Editoriale
Campagna elettorale? No: solo odio, rabbia repressa e leoni da tastiera
A pochi giorni dal voto, il confronto (s)cade in accuse, offese e illazioni
Molfetta - mercoledì 7 giugno 2017
Una campagna elettorale (s)caduta.
Certo, e lo premettiamo subito: non facciamo di tutta un'erba un fascio. Tanti sono i candidati che si stanno impegnando attivamente nell'ascoltare e nell'incontrare tutti i cittadini ma altrettanti sono coloro che al confronto stanno preferendo lo scontro.
Soprattutto sui social network. Magari con un profilo Facebook fake. Facile così demolire tutto e tutti da dietro una tastiera. L'essere leoni all'apparenza (che forse è la cosa che più conta) per camuffare il proprio essere agnellini.
Allora ecco che la nostra bacheca Facebook viene presa di mira dai faziosi, spesso senza cognizione di causa, soprattutto dell'abc del nostro lavoro come il fatto di essere giornalisti e avere obblighi deontologici, come il fatto di essere ogni giorno parziali e oggettivi nel dare informazioni su questo o quel candidato, come il fatto di voler semplicemente raccontare, fare cronaca e magari essere poi mandati via da incontri "privati" ma comunque resi pubblici attraverso delle locandine su Facebook (poi prontamente rimosse).
E che dire degli "auguri" di morte? Perchè se non hai la mia idea politica, allora non vali niente e io, su Facebook, dal divano di casa mia, posso dire e fare di te ciò che voglio, anche se la storia umana e professionale non ha certo bisogno di presentazioni.
E che dire delle allusioni anche a favori sessuali pur di avere un posto garantito dal potente di turno?
Insomma, a tanti in questa città manca il senso del rispetto. Umano e professionale. E in questi giorni la vergogna dovrebbe prevalere in tantissimi.
Lo crediamo e lo affermiamo: non è questa la campagna elettorale che avremmo voluto raccontarvi (e scusate se di alcuni eventi non vi diamo conto, purtroppo non ci è permesso).
Certo, e lo premettiamo subito: non facciamo di tutta un'erba un fascio. Tanti sono i candidati che si stanno impegnando attivamente nell'ascoltare e nell'incontrare tutti i cittadini ma altrettanti sono coloro che al confronto stanno preferendo lo scontro.
Soprattutto sui social network. Magari con un profilo Facebook fake. Facile così demolire tutto e tutti da dietro una tastiera. L'essere leoni all'apparenza (che forse è la cosa che più conta) per camuffare il proprio essere agnellini.
Allora ecco che la nostra bacheca Facebook viene presa di mira dai faziosi, spesso senza cognizione di causa, soprattutto dell'abc del nostro lavoro come il fatto di essere giornalisti e avere obblighi deontologici, come il fatto di essere ogni giorno parziali e oggettivi nel dare informazioni su questo o quel candidato, come il fatto di voler semplicemente raccontare, fare cronaca e magari essere poi mandati via da incontri "privati" ma comunque resi pubblici attraverso delle locandine su Facebook (poi prontamente rimosse).
E che dire degli "auguri" di morte? Perchè se non hai la mia idea politica, allora non vali niente e io, su Facebook, dal divano di casa mia, posso dire e fare di te ciò che voglio, anche se la storia umana e professionale non ha certo bisogno di presentazioni.
E che dire delle allusioni anche a favori sessuali pur di avere un posto garantito dal potente di turno?
Insomma, a tanti in questa città manca il senso del rispetto. Umano e professionale. E in questi giorni la vergogna dovrebbe prevalere in tantissimi.
Lo crediamo e lo affermiamo: non è questa la campagna elettorale che avremmo voluto raccontarvi (e scusate se di alcuni eventi non vi diamo conto, purtroppo non ci è permesso).