
Coronavirus, i consigli dello pneumologo molfettese Donato Lacedonia
Il medico è impegnato in prima linea all'Ospedale Riuniti di Foggia
Molfetta - sabato 11 aprile 2020
18.00
Nella lotta contro il Coronavirus in Puglia, l'Ospedale Riuniti di Foggia riveste un ruolo di primo piano: presso la struttura foggiana opera anche il molfettese Donato Lacedonia, attivo nell'Unità Operativa di pneumologia.
Nell'unità di terapia semi-intensiva dell'ospedale di Foggia si sta testando anche il Tocilizumab, farmaco contro l'artrite reumatoide che, grazie ad un protocollo del team di medici del Cotugno e del Pascale di Napoli sta fornendo buoni risultati: «Fino a questo momento stiamo ricevendo un buon riscontro ma si tratta pur sempre di dati sperimentali che andranno monitorati nel corso del tempo. In ogni caso, si sta rivelando uno strumento utile per migliorare le condizioni dei contagiati prima che la malattia possa progredire rischiando di condurli in terapia intensiva».
Sul quadro generale della situazione riguardo l'emergenza sanitaria, Lacedonia afferma: «Si registra un calo dei contagi rispetto alle prime settimane ma il percorso è ancora lungo. Siamo nella discesa ma bisogna accettare la gradualità nel decorso dell'epidemia e soprattutto occorre mantenere l'attenzione massima in quanto basterebbe una disattenzione per compromettere quanto fatto fin qui. Dunque è corretto avere un moderato ottimismo ma al tempo stesso bisogna restare con i piedi per terra».
Il Covid-19 è un virus che ha spiazzato tutti inizialmente, per questo non è stato semplice affrontarlo: «La pericolosità del virus sta nel fatto che nel momento in cui entra in contatto con il nostro apparato respiratorio provoca polmoniti interstiziali a rapidissima evoluzione. Pazienti che stanno bene, magari con sintomi lievi, nel giro di pochi giorni possono peggiorare se non si agisce con il giusto tempismo. Questo determina una insufficienza respiratoria, una incapacità dell'apparato respiratorio di procurare adeguato apporto di ossigeno, per questo i casi più gravi necessitano di intubazione».
«Ai cittadini - conclude Lacedonia - non posso che chiedere vivamente di non uscire di casa se non per motivi veramente necessari. Inoltre, quando l'uscita è giustificata, occorre fare attenzione non soltanto al distanziamento sociale ma anche all'utilizzo delle mascherine. Queste vanno sempre indossate fuori di casa ma troppo spesso si ritiene di poter utilizzare più volte quelle monouso. Così facendo, si è molto più esposti al rischio di contagio perché il dispositivo di protezione non risulta igienizzato».
Nell'unità di terapia semi-intensiva dell'ospedale di Foggia si sta testando anche il Tocilizumab, farmaco contro l'artrite reumatoide che, grazie ad un protocollo del team di medici del Cotugno e del Pascale di Napoli sta fornendo buoni risultati: «Fino a questo momento stiamo ricevendo un buon riscontro ma si tratta pur sempre di dati sperimentali che andranno monitorati nel corso del tempo. In ogni caso, si sta rivelando uno strumento utile per migliorare le condizioni dei contagiati prima che la malattia possa progredire rischiando di condurli in terapia intensiva».
Sul quadro generale della situazione riguardo l'emergenza sanitaria, Lacedonia afferma: «Si registra un calo dei contagi rispetto alle prime settimane ma il percorso è ancora lungo. Siamo nella discesa ma bisogna accettare la gradualità nel decorso dell'epidemia e soprattutto occorre mantenere l'attenzione massima in quanto basterebbe una disattenzione per compromettere quanto fatto fin qui. Dunque è corretto avere un moderato ottimismo ma al tempo stesso bisogna restare con i piedi per terra».
Il Covid-19 è un virus che ha spiazzato tutti inizialmente, per questo non è stato semplice affrontarlo: «La pericolosità del virus sta nel fatto che nel momento in cui entra in contatto con il nostro apparato respiratorio provoca polmoniti interstiziali a rapidissima evoluzione. Pazienti che stanno bene, magari con sintomi lievi, nel giro di pochi giorni possono peggiorare se non si agisce con il giusto tempismo. Questo determina una insufficienza respiratoria, una incapacità dell'apparato respiratorio di procurare adeguato apporto di ossigeno, per questo i casi più gravi necessitano di intubazione».
«Ai cittadini - conclude Lacedonia - non posso che chiedere vivamente di non uscire di casa se non per motivi veramente necessari. Inoltre, quando l'uscita è giustificata, occorre fare attenzione non soltanto al distanziamento sociale ma anche all'utilizzo delle mascherine. Queste vanno sempre indossate fuori di casa ma troppo spesso si ritiene di poter utilizzare più volte quelle monouso. Così facendo, si è molto più esposti al rischio di contagio perché il dispositivo di protezione non risulta igienizzato».