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Da Molfetta a Seattle con il sogno della ricerca: il lungo viaggio di Luciana de Gennaro
La molfettese si trova negli USA sotto la guida del professor Evan Eichler, figura di spicco nella genetica
Molfetta - giovedì 20 febbraio 2025
8.41
Luciana De Gennaro, giovane ricercatrice molfettese classe 1994, sta concludendo il secondo anno di dottorato in Bioscienze e Biotecnologie presso l'Università di Bari Aldo Moro. Il suo percorso accademico l'ha portata fino a Seattle, dove sta svolgendo un periodo di ricerca all'estero in un laboratorio di livello mondiale.
«Sono una dottoranda al secondo anno, ma tra poco inizierò il terzo. Al momento, sto trascorrendo sei mesi a Seattle per un periodo di ricerca, un'opportunità facoltativa nel mio percorso, ma che ho scelto di cogliere senza esitazioni. Già ho completato quattro mesi qui, me ne restano ancora due». Luciana lavora nel gruppo di ricerca guidato dal professor Mario Ventura, occupandosi di genetica. La sua carriera accademica si è sviluppata interamente a Bari, dove ha studiato, conseguito un master di secondo livello in citogenetica e vinto il concorso di dottorato.
«Sapevo fin dall'inizio che avrei avuto la possibilità di venire a Seattle. Il mio laboratorio ha collaborazioni di lunga data con questo centro di ricerca e molte delle grandi menti che oggi lavorano con noi sono passate di qui». Il suo progetto principale, finanziato dal PNRR, riguarda lo studio dell'associazione genetica con le tossicodipendenze nell'uomo. «Stiamo creando una biobanca con campioni di casi e controlli, basata su una biobanca pugliese. Non è facile coinvolgere i soggetti, ma è un progetto che mi sta dando molte soddisfazioni, sia dal punto di vista scientifico che personale».
Parallelamente, ha preso parte a progetti di evoluzione, studiando i primati e collaborando con il laboratorio di Seattle.
«Può sembrare banale, ma comprendere il genoma dei primati ha un impatto enorme sulla ricerca biomedica umana. Grazie a questa collaborazione, abbiamo pubblicato diversi articoli su Nature e siamo parte di un consorzio mondiale che ha appena completato il sequenziamento di tutte le grandi scimmie». A Seattle, Luciana lavora sotto la guida del professor Evan Eichler, figura di spicco nella genetica.
«Essere qui è un'esperienza unica. Mi permette di approfondire studi sull'evoluzione, come il fenomeno del neocentromero negli oranghi, che ha implicazioni importanti per la comprensione dei tumori umani. Inoltre, posso finalmente lavorare faccia a faccia con persone con cui finora ho collaborato solo in call a orari improbabili». Seattle le offre l'accesso a tecnologie avanzate e competenze bioinformatiche che in Italia sono ancora poco diffuse.
«Questi laboratori dispongono di macchinari costosissimi e di una expertise all'avanguardia nell'analisi dei dati. Prima del dottorato non avevo competenze bioinformatiche, ma ora mi rendo conto di quanto siano fondamentali per la ricerca genetica. Spero che, in futuro, anche in Italia si possano ottenere finanziamenti adeguati per sviluppare queste infrastrutture». Per Luciana, questa esperienza rappresenta non solo un arricchimento professionale, ma anche un trampolino di lancio per la sua carriera accademica, già arricchita da alcune pubblicazioni scientifiche di rilievo.
«Il dottorato è solo l'inizio. Accumulare esperienze internazionali e pubblicazioni di alto livello può fare la differenza nel mondo accademico. Spero che tutto questo mi aiuti a costruire il mio futuro nella ricerca». Qualunque sia la strada che sceglierà, Luciana sa che il suo impegno e la sua determinazione le permetteranno di affrontare le sfide che verranno. L'importante, alla fine, è continuare a farsi domande e non smettere mai di cercare risposte.
«Sono una dottoranda al secondo anno, ma tra poco inizierò il terzo. Al momento, sto trascorrendo sei mesi a Seattle per un periodo di ricerca, un'opportunità facoltativa nel mio percorso, ma che ho scelto di cogliere senza esitazioni. Già ho completato quattro mesi qui, me ne restano ancora due». Luciana lavora nel gruppo di ricerca guidato dal professor Mario Ventura, occupandosi di genetica. La sua carriera accademica si è sviluppata interamente a Bari, dove ha studiato, conseguito un master di secondo livello in citogenetica e vinto il concorso di dottorato.
«Sapevo fin dall'inizio che avrei avuto la possibilità di venire a Seattle. Il mio laboratorio ha collaborazioni di lunga data con questo centro di ricerca e molte delle grandi menti che oggi lavorano con noi sono passate di qui». Il suo progetto principale, finanziato dal PNRR, riguarda lo studio dell'associazione genetica con le tossicodipendenze nell'uomo. «Stiamo creando una biobanca con campioni di casi e controlli, basata su una biobanca pugliese. Non è facile coinvolgere i soggetti, ma è un progetto che mi sta dando molte soddisfazioni, sia dal punto di vista scientifico che personale».
Parallelamente, ha preso parte a progetti di evoluzione, studiando i primati e collaborando con il laboratorio di Seattle.
«Può sembrare banale, ma comprendere il genoma dei primati ha un impatto enorme sulla ricerca biomedica umana. Grazie a questa collaborazione, abbiamo pubblicato diversi articoli su Nature e siamo parte di un consorzio mondiale che ha appena completato il sequenziamento di tutte le grandi scimmie». A Seattle, Luciana lavora sotto la guida del professor Evan Eichler, figura di spicco nella genetica.
«Essere qui è un'esperienza unica. Mi permette di approfondire studi sull'evoluzione, come il fenomeno del neocentromero negli oranghi, che ha implicazioni importanti per la comprensione dei tumori umani. Inoltre, posso finalmente lavorare faccia a faccia con persone con cui finora ho collaborato solo in call a orari improbabili». Seattle le offre l'accesso a tecnologie avanzate e competenze bioinformatiche che in Italia sono ancora poco diffuse.
«Questi laboratori dispongono di macchinari costosissimi e di una expertise all'avanguardia nell'analisi dei dati. Prima del dottorato non avevo competenze bioinformatiche, ma ora mi rendo conto di quanto siano fondamentali per la ricerca genetica. Spero che, in futuro, anche in Italia si possano ottenere finanziamenti adeguati per sviluppare queste infrastrutture». Per Luciana, questa esperienza rappresenta non solo un arricchimento professionale, ma anche un trampolino di lancio per la sua carriera accademica, già arricchita da alcune pubblicazioni scientifiche di rilievo.
«Il dottorato è solo l'inizio. Accumulare esperienze internazionali e pubblicazioni di alto livello può fare la differenza nel mondo accademico. Spero che tutto questo mi aiuti a costruire il mio futuro nella ricerca». Qualunque sia la strada che sceglierà, Luciana sa che il suo impegno e la sua determinazione le permetteranno di affrontare le sfide che verranno. L'importante, alla fine, è continuare a farsi domande e non smettere mai di cercare risposte.