Politica
Azzollini sul no del Senato all'uso delle intercettazioni
«Decisione presa sulla base di una profonda conoscenza degli atti»
Molfetta - sabato 6 dicembre 2014
7.37
«Il Senato ha votato a larga maggioranza la relazione della Giunta per le Immunità confermando così la decisione di inutilizzabilità delle intercettazioni il cui contenuto è noto ed irrilevante». Il senatore Antonio Azzollini, dalle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno, commenta così, il voto del Senato che ha vietato l'uso delle intercettazioni a suo carico.
E le larghe intese tra i partiti, secondo Azzollini, sono una illazione.
«E' stata una decisione, lo ribadisco, presa – sottolinea - sulla base di una profonda conoscenza degli atti. Ogni altra illazione – conclude - è mero pretesto, e, se me lo permettete, offensiva della Giunta delle elezioni e del Senato della Repubblica».
Il voto in Aula al Senato ha confermato quanto già espresso, ad ottobre scorso, dalla Giunta per le Immunità che aveva votato, a maggioranza, contro l'utilizzo delle intercettazioni perché sarebbe stato violato l'articolo 68 della Costituzione, in base al quale "senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto (…) ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza".
La richiesta dell'uso delle intercettazioni era stata avanzata dalla Procura di trani nell'ambito di una inchiesta sul porto.
E le larghe intese tra i partiti, secondo Azzollini, sono una illazione.
«E' stata una decisione, lo ribadisco, presa – sottolinea - sulla base di una profonda conoscenza degli atti. Ogni altra illazione – conclude - è mero pretesto, e, se me lo permettete, offensiva della Giunta delle elezioni e del Senato della Repubblica».
Il voto in Aula al Senato ha confermato quanto già espresso, ad ottobre scorso, dalla Giunta per le Immunità che aveva votato, a maggioranza, contro l'utilizzo delle intercettazioni perché sarebbe stato violato l'articolo 68 della Costituzione, in base al quale "senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto (…) ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza".
La richiesta dell'uso delle intercettazioni era stata avanzata dalla Procura di trani nell'ambito di una inchiesta sul porto.