Cronaca
Covid, false dichiarazioni per avere i buoni spesa: scoperti in 20
L'indagine è della Guardia di Finanza: avrebbero artefatto le autocertificazioni per ottenere i voucher
Molfetta - domenica 17 gennaio 2021
10.48
Pur di incassare i buoni spesa del Comune di Molfetta avrebbero dichiarato il falso nelle autocertificazioni. A scoprire il caso, durante una specifica attività, sono stati gli uomini della Guardia di Finanza della locale Tenenza che hanno rilevato una lunga serie di irregolarità nelle istanze presentate da 20 persone.
I militari, nel corso di un'operazione di polizia economica e finanziaria, hanno accertato che 20 cittadini avrebbero chiesto al Comune di Molfetta, mediante false attestazioni, i bonus spesa «previsti per le famiglie e le persone - era scritto nella nota stampa comunale diffusa sul portale web - che si trovano impossibilitate a soddisfare le primarie esigenze di vita e che si trovano in condizioni di disagio economico causato dalla situazione emergenziale dovuta al Covid-19».
L'inchiesta delle Fiamme Gialle, avviata da poco tempo, ha consentito di appurare che i "furbetti" hanno fornito false informazioni all'Ente, che aveva imposto un tetto massimo mensile per gli aventi diritto all'aiuto pubblico. Era questo uno dei requisiti per accedere al fondo di solidarietà alimentare. Per essere inclusi nella lista dei beneficiari hanno dichiarato il falso nell'autocertificazione dei redditi, ottenendo i buoni spesa (un beneficio una tantum da 100 a 450 euro).
Grazie al capillare controllo del territorio, la Guardia di Finanza è riuscita a far emergere queste prime irregolarità. I 20 indebiti percettori sono stati segnalati per la decadenza del beneficio e saranno sanzionati. Ma la sensazione è che l'operazione sull'ennesima truffa legata al Coronavirus sia alle battute iniziali.
I militari, nel corso di un'operazione di polizia economica e finanziaria, hanno accertato che 20 cittadini avrebbero chiesto al Comune di Molfetta, mediante false attestazioni, i bonus spesa «previsti per le famiglie e le persone - era scritto nella nota stampa comunale diffusa sul portale web - che si trovano impossibilitate a soddisfare le primarie esigenze di vita e che si trovano in condizioni di disagio economico causato dalla situazione emergenziale dovuta al Covid-19».
L'inchiesta delle Fiamme Gialle, avviata da poco tempo, ha consentito di appurare che i "furbetti" hanno fornito false informazioni all'Ente, che aveva imposto un tetto massimo mensile per gli aventi diritto all'aiuto pubblico. Era questo uno dei requisiti per accedere al fondo di solidarietà alimentare. Per essere inclusi nella lista dei beneficiari hanno dichiarato il falso nell'autocertificazione dei redditi, ottenendo i buoni spesa (un beneficio una tantum da 100 a 450 euro).
Grazie al capillare controllo del territorio, la Guardia di Finanza è riuscita a far emergere queste prime irregolarità. I 20 indebiti percettori sono stati segnalati per la decadenza del beneficio e saranno sanzionati. Ma la sensazione è che l'operazione sull'ennesima truffa legata al Coronavirus sia alle battute iniziali.