Cronaca
Corso Umberto I: area pedonale invasa dalle auto
Auto ovunque. Molti lasciano la macchina nella gratuita "terra di nessuno".
Molfetta - domenica 7 giugno 2015
10.52
Pensata come un'area felice. Realizzata per il passeggio quotidiano. Ma, con gli anni, mortificata. L'isola pedonale di Corso Umberto I non esiste più. O meglio, esiste solo nella teoria. Già, perché nella pratica quella strada è divenuta di fatto un parcheggio. Una zona franca per non pagare il ticket delle strisce blu e trovare posto senza problemi. Il rischio delle multe? C'è, ma stando a quanto accade deve esser davvero molto basso. È evidente l'uso improprio come è significativa la sistematica assenza dei vigili.
Ogni giorno è una battaglia. Per la precedenza, per il parcheggio da trovare, persino per poter camminare in pace sul marciapiede. Una sfida fantozziana per auto, scooter, biciclette e pedoni che si disputano l'asfalto cittadino. Il risultato? Disordinato. Basta dare un'occhiata in giro, in un giorno qualsiasi: cammini, e senti «drin drin» alle tue spalle: un ciclista chiede spazio. Per non parlare dei claxon che quasi "legittimamente" con il loro suono ti fanno cenno di scansarti. Ma come? In quella zona urbana non c'è un cartello per cicli, motocicli e auto che ammonisce: «divieto di sosta». È li da sempre, è citato persino nei libri di Teoria della Scuola Guida. Ma cosa importerà al conducente che scampanella, suona, dribbla pedoni e frena e riparte pericolosamente?
Insomma, la zona pedonale non è zona per pedoni. Basta passare per Corso Umberto, vicino al liceo classico alla Parrocchia Sacro Cuore per accorgersene. Un'auto è parcheggiata proprio sulla zona inequivocabilmente riservata a chi cammina; per aggirarla, bisogna andare sul marciapiede, sperando ovviamente che qualcuno non parcheggi anche li.
Ogni giorno è una battaglia. Per la precedenza, per il parcheggio da trovare, persino per poter camminare in pace sul marciapiede. Una sfida fantozziana per auto, scooter, biciclette e pedoni che si disputano l'asfalto cittadino. Il risultato? Disordinato. Basta dare un'occhiata in giro, in un giorno qualsiasi: cammini, e senti «drin drin» alle tue spalle: un ciclista chiede spazio. Per non parlare dei claxon che quasi "legittimamente" con il loro suono ti fanno cenno di scansarti. Ma come? In quella zona urbana non c'è un cartello per cicli, motocicli e auto che ammonisce: «divieto di sosta». È li da sempre, è citato persino nei libri di Teoria della Scuola Guida. Ma cosa importerà al conducente che scampanella, suona, dribbla pedoni e frena e riparte pericolosamente?
Insomma, la zona pedonale non è zona per pedoni. Basta passare per Corso Umberto, vicino al liceo classico alla Parrocchia Sacro Cuore per accorgersene. Un'auto è parcheggiata proprio sulla zona inequivocabilmente riservata a chi cammina; per aggirarla, bisogna andare sul marciapiede, sperando ovviamente che qualcuno non parcheggi anche li.