Politica
«Corso Umberto non è un mercato delle pulci: il Sindaco riprenda il controllo della città»
Articolo 1 interviene sulle polemiche scoppiate nelle scorse ore
Molfetta - lunedì 29 ottobre 2018
16.38 Comunicato Stampa
Nonostante i roboanti proclami e le entusiastiche dichiarazioni in materia di marketing territoriale, non è ancora chiara l'idea di commercio che l'Amministrazione ha in serbo per Molfetta. Non sappiamo, infatti, se guardando Corso Umberto dobbiamo immaginare di essere a Camden Town o a Khān el-Khalilī. Forse dobbiamo pensare a via dei Condotti a Roma, o a via Monte Napoleone a Milano, oppure a via Toledo a Napoli.
Nel frattempo, però, con incomprensibile pervicacia, l'Amministrazione smart continua ad allestire dannose bidonville temporanee con banchetti precari e ogni genere di chincaglieria di plastica. Bigiotteria e paccottiglia indifferenziata, promossa da chissà quale stratega di marketing territoriale. Non è chiaro né il fine, né la ratio di un insediamento così nocivo al commercio di qualità. Un'iniziativa che lede direttamente immagine e affari dei negozi in sede fissa. Il centro di Molfetta deve puntare ad un commercio di qualità, ad un sistema di offerta adeguato e competitivo.
Questo "Sūq in Centro", denominato "Mercati in Centro", invece, insiste sempre più frequentemente nelle aree più pregiate della città. Gli effetti sono ridicoli: non solo si offusca la bellezza di vetrine e arredo urbano – la passeggiata sulle chiache di Corso Umberto, tra edifici di fine '800 e inizio '900, gli arredi ristrutturati e le peculiarità della nostra città, rimane una ricchezza da preservare e promuovere –, ma si ostruisce fisicamente il passaggio di cittadini e di eventuali mezzi di soccorso. Tutto questo in assenza di servizi igienici adeguati. Un'iniziativa del tutto controproducente, che solo un'Amministrazione distratta può promuovere.
Ci chiediamo, dunque, chi le pensa queste trovate? Qual è il ritorno per la città? Abbiamo certamente un costo di immagine (sono gli unici costi?), ma quali sarebbero i benefici? Ci auguriamo che il nuovo assessore al Commercio e al Marketing Territoriale, Antonio Ancona, sappia porre fine a questo irresponsabile capolavoro di bruttezza. Nel frattempo invitiamo il Sindaco Tommaso Minervini a riprendere il controllo della città, sottraendolo al sottobosco della sua Amministrazione.
Tra poche settimane comincerà un periodo molto delicato per il commercio locale. A Dicembre (a partire da San Nicola e non solo a ridosso delle feste comandate) le strade della città possono popolarsi o svuotarsi a seconda dell'offerta del territorio. Si operi una guida oculata, che sappia individuare le iniziative più adeguate per massimizzare il ritorno sociale ed economico nella città. Mentre i centri commerciali extraurbani sostituiscono gli spazi pubblici di incontro e socializzazione dei cittadini, non si sfrutti il Natale per accontentare improbabili organizzatori di eventi. Al contrario, si definiscano prima gli obiettivi strategici (culturali, sociali ed economici) e poi si programmino le iniziative. Non vorremmo vedere ancora le periferie abbandonate a se stesse e il centro deturpato da banchetti e bancarelle prive di pregio. E in questa riflessione trovi spazio la certezza che il quadrilatero del commercio non deve diventare una mediocre Porta Portese.
Nel frattempo, però, con incomprensibile pervicacia, l'Amministrazione smart continua ad allestire dannose bidonville temporanee con banchetti precari e ogni genere di chincaglieria di plastica. Bigiotteria e paccottiglia indifferenziata, promossa da chissà quale stratega di marketing territoriale. Non è chiaro né il fine, né la ratio di un insediamento così nocivo al commercio di qualità. Un'iniziativa che lede direttamente immagine e affari dei negozi in sede fissa. Il centro di Molfetta deve puntare ad un commercio di qualità, ad un sistema di offerta adeguato e competitivo.
Questo "Sūq in Centro", denominato "Mercati in Centro", invece, insiste sempre più frequentemente nelle aree più pregiate della città. Gli effetti sono ridicoli: non solo si offusca la bellezza di vetrine e arredo urbano – la passeggiata sulle chiache di Corso Umberto, tra edifici di fine '800 e inizio '900, gli arredi ristrutturati e le peculiarità della nostra città, rimane una ricchezza da preservare e promuovere –, ma si ostruisce fisicamente il passaggio di cittadini e di eventuali mezzi di soccorso. Tutto questo in assenza di servizi igienici adeguati. Un'iniziativa del tutto controproducente, che solo un'Amministrazione distratta può promuovere.
Ci chiediamo, dunque, chi le pensa queste trovate? Qual è il ritorno per la città? Abbiamo certamente un costo di immagine (sono gli unici costi?), ma quali sarebbero i benefici? Ci auguriamo che il nuovo assessore al Commercio e al Marketing Territoriale, Antonio Ancona, sappia porre fine a questo irresponsabile capolavoro di bruttezza. Nel frattempo invitiamo il Sindaco Tommaso Minervini a riprendere il controllo della città, sottraendolo al sottobosco della sua Amministrazione.
Tra poche settimane comincerà un periodo molto delicato per il commercio locale. A Dicembre (a partire da San Nicola e non solo a ridosso delle feste comandate) le strade della città possono popolarsi o svuotarsi a seconda dell'offerta del territorio. Si operi una guida oculata, che sappia individuare le iniziative più adeguate per massimizzare il ritorno sociale ed economico nella città. Mentre i centri commerciali extraurbani sostituiscono gli spazi pubblici di incontro e socializzazione dei cittadini, non si sfrutti il Natale per accontentare improbabili organizzatori di eventi. Al contrario, si definiscano prima gli obiettivi strategici (culturali, sociali ed economici) e poi si programmino le iniziative. Non vorremmo vedere ancora le periferie abbandonate a se stesse e il centro deturpato da banchetti e bancarelle prive di pregio. E in questa riflessione trovi spazio la certezza che il quadrilatero del commercio non deve diventare una mediocre Porta Portese.