Politica
Città metropolitana, elezioni il 28 settembre
Alle urne sindaci e consiglieri comunali
Molfetta - lunedì 18 agosto 2014
15.13
Nuove elezioni in arrivo fissate per il 28 Settembre 2014, per le province e le città metropolitane. Tutto è partito con la legge "Delrio" che ha reintrodotto le città metropolitane e che andrà ad apportare cambiamenti all'ordinamento delle Province e stabilire che, laddove esista una Città Metropolitana, la Provincia viene "sciolta" e fatta coincidere con la Città Metropolitana. Il binomio Bari - Citta Metropolitana assorbirà 41 comuni che dopo le elezioni saranno governati dal Sindaco Metropolitano, ovvero il Sindaco di Bari, Antonio Decaro. Il consiglio metropolitano sarà eletto da soli 759 votanti che sono consiglieri comunali, sindaci, ex consiglieri provinciali ed ex presidente provinciale. Gli stessi sono gli unici che potranno candidarsi. Verranno eletti 18 consiglieri metropolitani (facendo riferimento al voto ponderato) che andranno poi a comporre il Consiglio, che avrà compiti di indirizzo e di controllo politico-amministrativo estesi ai Comuni aderenti alla Città metropolitana.
Il Consiglio della città metropolitana sarà un organismo di secondo livello, sarà cioè eletto dai consiglieri già scelti dai cittadini nei singoli comuni alle ultime amministrative.
Per quanto riguarda i candidati per la composizione dell'organismo di secondo livello, il toto consiglieri punta sui nomi del sindaco Paola Natalicchio, del presidente del Consiglio comunale Nicola Piergiovanni e dei consiglieri di maggioranza Annalisa Altomare e Giuseppe Percoco. Mentre per il centrodestra nomi caldi sono quelli di Luigi Roselli e Saverio Tammacco entrambi consiglieri di minoranza
L'idea della città metropolitana è tutt'altro che nuova per il nostro Paese. È un idea nata nel lontano 1990, quando la Legge n. 142 introdusse per la prima volta due livelli per l'amministrazione locale: la città metropolitana e i comuni. Sempre la legge n.142 individuò anche gli organi di governo della città metropolitana (consiglio, giunta e sindaco metropolitano) e le funzioni, fra cui: pianificazione territoriale; viabilità, traffico e trasporti; tutela e valorizzazione dei beni culturali e dell'ambiente; trattamento e smaltimento dei rifiuti; servizi di area vasta nei settori della sanità, della scuola e delle formazione professionale. La stessa legge indicava come metropolitane le aree di Roma, Milano, Genova, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Venezia e Bari. A queste, le Regioni a Statuto Speciale proposero di aggiungere Trieste, Cagliari, Palermo, Messina, Catania. A distanza di anni, la L. n. 42 del 2009 aggiunse alla lista anche Reggio Calabria, per un totale di 15 città metropolitane.
Dopo un iter frammentario e una varia serie di tentativi avuti nel corso degli anni allo scopo di velocizzare il processo di formazione delle città metropolitane avuti rispettivamente prima con le L. n. 436 del 1993 e L. n. 265 del 1999, e poi con il D. Lgs. n. 267 del 2000 di approvazione del Tuel - Testo Unico Enti Locali. Proprio in tale Decreto Legislativo gli articoli 22 e 23 del Tuel erano dedicati alle Aree Metropolitane e alle Città Metropolitane (definizioni, modalità istitutive e finalità), poi abrogati dodici anni più tardi. Si arriva così alla riforma del Titolo V con la L.C. n. 3 del 2001, con la quale arriva la legittimazione costituzionale delle città metropolitane (novellato art. 114 della Costituzione) che le dotava di autonomia tributaria e impositiva. Il Titolo V della Costituzione, nonostante la riforma è stato oggetto di una rivalutazione non proprio attuata a regola d'arte tanto da renderla concreta. La L. n. 42 del 2009, di delega al Governo per la realizzazione del Titolo V, annoverava anche le città metropolitane e, ha riscritto la disciplina per la loro istituzione.
Tutti i programmi e le previsioni sulle Città Metropolitane della L. 42 del 2009 furono abrogate negli anni scorsi dalla spending review tanto cara al Governo "Monti" con la L. n. 135 del 2012 che sostituiva, a partire dal 1° Gennaio 2014, dieci Province con altrettante Città Metropolitane. La sentenza della Corte Costituzionale n. 220 del 2013 ha fatto poi decadere le previsioni di questa parte della spending review. La tematica delle Città metropolitane ha di recente preso corpo grazie al Ddl presentato il 20 Agosto del 2013 dal Governo "Letta" (cosiddetta riforma "Delrio") e trasformato nella L. n. 56 ad inizio Aprile 2014 divenendo uno dei primi interventi del Governo Renzi. Secondo la nuova legge, le città metropolitane dovranno perseguire le seguenti finalità istituzionali generali: cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano; promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione; cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, ivi comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee (comma 2, articolo 1).
Il Consiglio della città metropolitana sarà un organismo di secondo livello, sarà cioè eletto dai consiglieri già scelti dai cittadini nei singoli comuni alle ultime amministrative.
Per quanto riguarda i candidati per la composizione dell'organismo di secondo livello, il toto consiglieri punta sui nomi del sindaco Paola Natalicchio, del presidente del Consiglio comunale Nicola Piergiovanni e dei consiglieri di maggioranza Annalisa Altomare e Giuseppe Percoco. Mentre per il centrodestra nomi caldi sono quelli di Luigi Roselli e Saverio Tammacco entrambi consiglieri di minoranza
L'idea della città metropolitana è tutt'altro che nuova per il nostro Paese. È un idea nata nel lontano 1990, quando la Legge n. 142 introdusse per la prima volta due livelli per l'amministrazione locale: la città metropolitana e i comuni. Sempre la legge n.142 individuò anche gli organi di governo della città metropolitana (consiglio, giunta e sindaco metropolitano) e le funzioni, fra cui: pianificazione territoriale; viabilità, traffico e trasporti; tutela e valorizzazione dei beni culturali e dell'ambiente; trattamento e smaltimento dei rifiuti; servizi di area vasta nei settori della sanità, della scuola e delle formazione professionale. La stessa legge indicava come metropolitane le aree di Roma, Milano, Genova, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Venezia e Bari. A queste, le Regioni a Statuto Speciale proposero di aggiungere Trieste, Cagliari, Palermo, Messina, Catania. A distanza di anni, la L. n. 42 del 2009 aggiunse alla lista anche Reggio Calabria, per un totale di 15 città metropolitane.
Dopo un iter frammentario e una varia serie di tentativi avuti nel corso degli anni allo scopo di velocizzare il processo di formazione delle città metropolitane avuti rispettivamente prima con le L. n. 436 del 1993 e L. n. 265 del 1999, e poi con il D. Lgs. n. 267 del 2000 di approvazione del Tuel - Testo Unico Enti Locali. Proprio in tale Decreto Legislativo gli articoli 22 e 23 del Tuel erano dedicati alle Aree Metropolitane e alle Città Metropolitane (definizioni, modalità istitutive e finalità), poi abrogati dodici anni più tardi. Si arriva così alla riforma del Titolo V con la L.C. n. 3 del 2001, con la quale arriva la legittimazione costituzionale delle città metropolitane (novellato art. 114 della Costituzione) che le dotava di autonomia tributaria e impositiva. Il Titolo V della Costituzione, nonostante la riforma è stato oggetto di una rivalutazione non proprio attuata a regola d'arte tanto da renderla concreta. La L. n. 42 del 2009, di delega al Governo per la realizzazione del Titolo V, annoverava anche le città metropolitane e, ha riscritto la disciplina per la loro istituzione.
Tutti i programmi e le previsioni sulle Città Metropolitane della L. 42 del 2009 furono abrogate negli anni scorsi dalla spending review tanto cara al Governo "Monti" con la L. n. 135 del 2012 che sostituiva, a partire dal 1° Gennaio 2014, dieci Province con altrettante Città Metropolitane. La sentenza della Corte Costituzionale n. 220 del 2013 ha fatto poi decadere le previsioni di questa parte della spending review. La tematica delle Città metropolitane ha di recente preso corpo grazie al Ddl presentato il 20 Agosto del 2013 dal Governo "Letta" (cosiddetta riforma "Delrio") e trasformato nella L. n. 56 ad inizio Aprile 2014 divenendo uno dei primi interventi del Governo Renzi. Secondo la nuova legge, le città metropolitane dovranno perseguire le seguenti finalità istituzionali generali: cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano; promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione; cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, ivi comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee (comma 2, articolo 1).