Cronaca
Caso Claudia De Chirico, il Gup di Trani si riserva la decisione
I genitori della 22enne non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio, mentre la Procura ha insistito sulla richiesta d'archiviazione
Molfetta - venerdì 12 gennaio 2024
22.10
Si è discussa in mattinata davanti alla giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, che scioglierà la riserva soltanto nei prossimi giorni, l'opposizione alla nuova richiesta d'archiviazione chiesta dalla Procura della Repubblica sulla morte di Claudia De Chirico, in una storia ancora avvolta dai dubbi.
I genitori della 22enne trovata morta a Terlizzi, all'alba del 22 dicembre 2016, sul pianerottolo della scalinata del sottopasso ferroviario di via Mazzini, non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio. Attraverso il loro avvocato, Bepi Maralfa, in questi anni, si sono sempre opposti alle richieste d'archiviazione e hanno portato nuovi elementi, fra audio, messaggi e altri documenti, a supporto della tesi per cui la figlia sarebbe maltrattata dal compagno, tanto da indurla a togliersi la vita.
Secondo il medico legale, la giovane si sarebbe suicidata per impiccagione incompleta, utilizzando un cavo Usb trovato stretto attorno al collo. Ma i suoi genitori continuano a non credere a questa versione, mentre la Procura di Trani ha insistito sulla richiesta di archiviazione per il reato di istigazione al suicidio, ritenendo che non emergano responsabilità verso l'allora fidanzato, Davide Falcetta, di Molfetta, che, assistito dall'avvocato Francesco Montingelli, ha respinto gli addebiti.
Proprio l'allora compagno ha spiegato come la ragazza avesse altre volte manifestato intenzioni di farla finita. Il rapporto tra i due fidanzati era molto burrascoso e caratterizzato da episodi di violenza. E anche la sera prima di morire, la coppia aveva litigato per motivi di gelosia. La decisione arriverà la prossima settimana.
I genitori della 22enne trovata morta a Terlizzi, all'alba del 22 dicembre 2016, sul pianerottolo della scalinata del sottopasso ferroviario di via Mazzini, non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio. Attraverso il loro avvocato, Bepi Maralfa, in questi anni, si sono sempre opposti alle richieste d'archiviazione e hanno portato nuovi elementi, fra audio, messaggi e altri documenti, a supporto della tesi per cui la figlia sarebbe maltrattata dal compagno, tanto da indurla a togliersi la vita.
Secondo il medico legale, la giovane si sarebbe suicidata per impiccagione incompleta, utilizzando un cavo Usb trovato stretto attorno al collo. Ma i suoi genitori continuano a non credere a questa versione, mentre la Procura di Trani ha insistito sulla richiesta di archiviazione per il reato di istigazione al suicidio, ritenendo che non emergano responsabilità verso l'allora fidanzato, Davide Falcetta, di Molfetta, che, assistito dall'avvocato Francesco Montingelli, ha respinto gli addebiti.
Proprio l'allora compagno ha spiegato come la ragazza avesse altre volte manifestato intenzioni di farla finita. Il rapporto tra i due fidanzati era molto burrascoso e caratterizzato da episodi di violenza. E anche la sera prima di morire, la coppia aveva litigato per motivi di gelosia. La decisione arriverà la prossima settimana.