Cronaca
Due bombe in un cantiere sul lungomare. Un'altra a lama Martina
Tre forti esplosioni a distanza di pochi minuti, sul posto Carabinieri e Vigili del Fuoco. Ingenti i danni
Molfetta - venerdì 10 settembre 2021
06.00
Due forti boati, dopo le ore 23.30 di ieri, sono stati avvertiti in una delle zone residenziali e di espansione di Molfetta, a Levante. Due ordigni sono stati piazzati in un cantiere edile di via don Grittani e sono stati fatti esplodere. Poco dopo, un'altra esplosione: stavolta in viale della Libertà, nelle vicinanze di lama Martina.
Le deflagrazioni sono avvenute in due cantieri edili, riconducibili a un imprenditore del posto, in cui si lavora per edificare palazzine (in via don Grittani e via Nisio, chiusa al traffico) e villette a schiera (in viale della Libertà). E hanno risvegliato di soprassalto gli abitanti della periferia di Levante, fra il lungomare Colonna, dove sorge la sede dell'Inps, la piscina e lo stadio Poli, e lama Martina. Un attentato oppure un'intimidazione? Di sicuro un episodio eclatante per la città di Molfetta.
I malviventi hanno agito indisturbati in una zona in cui non ci sono telecamere di videosorveglianza. Le esplosioni sono avvenute a distanza di pochi minuti l'una dall'altra e nel raggio di un paio di chilometri. Gli ordigni (i primi due piazzati in una palazzina in via don Grittani, il terzo in una villetta in viale della Libertà) hanno provocato danni: i tre boati sono stati fragorosi e tali da danneggiare alcuni muri in costruzione, creando molta polvere. Nessun ferito: le strutture hanno retto. In molti si sono svegliati dopo i forti rumori, mentre immediato è stato l'arrivo, sul posto, da parte dei Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile e dei Vigili del Fuoco del locale Distaccamento. Gli ordigni sono stati repertati dai militari della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Bari, giunti in loco per i rilievi, mentre il proprietario dei due cantieri non ha saputo fornire chiarimenti agli inquirenti. Nessuna minaccia, nessun tentativo d'estorsione, nessun attrito.
Ma, ovviamente, i militari, diretti dal capitano Francesco Iodice, sono al lavoro per ricostruire nel dettaglio l'intera vicenda e vaglieranno attentamente ogni pista possibile. Per Molfetta, però, non è un fatto inedito. Tutt'altro. Non è la prima volta che in città si registrano episodi di questo tipo: a luglio scorso un altro ordigno è stato fatto esplodere in un cantiere fra via Pertini e strada vicolo Favale. Un atto intimidatorio: la deflagrazione ha provocato il danneggiamento di un muro.
Nel 2018, invece, un imprenditore edile s'è visto prima i vetri dell'auto distrutti, poi crivellato il suo suv da altri colpi di pistola. Alla minaccia armata era seguita una richiesta estorsiva. In ultimo, sempre nel 2018, ci fu un altro episodio. Al rifiuto dell'imprenditore seguì l'esplosione, all'esterno della sede, di un ordigno.
Le deflagrazioni sono avvenute in due cantieri edili, riconducibili a un imprenditore del posto, in cui si lavora per edificare palazzine (in via don Grittani e via Nisio, chiusa al traffico) e villette a schiera (in viale della Libertà). E hanno risvegliato di soprassalto gli abitanti della periferia di Levante, fra il lungomare Colonna, dove sorge la sede dell'Inps, la piscina e lo stadio Poli, e lama Martina. Un attentato oppure un'intimidazione? Di sicuro un episodio eclatante per la città di Molfetta.
I malviventi hanno agito indisturbati in una zona in cui non ci sono telecamere di videosorveglianza. Le esplosioni sono avvenute a distanza di pochi minuti l'una dall'altra e nel raggio di un paio di chilometri. Gli ordigni (i primi due piazzati in una palazzina in via don Grittani, il terzo in una villetta in viale della Libertà) hanno provocato danni: i tre boati sono stati fragorosi e tali da danneggiare alcuni muri in costruzione, creando molta polvere. Nessun ferito: le strutture hanno retto. In molti si sono svegliati dopo i forti rumori, mentre immediato è stato l'arrivo, sul posto, da parte dei Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile e dei Vigili del Fuoco del locale Distaccamento. Gli ordigni sono stati repertati dai militari della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Bari, giunti in loco per i rilievi, mentre il proprietario dei due cantieri non ha saputo fornire chiarimenti agli inquirenti. Nessuna minaccia, nessun tentativo d'estorsione, nessun attrito.
Ma, ovviamente, i militari, diretti dal capitano Francesco Iodice, sono al lavoro per ricostruire nel dettaglio l'intera vicenda e vaglieranno attentamente ogni pista possibile. Per Molfetta, però, non è un fatto inedito. Tutt'altro. Non è la prima volta che in città si registrano episodi di questo tipo: a luglio scorso un altro ordigno è stato fatto esplodere in un cantiere fra via Pertini e strada vicolo Favale. Un atto intimidatorio: la deflagrazione ha provocato il danneggiamento di un muro.
Nel 2018, invece, un imprenditore edile s'è visto prima i vetri dell'auto distrutti, poi crivellato il suo suv da altri colpi di pistola. Alla minaccia armata era seguita una richiesta estorsiva. In ultimo, sempre nel 2018, ci fu un altro episodio. Al rifiuto dell'imprenditore seguì l'esplosione, all'esterno della sede, di un ordigno.