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Consorzi di bonifica, Coldiretti esulta per la nuova legge regionale

«No ad acqua all'Acquedotto e alla sua rete colabrodo»

«Bene l'approvazione della legge da parte del Consiglio regionale con la conferma dell'impegno del Presidente Emiliano e dell'Assessore Di Gioia, che si sono assunti l'onere di uscire da una situazione di stallo, riavviando l'attività della bonifica in Puglia. Le scelte della passata politica regionale hanno consegnato una situazione disastrosa di 4 consorzi di bonifica, caduti nelle sabbie mobili commissariali da cui non era certamente facile tirarli fuori. E' stata architettata una formula che, se correttamente applicata, potrebbe rendere finalmente efficiente la gestione della bonifica in Puglia attraverso il Consorzio unico e una messa a regime di servizi a cui dovranno corrispondere eque quote consortili. I consorziati non saranno indebitamente 'caricati' della debitoria pregressa causata dal lungo commissariamento e dalla decisione dell'allora Governo regionale di sospendere la riscossione dei ruoli per 15 anni. Va ricordato, tra l'altro, che la Regione Puglia annualmente ha elargito consistenti anticipazioni finanziarie ai 4 consorzi commissariati, finalizzate esclusivamente alla gestione dell'apparato amministrativo, ma lasciando scoperte le voci di spesa importanti, quali i servizi e la manutenzione delle opere di bonifica, degli invasi, degli impianti irrigui e delle reti idriche, generando scontento tra gli utenti, contenziosi per danni e delegittimazione di fronte all'opinione pubblica».

E' il commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, all'approvazione del disegno di legge contenente le norme straordinarie in materia di Consorzi di bonifica commissariati dopo la lunga maratona in Consiglio regionale.

«Resta la forte perplessità sulla decisione di affidare la direzione tecnica della sezione irrigazione e acquedotti rurali all'Acquedotto pugliese su cui vigileremo – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – perché, aldilà dei requisiti di costituzionalità, è stato fatto passare il messaggio che AQP sia un modello a cui fare riferimento, ente pubblico su cui già pesano reiterate critiche dei cittadini per la discutibile gestione dell'acqua ad uso potabile e della 'rete colabrodo', quando, invece, bastava mutuare l'esperienza del Consorzio di bonifica della Capitanata che costituisce un modello italiano di 'buon autogoverno' e corretta gestione dei servizi. La scelta dei due sub commissari su segnalazione del mondo agricolo è una presa d'atto che è necessaria la conoscenza reale della gestione dei servizi di bonifica sul territorio. Quello approvato ieri è il secondo impianto normativo utile a restituire efficienza ai consorzi di bonifica commissariati che svolgono la delicata funzione nelle aree rurali di prevenire il rischio idraulico e governano la disponibilità di risorse idriche nei tempi e nei luoghi dove i settori economici le richiedano. La mancanza di una organica politica di bonifica comporta, tra l'altro, che lo stesso costo dell'acqua in Puglia sia caratterizzato da profonde ingiustizie»
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Già il 13 marzo 2012 il Consiglio regionale della Puglia aveva approvato la Legge n. 4 "Nuove norme in materia di bonifica integrale e di riordino dei consorzi di bonifica", una legge che nei fatti mai attuata. Le strutture non sono state traghettate dal commissariamento unico all'autogoverno, non è stato mai approvato il piano generale della bonifica, non sono mai stati licenziati i piani di ristrutturazione industriale finalizzati al recupero di efficienza, le opere di manutenzione ordinaria sono state risibili, mentre risultano inesistenti quelle di manutenzione straordinaria, non è stato dato corso all'efficientamento energetico per il sollevamento dell'acqua e alla razionalizzazione dei servizi amministrativi e legali per il contenimento dei costi, anche del contenzioso.

I drammatici effetti dell'incuria e dei profondi cambiamenti climatici che si sono manifestati sul territorio regionale, caratterizzati dal succedersi di eventi estremi non sempre prevedibili, hanno reso non più rinviabile il rilancio dell'attività di Bonifica integrale. Si sono consolidate nel tempo nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non debbono essere scaricate sugli utenti i quali hanno, loro malgrado, subito nell'ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione.
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