Cronaca
Bancarotta e riciclaggio, Giancaspro passa dal carcere ai domiciliari
Numerosi capi d'accusa per l'ex patron del Bari
Molfetta - martedì 11 giugno 2019
12.46
Nuovo capitolo sul caso Giancaspro, legato al fallimento della società FC Bari. Il Tribunale del Riesame di Bari avrebbe disposto la scarcerazione di Cosmo Antonio Giancaspro, con concessione degli arresti domiciliari, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Trani in cui l'ex patron della società barese è accusato di essere il promotore di un'associazione a delinquere finalizzata a riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta. Il molfettese, come dirigente occulto della Vigor Trani Calcio, avrebbe finanziato la società sportiva ottenendo in cambio dal Comune la gestione dello Stadio e la promessa di altri appalti. Questi sono i dettagli riportati da La Gazzetta del Mezzogiorno.
Giancaspro era in carcere dallo scorso 17 maggio e da ieri pomeriggio è agli arresti domiciliari. I giudici del Riesame hanno parzialmente accolto l'istanza dei difensori, il professor Vito Mormando e l'avvocato Raffaele Troiano, ritenendo attenuate le esigenze cautelari. Per Giancaspro erano stati disposti i domiciliari anche per un'altra vicenda giudiziaria relativa alla bancarotta fraudolenta della società Finpower e una presunta estorsione. Su questo secondo procedimento della magistratura barese è già in corso il processo. Nell'udienza di oggi in Tribunale a Modugno, i difensori di Giancaspro hanno chiesto la revoca della misura cautelare. Nella stessa udienza il Tribunale ha disposto una perizia tecnico-contabile rinviando al 18 giugno il conferimento dell'incarico peritale.
Stando alle indagini coordinate dal pm Giuseppe Dentamaro, Giancaspro avrebbe dissipato beni aziendali per oltre 10 milioni di euro, in concorso con l'imprenditore campano Giovanni Ferrara, legale rappresentante della Finpower, anche lui imputato. L'altra accusa di estorsione riguarda il tentativo di bloccare un decreto ingiuntivo di un creditore della FC Bari 1908. Per farlo l'ex patron del Bari si sarebbe servito di Orlando Malanga, ex gestore di un bar su una spiaggia barese e ritenuto dagli inquirenti vicino a clan della città.
Giancaspro era in carcere dallo scorso 17 maggio e da ieri pomeriggio è agli arresti domiciliari. I giudici del Riesame hanno parzialmente accolto l'istanza dei difensori, il professor Vito Mormando e l'avvocato Raffaele Troiano, ritenendo attenuate le esigenze cautelari. Per Giancaspro erano stati disposti i domiciliari anche per un'altra vicenda giudiziaria relativa alla bancarotta fraudolenta della società Finpower e una presunta estorsione. Su questo secondo procedimento della magistratura barese è già in corso il processo. Nell'udienza di oggi in Tribunale a Modugno, i difensori di Giancaspro hanno chiesto la revoca della misura cautelare. Nella stessa udienza il Tribunale ha disposto una perizia tecnico-contabile rinviando al 18 giugno il conferimento dell'incarico peritale.
Stando alle indagini coordinate dal pm Giuseppe Dentamaro, Giancaspro avrebbe dissipato beni aziendali per oltre 10 milioni di euro, in concorso con l'imprenditore campano Giovanni Ferrara, legale rappresentante della Finpower, anche lui imputato. L'altra accusa di estorsione riguarda il tentativo di bloccare un decreto ingiuntivo di un creditore della FC Bari 1908. Per farlo l'ex patron del Bari si sarebbe servito di Orlando Malanga, ex gestore di un bar su una spiaggia barese e ritenuto dagli inquirenti vicino a clan della città.