Vita di città
Compleanno per le Edizioni la Meridiana
In programma anche un laboratorio sulla speranza
Molfetta - martedì 13 gennaio 2015
7.58
I compleanni sono sempre date importanti, da ricordare e festeggiare infatti, in occasione del 28° compleanno della casa editrice la Meridiana presso la sede in via S. Fontana, 10/C si terrà un Open Spice - Laboratorio sulla speranza condotto da Chiara Scardicchio, docente di Progettazione e valutazione dei processi formativi e Didattica dell'organizzazione dei servizi educativi e riabilitativi presso l'Università degli Studi di Foggia.
Come ogni festa che si rispetti, più gente c'è meglio è, l'invito è aperto a tutti per condividere insieme un momento di spensieratezza, ma anche di crescita e condivisione. Questo il tema scelto come invito diffuso anche sulla rete: "Il 13 gennaio venite leggeri. O anche pesanti. Qualcosa accadrà. Coniugando la forza con la leggerezza, la speranza con l'impegno festeggiamo i nostri 28 anni con un seminario/laboratorio gratuito dove proveremo a capire come la speranza può diventare realtà. Perché la speranza non è più solo una virtù. È una scienza. E non ha nulla a che vedere con chi resta col naso all'insù, ad aspettare che arrivi il tempo buono. La speranza, come insegnava don Tonino Bello, è 'impegno robusto". Con queste parole programmatiche Elvira Zaccagnino invita coloro i quali fossero interessati a recarsi martedì 13 alle ore 18,00 in via Sergio Fontana 10/C a Molfetta, dove ha sede la casa editrice.
L'evento è stato promosso anche grazie a una testimonial della speranza Daniela Marcone che è stata scelta come prima figura di spicco. Suo padre Francesco era il Direttore dell' Agenzia delle entrate, barbaramente trucidato a Foggia venti anni fa'. Lei avrebbe non una ma mille e più ragioni per dire che non c'è speranza. E invece lei sceglie altro: sceglie di dire ad esempio che la speranza sono fatti concreti. Oggi Francesco Marcone è riconosciuto come 'vittima del dovere'. A chi ha chiesto: 'ma è un seminario o un laboratorio? Cosa faremo ?', i promotori hanno risposto: vedremo, capiremo, sperimenteremo". "Ecco il primo passo da fare per far spazio alla speranza attiva: accettare anche che non ci sia uno schema, una formula, una parola che ci permetta di inquadrare e di capire se ci conviene, in che misura ci conviene. Se collocarci avanti o dietro nella sala." dicono gli organizzatori per cercare di farci capire di più di questa originale iniziativa che non vuole essere un punto , ma un nuovo inizio.
Come ogni festa che si rispetti, più gente c'è meglio è, l'invito è aperto a tutti per condividere insieme un momento di spensieratezza, ma anche di crescita e condivisione. Questo il tema scelto come invito diffuso anche sulla rete: "Il 13 gennaio venite leggeri. O anche pesanti. Qualcosa accadrà. Coniugando la forza con la leggerezza, la speranza con l'impegno festeggiamo i nostri 28 anni con un seminario/laboratorio gratuito dove proveremo a capire come la speranza può diventare realtà. Perché la speranza non è più solo una virtù. È una scienza. E non ha nulla a che vedere con chi resta col naso all'insù, ad aspettare che arrivi il tempo buono. La speranza, come insegnava don Tonino Bello, è 'impegno robusto". Con queste parole programmatiche Elvira Zaccagnino invita coloro i quali fossero interessati a recarsi martedì 13 alle ore 18,00 in via Sergio Fontana 10/C a Molfetta, dove ha sede la casa editrice.
L'evento è stato promosso anche grazie a una testimonial della speranza Daniela Marcone che è stata scelta come prima figura di spicco. Suo padre Francesco era il Direttore dell' Agenzia delle entrate, barbaramente trucidato a Foggia venti anni fa'. Lei avrebbe non una ma mille e più ragioni per dire che non c'è speranza. E invece lei sceglie altro: sceglie di dire ad esempio che la speranza sono fatti concreti. Oggi Francesco Marcone è riconosciuto come 'vittima del dovere'. A chi ha chiesto: 'ma è un seminario o un laboratorio? Cosa faremo ?', i promotori hanno risposto: vedremo, capiremo, sperimenteremo". "Ecco il primo passo da fare per far spazio alla speranza attiva: accettare anche che non ci sia uno schema, una formula, una parola che ci permetta di inquadrare e di capire se ci conviene, in che misura ci conviene. Se collocarci avanti o dietro nella sala." dicono gli organizzatori per cercare di farci capire di più di questa originale iniziativa che non vuole essere un punto , ma un nuovo inizio.