Politica
Comitato Molfetta per Elly Schlein: «Al fianco della Segretaria per cambiare davvero»
La nota: «Quadro avvilente e desolante di certe modalità di raccolta del consenso»
Molfetta - lunedì 15 aprile 2024
13.25
Il Comitato Molfetta per Elly Schlein ha voluto commentare gli ultimi sviluppi politici registrati sul territorio regionale, contestualizzando il tutto rispetto alla situazione in seno al Partito Democratico:
"Le notizie di questi giorni sulle inchieste giudiziarie che coinvolgono, in Puglia, politici e amministratori del Partito Democratico, tratteggiano un quadro avvilente e desolante di certe modalità di raccolta del consenso e di una certa gestione del potere pubblico nella nostra regione".
"Il tratto comune di tutte le notizie che stanno sconvolgendo il quadro politico regionale è uno solo: il trasformismo, e cioè la perenne transumanza di ceto politico e delle rispettive clientele da una parte all'altra dell'arco costituzionale, sempre alla corte del vincente di turno e alla perenne ricerca di un vantaggio personale, in termini di incarichi politici, istituzionali, di indennità o prebende. Eppure dovremmo sapere che il trasformismo, facendo saltare le differenze tra idee, storie personali e percorsi politici, rappresenta la fine della buona politica e diventa l'anticamera di illegalità e corruzione".
"Oggi in tanti, qui in Puglia, fingono ipocritamente di meravigliarsi o di scandalizzarsi, ma era tutto evidente da tempo. Per anni nel centrosinistra e nel Partito Democratico si è pensato che il metodo più semplice per prevalere nelle contese elettorali non fosse quello di convincere gli elettori con proposte e programmi, preferendo raccattare sui territori portatori di voti e di clientele, senza alcuna considerazione per la loro provenienza politica o per le loro idee. Nulla importava quanto il numero di preferenze che potevano esprimere, in qualunque modo fossero raccolte".
"Chiunque abbia vissuto le campagne elettorali degli ultimi anni in Puglia, dalle amministrative alle regionali, sa come sono andate le cose. Da Molfetta a Monopoli, passando per Bisceglie, Giovinazzo, Triggiano, Barletta, Altamura, Nardò. Ovunque. In ogni città il sistema è sempre stato lo stesso. E in ogni città, a ogni trasformismo, a ogni salto della quaglia, ogni volta la buona politica perdeva credibilità, perdeva terreno, perdeva agibilità, a favore degli "zompafossi" o dei trasformisti del momento che si riciclavano entrando direttamente nel PD con il plauso dei segretari regionali e provinciali del momento, o costituendo una pletora infinita di "liste civiche" che ben presto si sono trasformate in liste "ciniche", ché di civismo non avevano nulla".
"Questo sistema, va ricordato, non è nato casualmente, ma è stato teorizzato con interviste, interventi sui giornali, convegni. Si è provato a "nobilitare" il trasformismo, male atavico nel nostro Paese, come una pratica politica necessaria, innovativa addirittura. Autorevoli dirigenti del nostro partito hanno sostenuto il modello "arcipelago", con il PD al centro del sistema e attorno uno stuolo di liste "ciniche" dai nomi sempre più improbabili, che facevano riferimento al cacicco locale di turno".
"E allora gli scandali di oggi non possono destare meraviglia, sono la logica conseguenza delle scelte compiute da almeno dieci anni a questa parte, in Puglia, dal Partito Democratico. Dinnanzi a questo scenario in tanti negli anni scorsi ci siamo allontanati dal Partito Democratico, pur avendo contribuito a fondarlo. Le sezioni si sono svuotate, i circoli hanno chiuso. Ma bisogna con onestà riconoscere che gli episodi che oggi stanno emergendo sono espressione di una stagione politica ormai alle spalle. Le primarie del 2023, infatti, con l'elezione di Elly Schlein alla Segreteria nazionale del Partito Democratico hanno inaugurato finalmente una fase nuova nel PD e nel centrosinistra".
"I segnali di una radicale inversione di tendenza rispetto a certi fenomeni degenerativi sono apparsi subito evidenti sin dall'insediamento della nuova Segretaria e la posizione da quest'ultima assunta in questi giorni dinnanzi al "caso Puglia" è stata netta e chiara, avendo imposto con forza e un po' di ruvidezza al Presidente Emiliano di cambiare radicalmente rotta. Noi, che a Molfetta abbiamo sostenuto la candidatura di Elly Schlein sin dalla prima ora, condividiamo questa impostazione e siamo orgogliosamente al fianco della nuova Segretaria in questo sforzo di rinnovamento, confermando la scelta che abbiamo fatto lo scorso anno di rientrare nel Partito Democratico per contribuire al suo cambiamento necessario, dal momento che il PD rappresenta l'unica forza politica radicata su tutto il territorio nazionale, che si richiama ai valori del Partito Socialista Europeo, e in grado di rappresentare un'alternativa reale e credibile alla destra".
"Dinnanzi a noi, pertanto, c'è un'occasione che non possiamo mancare. Il cambiamento costa fatica ed è una lotta quotidiana non facile, ma mai come oggi è indispensabile. Lo dobbiamo alla vasta platea di persone per bene che costituiscono la comunità democratica a Molfetta e non solo, e che guardano lo spettacolo di questi giorni con sgomento e smarrimento. Ma ora, finalmente, è giunto il tempo di mollare gli ormeggi del trasformismo e di tornare a navigare nel mare aperto della buona politica".
"Le notizie di questi giorni sulle inchieste giudiziarie che coinvolgono, in Puglia, politici e amministratori del Partito Democratico, tratteggiano un quadro avvilente e desolante di certe modalità di raccolta del consenso e di una certa gestione del potere pubblico nella nostra regione".
"Il tratto comune di tutte le notizie che stanno sconvolgendo il quadro politico regionale è uno solo: il trasformismo, e cioè la perenne transumanza di ceto politico e delle rispettive clientele da una parte all'altra dell'arco costituzionale, sempre alla corte del vincente di turno e alla perenne ricerca di un vantaggio personale, in termini di incarichi politici, istituzionali, di indennità o prebende. Eppure dovremmo sapere che il trasformismo, facendo saltare le differenze tra idee, storie personali e percorsi politici, rappresenta la fine della buona politica e diventa l'anticamera di illegalità e corruzione".
"Oggi in tanti, qui in Puglia, fingono ipocritamente di meravigliarsi o di scandalizzarsi, ma era tutto evidente da tempo. Per anni nel centrosinistra e nel Partito Democratico si è pensato che il metodo più semplice per prevalere nelle contese elettorali non fosse quello di convincere gli elettori con proposte e programmi, preferendo raccattare sui territori portatori di voti e di clientele, senza alcuna considerazione per la loro provenienza politica o per le loro idee. Nulla importava quanto il numero di preferenze che potevano esprimere, in qualunque modo fossero raccolte".
"Chiunque abbia vissuto le campagne elettorali degli ultimi anni in Puglia, dalle amministrative alle regionali, sa come sono andate le cose. Da Molfetta a Monopoli, passando per Bisceglie, Giovinazzo, Triggiano, Barletta, Altamura, Nardò. Ovunque. In ogni città il sistema è sempre stato lo stesso. E in ogni città, a ogni trasformismo, a ogni salto della quaglia, ogni volta la buona politica perdeva credibilità, perdeva terreno, perdeva agibilità, a favore degli "zompafossi" o dei trasformisti del momento che si riciclavano entrando direttamente nel PD con il plauso dei segretari regionali e provinciali del momento, o costituendo una pletora infinita di "liste civiche" che ben presto si sono trasformate in liste "ciniche", ché di civismo non avevano nulla".
"Questo sistema, va ricordato, non è nato casualmente, ma è stato teorizzato con interviste, interventi sui giornali, convegni. Si è provato a "nobilitare" il trasformismo, male atavico nel nostro Paese, come una pratica politica necessaria, innovativa addirittura. Autorevoli dirigenti del nostro partito hanno sostenuto il modello "arcipelago", con il PD al centro del sistema e attorno uno stuolo di liste "ciniche" dai nomi sempre più improbabili, che facevano riferimento al cacicco locale di turno".
"E allora gli scandali di oggi non possono destare meraviglia, sono la logica conseguenza delle scelte compiute da almeno dieci anni a questa parte, in Puglia, dal Partito Democratico. Dinnanzi a questo scenario in tanti negli anni scorsi ci siamo allontanati dal Partito Democratico, pur avendo contribuito a fondarlo. Le sezioni si sono svuotate, i circoli hanno chiuso. Ma bisogna con onestà riconoscere che gli episodi che oggi stanno emergendo sono espressione di una stagione politica ormai alle spalle. Le primarie del 2023, infatti, con l'elezione di Elly Schlein alla Segreteria nazionale del Partito Democratico hanno inaugurato finalmente una fase nuova nel PD e nel centrosinistra".
"I segnali di una radicale inversione di tendenza rispetto a certi fenomeni degenerativi sono apparsi subito evidenti sin dall'insediamento della nuova Segretaria e la posizione da quest'ultima assunta in questi giorni dinnanzi al "caso Puglia" è stata netta e chiara, avendo imposto con forza e un po' di ruvidezza al Presidente Emiliano di cambiare radicalmente rotta. Noi, che a Molfetta abbiamo sostenuto la candidatura di Elly Schlein sin dalla prima ora, condividiamo questa impostazione e siamo orgogliosamente al fianco della nuova Segretaria in questo sforzo di rinnovamento, confermando la scelta che abbiamo fatto lo scorso anno di rientrare nel Partito Democratico per contribuire al suo cambiamento necessario, dal momento che il PD rappresenta l'unica forza politica radicata su tutto il territorio nazionale, che si richiama ai valori del Partito Socialista Europeo, e in grado di rappresentare un'alternativa reale e credibile alla destra".
"Dinnanzi a noi, pertanto, c'è un'occasione che non possiamo mancare. Il cambiamento costa fatica ed è una lotta quotidiana non facile, ma mai come oggi è indispensabile. Lo dobbiamo alla vasta platea di persone per bene che costituiscono la comunità democratica a Molfetta e non solo, e che guardano lo spettacolo di questi giorni con sgomento e smarrimento. Ma ora, finalmente, è giunto il tempo di mollare gli ormeggi del trasformismo e di tornare a navigare nel mare aperto della buona politica".