Cronaca
Vendeva botti illegali su Instagram e TikTok, arrestato un 22enne
Il giovane fu coinvolto nella guerriglia urbana dell'ultimo Capodanno: è ai domiciliari. 239 i fuochi d'artificio sequestrati
Molfetta - lunedì 30 dicembre 2024
11.53
Fuochi illegali venduti attraverso i social, in particolare su Instagram e su TikTok. Un 22enne di Molfetta, Daniele De Pinto, è stato arrestato venerdì scorso dalla Guardia di Finanza con le ipotesi di reato di ricettazione, detenzione illegale di artifizi pirotecnici artigianali e omessa denuncia all'autorità di pubblica sicurezza.
239 i botti illegali sequestrati, pure due batterie di fuochi da 500 grammi l'una. Nella città costiera, dove l'ultimo Capodanno un gruppo di giovani - fra cui proprio De Pinto, poi arrestato - ha trasformato piazza Vittorio Emanuele nella scena di una guerriglia urbana, ribaltando un'auto e postando tutto sui social, qualcuno si stava già preparando. Ma i finanzieri della Compagnia di Molfetta, che hanno dovuto lavorare a lungo per fare tutto l'inventario, stavolta sono arrivati in tempo.
Il 22enne era tenuto sott'occhio perché «secondo mirate ricostruzioni - hanno fatto sapere gli inquirenti - effettuava la vendita al dettaglio di ingenti quantitativi di esplosivo mediante social network, in particolare ricorrendo a canali Instagram e TikTok, per poi consegnare la merce di persona nei pressi di un deposito sito in centro e di proprietà dei genitori». All'interno, sono stati scoperti 216 petardi artigianali del peso di 40 grammi e 21 manufatti artigianali del peso di 32 grammi. Sembra che tutti i prodotti, fra cui due batterie di fuochi da 500 grammi l'una, per cui era obbligatoria la denuncia all'autorità di pubblica sicurezza entro 72 ore dall'acquisto, fossero destinati ad invadere la città. Il ritrovamento dell'imponente quantitativo di materiale esplodente, accatastato in un basso inidoneo a tale uso, ha chiesto da parte dei militari del capitano Giordano D'Arcangeli l'intervento degli specialisti del Nucleo Artificieri e Antisabotaggio della Questura di Bari.
Gli agenti, dopo aver accertato la «micidialità del materiale esplodente, qualificato come degli ordigni esplosivi, ovvero bombe», lo hanno sequestrato, «anche in considerazione dell'ubicazione del deposito e delle modalità di stoccaggio». Il magazzino dove è stata recuperata la merce, posto al pianterreno di una palazzina abitata e con affaccio su strada, «è risultato privo di aerazione, dotato di un impianto elettrico funzionante e con numerosi dispositivi elettrici collegati alla rete».
Oltre al materiale esplodente, sotto sequestro è finito anche lo smartphone dell'indagato, ritenuto un «mezzo usato per effettuare le vendite del materiale, mentre il 22enne è finito ai domiciliari: difeso dall'avvocato Mauro Palma, stamane, nel corso dell'interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere.
239 i botti illegali sequestrati, pure due batterie di fuochi da 500 grammi l'una. Nella città costiera, dove l'ultimo Capodanno un gruppo di giovani - fra cui proprio De Pinto, poi arrestato - ha trasformato piazza Vittorio Emanuele nella scena di una guerriglia urbana, ribaltando un'auto e postando tutto sui social, qualcuno si stava già preparando. Ma i finanzieri della Compagnia di Molfetta, che hanno dovuto lavorare a lungo per fare tutto l'inventario, stavolta sono arrivati in tempo.
Il 22enne era tenuto sott'occhio perché «secondo mirate ricostruzioni - hanno fatto sapere gli inquirenti - effettuava la vendita al dettaglio di ingenti quantitativi di esplosivo mediante social network, in particolare ricorrendo a canali Instagram e TikTok, per poi consegnare la merce di persona nei pressi di un deposito sito in centro e di proprietà dei genitori». All'interno, sono stati scoperti 216 petardi artigianali del peso di 40 grammi e 21 manufatti artigianali del peso di 32 grammi. Sembra che tutti i prodotti, fra cui due batterie di fuochi da 500 grammi l'una, per cui era obbligatoria la denuncia all'autorità di pubblica sicurezza entro 72 ore dall'acquisto, fossero destinati ad invadere la città. Il ritrovamento dell'imponente quantitativo di materiale esplodente, accatastato in un basso inidoneo a tale uso, ha chiesto da parte dei militari del capitano Giordano D'Arcangeli l'intervento degli specialisti del Nucleo Artificieri e Antisabotaggio della Questura di Bari.
Gli agenti, dopo aver accertato la «micidialità del materiale esplodente, qualificato come degli ordigni esplosivi, ovvero bombe», lo hanno sequestrato, «anche in considerazione dell'ubicazione del deposito e delle modalità di stoccaggio». Il magazzino dove è stata recuperata la merce, posto al pianterreno di una palazzina abitata e con affaccio su strada, «è risultato privo di aerazione, dotato di un impianto elettrico funzionante e con numerosi dispositivi elettrici collegati alla rete».
Oltre al materiale esplodente, sotto sequestro è finito anche lo smartphone dell'indagato, ritenuto un «mezzo usato per effettuare le vendite del materiale, mentre il 22enne è finito ai domiciliari: difeso dall'avvocato Mauro Palma, stamane, nel corso dell'interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere.