Politica
Comparto 18, ancora attese: imperdonabili lungaggini
Dopo la variante dell’ottobre 2012, in attesa della VAS
Molfetta - giovedì 10 aprile 2014
7.43
Ennesima puntata per la fiction urbanistica del comparto 18 (a sud dell'asse ferroviario tra via Terlizzi, via Berlinguer e Lama Martina). La giunta Natalicchio ha deciso di (ri)avviare la procedura per la verifica di assoggettabilità a VAS della variante al Piano Urbanistico Esecutivo (PUE) del comparto, secondo quanto sancito dalla Legge Regionale n.44/12 («Disciplina regionale in materia di valutazione ambientale strategica») per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
Stessa procedura è stata intrapresa, ad esempio, per il comparto 5 (nuova zona di espansione tra via Terlizzi e la complanare per la 16bis) e la Maglia Mercato (Via G. Bruno, Corso V. Fornari, Via Terlizzi, Linea Ferroviaria), rallentando probabilmente tutto l'iter di approvazione con il conseguente sforamento dei tempi definiti per legge.
A dicembre 2013 e marzo 2014 il Comune aveva richiesto al Consorzio del comparto proprio la documentazione necessaria per impostare gli atti per la procedura. Eppure, lo stesso Consorzio ad agosto aveva inviato agli uffici comunali il rapporto preliminare di verifica che escludeva proprio la VAS, perché la variante adottata dal Consiglio comunale nell'ottobre del 2012 riproponeva la stessa organizzazione urbanistica e distributiva del piano approvato nel 2008. Infatti, secondo l'art. 8 della L.R. n44, la verifica di assoggettabilità a VAS «si limita ai soli effetti significativi sull'ambiente che non siano stati precedentemente considerati dagli strumenti sovraordinati».
L'unica modifica riguardava la maglia C (in prossimità della centrale elettrica di trasformazione), limitata per includere la fascia di rispetto di 30m richiesta dalle Ferrovie dello Stato, oltre ad alcune variazioni imposte dal Piano di Assetto Idrogeologico.
Con la variante al PUE si sarebbero dovute solo reperire ulteriori aree da destinare all'edificazione, attuando una riperimetrazione delle aree tipizzate a "verde pubblico" nella zona tra il cavalcavia di Via Berlinguer, Via Generale Amato e Viale della Resistenza, spostando le aree a verde (queste, però, non previste dal PRGC), in prossimità dell'area nord della stazione ferroviaria e ai piedi del cavalcavia, lungo la strada vicinale che conduce alla SS 16bis.
Per di più, la verifica di assoggettabilità a VAS era stata già promossa dal Comune lo scorso agosto 2013, pur mancante dell'atto amministrativo di formalizzazione della proposta di piano, in cui includere anche il rapporto preliminare di verifica (carenza amministrativa già segnalata dalla Regione Puglia a ottobre 2013).
Perciò, il Consorzio ha diffidato il Comune di Molfetta affinché si provveda, entro un mese, non solo all'adozione dei relativi atti di formalizzazione della variante del piano, ma, soprattutto, alla conclusione del procedimento di VAS, considerando anche la possibile esclusione del piano dalla valutazione. Tra l'altro, secondo l'art. 8 della L.R. n.44, la procedura si sarebbe dovuta concludere entro 90 giorni.
Completa la documentazione, il procedimento burocratico per la chiusura della pratica non si è ancora concluso: in effetti, numerosi sono i ritardi, ma le motivazioni sconosciute, benché il Consorzio abbia più volte sollecitato gli uffici comunali.
È questo uno stallo urbanistico – non il primo, considerando il blocco totale del settore e una certa confusione – che nuoce gravemente non solo agli uffici comunali, ma soprattutto a compartisti e proprietari dei suoli che, dopo l'approvazione della variante nel 2012, avevano sperato nella celere conclusione della vicenda.
Stessa procedura è stata intrapresa, ad esempio, per il comparto 5 (nuova zona di espansione tra via Terlizzi e la complanare per la 16bis) e la Maglia Mercato (Via G. Bruno, Corso V. Fornari, Via Terlizzi, Linea Ferroviaria), rallentando probabilmente tutto l'iter di approvazione con il conseguente sforamento dei tempi definiti per legge.
A dicembre 2013 e marzo 2014 il Comune aveva richiesto al Consorzio del comparto proprio la documentazione necessaria per impostare gli atti per la procedura. Eppure, lo stesso Consorzio ad agosto aveva inviato agli uffici comunali il rapporto preliminare di verifica che escludeva proprio la VAS, perché la variante adottata dal Consiglio comunale nell'ottobre del 2012 riproponeva la stessa organizzazione urbanistica e distributiva del piano approvato nel 2008. Infatti, secondo l'art. 8 della L.R. n44, la verifica di assoggettabilità a VAS «si limita ai soli effetti significativi sull'ambiente che non siano stati precedentemente considerati dagli strumenti sovraordinati».
L'unica modifica riguardava la maglia C (in prossimità della centrale elettrica di trasformazione), limitata per includere la fascia di rispetto di 30m richiesta dalle Ferrovie dello Stato, oltre ad alcune variazioni imposte dal Piano di Assetto Idrogeologico.
Con la variante al PUE si sarebbero dovute solo reperire ulteriori aree da destinare all'edificazione, attuando una riperimetrazione delle aree tipizzate a "verde pubblico" nella zona tra il cavalcavia di Via Berlinguer, Via Generale Amato e Viale della Resistenza, spostando le aree a verde (queste, però, non previste dal PRGC), in prossimità dell'area nord della stazione ferroviaria e ai piedi del cavalcavia, lungo la strada vicinale che conduce alla SS 16bis.
Per di più, la verifica di assoggettabilità a VAS era stata già promossa dal Comune lo scorso agosto 2013, pur mancante dell'atto amministrativo di formalizzazione della proposta di piano, in cui includere anche il rapporto preliminare di verifica (carenza amministrativa già segnalata dalla Regione Puglia a ottobre 2013).
Perciò, il Consorzio ha diffidato il Comune di Molfetta affinché si provveda, entro un mese, non solo all'adozione dei relativi atti di formalizzazione della variante del piano, ma, soprattutto, alla conclusione del procedimento di VAS, considerando anche la possibile esclusione del piano dalla valutazione. Tra l'altro, secondo l'art. 8 della L.R. n.44, la procedura si sarebbe dovuta concludere entro 90 giorni.
Completa la documentazione, il procedimento burocratico per la chiusura della pratica non si è ancora concluso: in effetti, numerosi sono i ritardi, ma le motivazioni sconosciute, benché il Consorzio abbia più volte sollecitato gli uffici comunali.
È questo uno stallo urbanistico – non il primo, considerando il blocco totale del settore e una certa confusione – che nuoce gravemente non solo agli uffici comunali, ma soprattutto a compartisti e proprietari dei suoli che, dopo l'approvazione della variante nel 2012, avevano sperato nella celere conclusione della vicenda.