660 nuovi cassettoni al cimitero. Il Comune risolve il contratto con l'impresa edile
Lavori sospesi da mesi. L'Ente: «Gravi inadempienze»
Molfetta - martedì 8 agosto 2017
Dovevano segnare la ripresa di sepolture dignitose per i defunti, invece potrebbero essere il definitivo ko per il cimitero.
Infatti, il Comune di Molfetta ha provveduto alla risoluzione del contratto stipulato con la ditta edile che aveva ottenuto l'appalto per la realizzazione di 660 cassettoni nel muro di cinta ad ovest della zona di espansione del campo santo.
«Gravi inadempienze», afferma l'Ente che ha provveduto anche alla diffida e alla messa in mora della controparte e che darà comunicazione della decisione anche all'Anac e alla Regione Puglia.
Stando a quanto si apprende da documenti resi noti dallo stesso Comune, la situazione sarebbe precipitata tra l'inverno e la primavera 2017.
Ma andiamo con ordine.
Nel 2014 la Giunta Comunale approva il progetto di ampliamento del cimitero: 1144 cassettoni in totale da costruirsi in due lotti, il primo di 660 e il secondo 440. Non la soluzione del problema, certo, ma sicuramente un passo in avanti notevole per mettere almeno una pezza alla pratica dei depositi.
I lavori iniziano il 25 agosto del 2015 e, secondo le previsioni, sarebbero durati fino al 18 agosto del 2016; tuttavia, a settembre 2016 il Comune accoglie la richiesta dell'impresa edile: 104 giorni di proroga per l'ultimazione, 30 novembre 2011 data della consegna.
Ad ottobre del 2016 altri quindici giorni di proroga dal momento che era stata accolta una variante al progetto.
I lavori, tuttavia, si arrestano a inizio anno.
Molfetta è coperta dalla neve: impossibile accedere all'area, impossibile lavorare in sicurezza. Dopo l'emergenza, esattamente il 16 gennaio, riunione tecnica al Comune: i lavori sarebbero ripresi e si sarebbero conclusi il 20 febbraio 2017. Ma ciò non accade. Nonostante le sollecitazioni comunali.
Ad aprile il Comune insiste: o si riprendono i lavori, oppure sarà contestazione. E nonostante due inviti, la ditta nemmeno si presenta al sopralluogo fissato per la fine della primavera.
Così si arriva a giugno.
Il Comune redige un verbale sui lavori: emergono opere non eseguite o incollaudabili. Il 14 giugno la comunicazione alla ditta: sedici giorni per controdedurre oppure il Comune avrebbe optato per la risoluzione del contratto per gravi inadempimenti.
Come poi avvenuto.
Infatti, il Comune di Molfetta ha provveduto alla risoluzione del contratto stipulato con la ditta edile che aveva ottenuto l'appalto per la realizzazione di 660 cassettoni nel muro di cinta ad ovest della zona di espansione del campo santo.
«Gravi inadempienze», afferma l'Ente che ha provveduto anche alla diffida e alla messa in mora della controparte e che darà comunicazione della decisione anche all'Anac e alla Regione Puglia.
Stando a quanto si apprende da documenti resi noti dallo stesso Comune, la situazione sarebbe precipitata tra l'inverno e la primavera 2017.
Ma andiamo con ordine.
Nel 2014 la Giunta Comunale approva il progetto di ampliamento del cimitero: 1144 cassettoni in totale da costruirsi in due lotti, il primo di 660 e il secondo 440. Non la soluzione del problema, certo, ma sicuramente un passo in avanti notevole per mettere almeno una pezza alla pratica dei depositi.
I lavori iniziano il 25 agosto del 2015 e, secondo le previsioni, sarebbero durati fino al 18 agosto del 2016; tuttavia, a settembre 2016 il Comune accoglie la richiesta dell'impresa edile: 104 giorni di proroga per l'ultimazione, 30 novembre 2011 data della consegna.
Ad ottobre del 2016 altri quindici giorni di proroga dal momento che era stata accolta una variante al progetto.
I lavori, tuttavia, si arrestano a inizio anno.
Molfetta è coperta dalla neve: impossibile accedere all'area, impossibile lavorare in sicurezza. Dopo l'emergenza, esattamente il 16 gennaio, riunione tecnica al Comune: i lavori sarebbero ripresi e si sarebbero conclusi il 20 febbraio 2017. Ma ciò non accade. Nonostante le sollecitazioni comunali.
Ad aprile il Comune insiste: o si riprendono i lavori, oppure sarà contestazione. E nonostante due inviti, la ditta nemmeno si presenta al sopralluogo fissato per la fine della primavera.
Così si arriva a giugno.
Il Comune redige un verbale sui lavori: emergono opere non eseguite o incollaudabili. Il 14 giugno la comunicazione alla ditta: sedici giorni per controdedurre oppure il Comune avrebbe optato per la risoluzione del contratto per gravi inadempimenti.
Come poi avvenuto.