Cronaca
Colpevole di estorsione tentata e consumata: Francesco Raguseo condannato a 7 anni
All'85enne imprenditore anche una multa di 1.500 euro da parte del Tribunale di Trani
Molfetta - giovedì 1 febbraio 2018
16.26
7 anni di reclusione e 1.500 euro di multa. Questa la pena comminata dal Tribunale di Trani a Francesco Raguseo, 85enne imprenditore edile molfettese riconosciuto colpevole, in primo grado, di estorsione tentata e consumata.
In qualità di amministratore della Someco s.r.l., avrebbe preteso somme in più, indebite, da alcuni potenziali acquirenti di alloggi di edilizia convenzionata realizzati nella zona dell'ospedale di Molfetta per cui la Someco ad altre società si erano aggiudicate le gare bandite dal Comune nel 2004. Dichiarati estinti per prescrizione i reati di truffa aggravata, abuso d'ufficio ed altre ipotesi di tentata estorsione aggravata di cui pure rispondeva Raguseo.
L'imprenditore è stato dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, in stato d'interdizione legale durante la pena ed interdetto dalla professione di imprenditore e da uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese. Il Tribunale l'ha assolto per ulteriori ipotesti di estorsione aggravata "perché il fatto non sussiste" con l'equivalente della vecchia formula dell'insufficienza di prove.
Assolta con formula dubitativa "per non aver commesso il fatto" Nicoletta Palmitessa, legale rappresentante della società Euro 2000 di Barletta dall'ipotesi di tentata estorsione. Lo stesso reato è stato dichiarato prescritto anche per Pierluigi Antonio Guerriero e Giovanna Solfrizzo rispettivamente legali rappresentanti del Consorzio Meridionale per la Cooperazione, di Foggia, e della Edil 3 s.r.l. di Barletta.
Gli imprenditori edili sono stati ritenuti "incaricati di pubblico servizio". Il Tribunale ha dichiarato insussistente l'illecito amministrativo contestato alla Someco s.r.l. 10.000 euro la provvisionale riconosciuta agli aspiranti acquirenti ritenuti danneggiati ed al Comune di Molfetta, costituti parte civile.
L'inchiesta del pubblico ministero tranese Silvia Curione, che coordinò l'attività investigativa della Guardia di Finanza, interessò anche l'ex sindaco Antonio Azzollini, scagionato nel 2014 dal giudice per l'udienza preliminare, che, invece, rinviò a giudizio gli altri 5 imputati.
In qualità di amministratore della Someco s.r.l., avrebbe preteso somme in più, indebite, da alcuni potenziali acquirenti di alloggi di edilizia convenzionata realizzati nella zona dell'ospedale di Molfetta per cui la Someco ad altre società si erano aggiudicate le gare bandite dal Comune nel 2004. Dichiarati estinti per prescrizione i reati di truffa aggravata, abuso d'ufficio ed altre ipotesi di tentata estorsione aggravata di cui pure rispondeva Raguseo.
L'imprenditore è stato dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, in stato d'interdizione legale durante la pena ed interdetto dalla professione di imprenditore e da uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese. Il Tribunale l'ha assolto per ulteriori ipotesti di estorsione aggravata "perché il fatto non sussiste" con l'equivalente della vecchia formula dell'insufficienza di prove.
Assolta con formula dubitativa "per non aver commesso il fatto" Nicoletta Palmitessa, legale rappresentante della società Euro 2000 di Barletta dall'ipotesi di tentata estorsione. Lo stesso reato è stato dichiarato prescritto anche per Pierluigi Antonio Guerriero e Giovanna Solfrizzo rispettivamente legali rappresentanti del Consorzio Meridionale per la Cooperazione, di Foggia, e della Edil 3 s.r.l. di Barletta.
Gli imprenditori edili sono stati ritenuti "incaricati di pubblico servizio". Il Tribunale ha dichiarato insussistente l'illecito amministrativo contestato alla Someco s.r.l. 10.000 euro la provvisionale riconosciuta agli aspiranti acquirenti ritenuti danneggiati ed al Comune di Molfetta, costituti parte civile.
L'inchiesta del pubblico ministero tranese Silvia Curione, che coordinò l'attività investigativa della Guardia di Finanza, interessò anche l'ex sindaco Antonio Azzollini, scagionato nel 2014 dal giudice per l'udienza preliminare, che, invece, rinviò a giudizio gli altri 5 imputati.