Come diventare insegnanti
Il quarto incontro promosso dal Comitato per la scuola pubblica si terrà mercoledì 14 dicembre
Molfetta - lunedì 12 dicembre 2016
11.32
Il Comitato per la Scuola Pubblica commenta l'esito del referendum e invita al quarto incontro di formazione, auspicando che le forze politiche e sindacali più sane mobilitino il Paese per l'abrogazione del Jobs Act e della "Buona Scuola".
Nella relativa nota stampa si legge: «Il Comitato per la Scuola Pubblica molfettese festeggia il risultato ottenuto alle urne il 4 dicembre e invita, mercoledì 14 dicembre alle ore 18 in Piazza Paradiso n. 20, i docenti e gli aspiranti docenti all'incontro di formazione "Come diventare insegnanti: titoli di accesso per supplenze, abilitazione alle nuove classi d'insegnamento e classi di concorso, tra lauree, TFA, PAS, concorso a cattedra e nuovo tirocinio. Dal diritto al dovere della formazione non retribuita per i docenti".
Il No del 4 dicembre non segna soltanto la volontà di fermare il governo Renzi del Jobs Act e della "Buona Scuola" della legge 107, errori di una legislazione leaderista - in linea con il berlusconismo – ma segna l'inizio di una presa di coscienza di classe contro le politiche liberiste di una classe lavoratrice esposta, nel settore pubblico, alla discrezionalità dei Dirigenti Scolastici e nel settore privato, alla negazione della certezza del diritto e allo sfruttamento del lavoro da parte di poteri forti e di una politica strumentalizzata e appannaggio dell'economia.
Il No del 4 dicembre è stato il No dei giovani disoccupati e dei più poveri del Paese, un No trainato dal Sud del Paese con punte oltre il 67% in Puglia... è stato il No forte e chiaro a una sinistra riformista che chiude ospedali in Puglia mentre nel sistema Italia non rappresenta più i lavoratori e disoccupati facendosi forte di un sistema elettorale maggioritario che di fatto esclude dalla rappresentanza le istanze dei più deboli, dei giovani disoccupati, dei poveri che non sono più la minoranza nel Paese».
«La difesa della Costituzione "fondata sul lavoro" - prosegue il comunicato - sta ad indicare che nessuna forza politica... può somministrare al Paese leggi ingiuste come il Jobs Act con licenziamento senza giusta causa e contratti precari a chiamata anche di un solo giorno, e la "Buona Scuola" della legge 107/2015. Al No del 4 dicembre dovrà seguire un percorso di mobilitazione delle forze politiche e sindacali più sane del Paese per l'abrogazione di esse.
Il No del 4 dicembre è un No di riscatto sociale, un No che aiuta a crescere, è il No anche dei 100 mila supplenti precari che, invece di essere stabilizzati dopo 36 mesi di reiterati contratti - come la Corte di Giustizia europea ha sentenziato nel 2014 - ed essere formati e poter così conseguire i titoli richiesti attualmente per insegnare, la "Buona Scuola" espelle per sempre dal mondo della scuola. Il 4 dicembre è stato anche il giorno del No dei supplenti delle graduatorie d'istituto che non riescono ad abilitarsi a seguito della chiusura delle scuole di specializzazione (SISS), è stato il No dei docenti che si recano all'estero per conseguire costosi titoli di abilitazione per l'insegnamento riconosciuti dal Miur, è infine lo scandaloso No dei docenti abilitati che hanno superato concorso nel 2016 e si ritrovano ancora senza cattedra assieme ai professori "idonei", usciti da selezioni durissime ma che di fatto sono a spasso, senza cattedra, un posto, una scuola. La scuola pubblica è da difendere ancora, ripartiamo dal 4 dicembre per abrogare la 107!».
Nella relativa nota stampa si legge: «Il Comitato per la Scuola Pubblica molfettese festeggia il risultato ottenuto alle urne il 4 dicembre e invita, mercoledì 14 dicembre alle ore 18 in Piazza Paradiso n. 20, i docenti e gli aspiranti docenti all'incontro di formazione "Come diventare insegnanti: titoli di accesso per supplenze, abilitazione alle nuove classi d'insegnamento e classi di concorso, tra lauree, TFA, PAS, concorso a cattedra e nuovo tirocinio. Dal diritto al dovere della formazione non retribuita per i docenti".
Il No del 4 dicembre non segna soltanto la volontà di fermare il governo Renzi del Jobs Act e della "Buona Scuola" della legge 107, errori di una legislazione leaderista - in linea con il berlusconismo – ma segna l'inizio di una presa di coscienza di classe contro le politiche liberiste di una classe lavoratrice esposta, nel settore pubblico, alla discrezionalità dei Dirigenti Scolastici e nel settore privato, alla negazione della certezza del diritto e allo sfruttamento del lavoro da parte di poteri forti e di una politica strumentalizzata e appannaggio dell'economia.
Il No del 4 dicembre è stato il No dei giovani disoccupati e dei più poveri del Paese, un No trainato dal Sud del Paese con punte oltre il 67% in Puglia... è stato il No forte e chiaro a una sinistra riformista che chiude ospedali in Puglia mentre nel sistema Italia non rappresenta più i lavoratori e disoccupati facendosi forte di un sistema elettorale maggioritario che di fatto esclude dalla rappresentanza le istanze dei più deboli, dei giovani disoccupati, dei poveri che non sono più la minoranza nel Paese».
«La difesa della Costituzione "fondata sul lavoro" - prosegue il comunicato - sta ad indicare che nessuna forza politica... può somministrare al Paese leggi ingiuste come il Jobs Act con licenziamento senza giusta causa e contratti precari a chiamata anche di un solo giorno, e la "Buona Scuola" della legge 107/2015. Al No del 4 dicembre dovrà seguire un percorso di mobilitazione delle forze politiche e sindacali più sane del Paese per l'abrogazione di esse.
Il No del 4 dicembre è un No di riscatto sociale, un No che aiuta a crescere, è il No anche dei 100 mila supplenti precari che, invece di essere stabilizzati dopo 36 mesi di reiterati contratti - come la Corte di Giustizia europea ha sentenziato nel 2014 - ed essere formati e poter così conseguire i titoli richiesti attualmente per insegnare, la "Buona Scuola" espelle per sempre dal mondo della scuola. Il 4 dicembre è stato anche il giorno del No dei supplenti delle graduatorie d'istituto che non riescono ad abilitarsi a seguito della chiusura delle scuole di specializzazione (SISS), è stato il No dei docenti che si recano all'estero per conseguire costosi titoli di abilitazione per l'insegnamento riconosciuti dal Miur, è infine lo scandaloso No dei docenti abilitati che hanno superato concorso nel 2016 e si ritrovano ancora senza cattedra assieme ai professori "idonei", usciti da selezioni durissime ma che di fatto sono a spasso, senza cattedra, un posto, una scuola. La scuola pubblica è da difendere ancora, ripartiamo dal 4 dicembre per abrogare la 107!».