Cronaca
Caccia: doppiette anche vicino ai centri abitati
La denuncia di Pasquale Salvemini della Lac Puglia
Molfetta - lunedì 26 gennaio 2015
14.40
Nonostante stia giungendo al termine la stagione venatoria corrente, non si possono assolutamente trascurare le problematiche legate all'esercito delle doppiette.
In una regione dove i controlli sono pari a zero, si assiste ad un copioso assalto venatorio proprio a ridosso delle cinture urbane. Pertanto non solo le aree protette vengono prese di mira ma anche le città e soprattutto le aree molto affollate.
Molfetta, in questo, non viene esclusa dai raid di chi non esita a sparare a ridosso delle abitazioni. Sono decine le segnalazioni che sono giunte alla LAC Puglia in cui si lamenta la presenza di cacciatori a pochi metri dal Pulo di Molfetta, alla Madonna delle Rose, in particolar modo nella zona di Lama Martina e Lama Cupa, e infine a ridosso del villaggio Belgiovine.
Squadre di 8/10 cacciatori intenti a svolgere la classica ma vietata caccia a rastrello negli uliveti, effettuando vere e proprie mattanze di tordi ma anche di altre specie persino protette.
Il delegato regionale della LAC Puglia Pasquale Salvemini ricorda che sono previste sanzioni penali ed amministrative per tutti coloro che vengono sorpresi a cacciare in prossimità delle abitazioni in ottemperanza della L. 157/92 ma anche in base all'art. 703 CP.
«La cosa peggiore – sottolinea Pasquale Salvemini - è che nonostante l'esercito delle doppiette sia sempre più scarno a livello nazionale e regionale, i controlli continuino ad essere insufficienti al fine di scongiurare eventuali incidenti alla popolazione. Mentre a pochi giorni dalla fine della stagione venatoria si registrano deliranti dichiarazioni fatte dal consigliere regionale del PD Caracciolo che punta ad aprire le frontiere regionali, in nome dell'economia, al turismo venatorio. Forse Caracciolo, "a caccia" sicuramente di qualche voto, confonde il vero dna pugliese fatto di mare e di paesaggi suggestivi, da incentivare, con quello della peggiore specie fatta di pallini di piombo».
In una regione dove i controlli sono pari a zero, si assiste ad un copioso assalto venatorio proprio a ridosso delle cinture urbane. Pertanto non solo le aree protette vengono prese di mira ma anche le città e soprattutto le aree molto affollate.
Molfetta, in questo, non viene esclusa dai raid di chi non esita a sparare a ridosso delle abitazioni. Sono decine le segnalazioni che sono giunte alla LAC Puglia in cui si lamenta la presenza di cacciatori a pochi metri dal Pulo di Molfetta, alla Madonna delle Rose, in particolar modo nella zona di Lama Martina e Lama Cupa, e infine a ridosso del villaggio Belgiovine.
Squadre di 8/10 cacciatori intenti a svolgere la classica ma vietata caccia a rastrello negli uliveti, effettuando vere e proprie mattanze di tordi ma anche di altre specie persino protette.
Il delegato regionale della LAC Puglia Pasquale Salvemini ricorda che sono previste sanzioni penali ed amministrative per tutti coloro che vengono sorpresi a cacciare in prossimità delle abitazioni in ottemperanza della L. 157/92 ma anche in base all'art. 703 CP.
«La cosa peggiore – sottolinea Pasquale Salvemini - è che nonostante l'esercito delle doppiette sia sempre più scarno a livello nazionale e regionale, i controlli continuino ad essere insufficienti al fine di scongiurare eventuali incidenti alla popolazione. Mentre a pochi giorni dalla fine della stagione venatoria si registrano deliranti dichiarazioni fatte dal consigliere regionale del PD Caracciolo che punta ad aprire le frontiere regionali, in nome dell'economia, al turismo venatorio. Forse Caracciolo, "a caccia" sicuramente di qualche voto, confonde il vero dna pugliese fatto di mare e di paesaggi suggestivi, da incentivare, con quello della peggiore specie fatta di pallini di piombo».