De Pinto Nappi de Gennaro
De Pinto Nappi de Gennaro
Vita di città

Connessioni e fratture tra generazioni a Molfetta: la voce dei premiati di "REC"

I giovani talenti raccontano le opere con cui hanno espresso il proprio punto di vista sulla città

Ha avuto luogo lo scorso martedì, nella cornice della Cittadella degli Artisti di Molfetta, la cerimonia di premiazione dei giovani talenti, vincitori del contest Rec Molfetta, volto a raccontare la città attraverso il linguaggio cinematografico.

Si ringraziano per la serata: Corrado Minervini, organizzatore dell'evento assieme al collettivo REC e al Partito Rinascere, l'associazione Rotaract Club, la presentatrice Denise Caputi e il collettivo indipendente REC, il presidente della giuria Mimmo de Ceglie, Laura Scardigno, Felice Spaccavento, la Cittadella degli Artisti con Floriano Mongelli e Beppe Massafra.

"Estrema finzione" - Anna Elisabetta Nappi

A ottenere il primo posto la qualificatissima teatrante Anna Elisabetta Nappi con "Estrema finzione", che così commenta: «Il progetto è nato dall'idea di rivendicare la mancanza di teatri comunali sul suolo molfettese. Ho apprezzato moltissimo il vivo dibattito che è si innescato tra le generazioni presenti all'incontro, rilevando l'effettivo sentirsi apolide della mia. Era necessario dibattere, discutere sul senso di comunità. Mi piacerebbe in futuro, muovere proposte e progetti assieme ai miei coetanei per nuove idee, per costruire qualcosa di innovativo. Nel mio cortometraggio ho voluto trarre ispirazione dalla sfilata finale del film di Fellini "Otto e mezzo" per far rivivere il ricordo del cinema Odeon, gigante addormentato. Ho deciso, dopo un meticoloso studio, di avvalermi del monologo di Oreste Campese nella commedia di Eduardo de Filippo: gli attori sono infatti costretti a vivere, in entrambi i casi, l'assenza di un teatro materiale e, nonostante ciò, sono determinati ad andare avanti».

Vitale la presenza, al fianco della giovane promessa teatrale, di Marco Sallustio, attore presente nel corto e teatrante, ed Anna de Bartolo, organizzatrice di eventi teatrali presso il Teatro stabile di Koreja, collaboratori fidati e saldi nella giusta idea di dover battagliare per riattivare la sopita vita culturale e teatrale molfettese.
6 fotoLa premiazione del concorso "REC" Molfetta
Premiazione concorso REC MolfettaPremiazione concorso REC MolfettaPremiazione concorso REC MolfettaPremiazione concorso REC MolfettaPremiazione concorso REC MolfettaPremiazione concorso REC Molfetta

"Quello che resta di niente" - Mattia de Gennaro

Segue nella classifica il giovane maestro del cinema Mattia de Gennaro con "Quello che resta di niente", il quale dichiara: «Io rielaboro il mio cinema e lo osservo per scoprirne prospettive che non sono riuscito a cogliere in fase di riprese. La lingua del cinema è sempre intima e personale e infatti il corto, una volta montato, non lo considero più mio, ma di tutti. Non ho voluto narrare qualcosa di oggettivo, ho parlato di Molfetta che somiglia fisicamente alla vera città, ma può essere un qualsivoglia luogo. Mi impegno a realizzare un cinema che racconti il dolore, che accomuni le persone. Questo lavoro mi ha dunque permesso di realizzare la catarsi tra passato e presente, filtrati tramite il parabrezza di una smart, che sfociano in un futuro del quale non sono portavoce. Gli audio presenti nel corto sono ispirati alla realtà e raccontano il senso di solitudine e smarrimento del protagonista, incastrato in un paradosso tra il voler ricominciare e non sapere come e dove, perso in un vortice di tristezza, soste, ripensamenti nel quale vorrebbe farsi piccolo e tornare in quel bagagliaio, accompagnato da qualcuno che è tutti e nessuno, mentre la città indifferente ancora pulsa e vive. La regista Chantal Akerman mi ha aiutato moltissimo nello spingermi oltre le prime apparenze, nel guardarmi attorno e cercare oltre il solo mondo del cinema».

"Luci e ombre" - Roberto de Pinto

Premiato infine l'ottimo lavoro del videomaker Roberto de Pinto, che asserisce «Il lavoro è nato da una profonda riflessione personale che ho avuto seguendo un viaggio interrail in solitaria attraverso l'Europa l'estate scorsa: è stato un momento di introspezione e di esplorazione non solo di nuovi luoghi, ma anche di me stesso e delle mie prospettive sul futuro. La decisione di partire da solo era motivata da numerosi bisogni nati dentro di me, uno di questi era la sensazione di incertezza che, credo, affligga molti giovani della mia generazione. Il cortometraggio non è una denuncia di problemi e nemmeno una dichiarazione di soluzioni. La centralità del mio lavoro è stata provare a sottolineare che per molti di noi, alcune delle cose veramente importanti sono qui, nella città nella quale siamo cresciuti. La nostra città ha molte ombre e molti motivi per i quali emigrare ma, come Marcel Proust ha brillantemente osservato, "il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi paesaggi, ma nell'avere nuovi occhi". Dovremmo concentrarci maggiormente sulle luci della nostra città: i nostri affetti più cari. Forse questo da solo non basta per decidere di rimanere qui , ma può fungere da motivazione per impegnarci tutti insieme nel rendere Molfetta un posto migliore, un posto dal quale non scappare ma restare».
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