio di Molfetta.In particolare volevano guardare da vicino quella situata nell'agro tra Molfetta e Ruvo, nella zona denominata "Vascarriedde: un complesso che è una casetta fortificata con due chiesette a breve distanza tra loro, abitata dalla famiglia Monda nel 1700 ma anche rifugio per coloro che scappavano dalla peste del 1600 e poi dal colera del 1886 e del 1910 e fino agli attacchi delle due guerre mondiali.
«Era veramente tutto abbandonato», racconta la molfettese che ha accompagnato i due architetti iberici che «mi hanno confermato che Torre Pettine al tempo doveva essere molto molto bella. Nelle due cappellette adiacenti, la prima era invasa da scatole di polistirolo, di quelle usate per mettere le piantine e la seconda era completamente distrutta».
«Hanno fatto fuori quel meraviglioso altare, ora frantumato in mille pezzi, hanno spaccato il pavimento e una parete. Non ho avuto la forza di fotografare perché era davvero triste come immagine. Il Casale poi sempre più a pezzi. Se hanno distrutto le cappellette, figuriamoci dentro cosa hanno combinato. Una tristezza».
La storia di Torre Pettine è stata raccontata da Mirella Cives in un suo approfondimento nella rubrica "Viva la storia di Molfetta!": https://www.molfettaviva.it/rubriche/viva-la-storia-di-molfetta-1/torre-pettine-storia-di-sarti-pirati-peste-epidemie-e-nobili-famiglie/