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Politica

Azzollini e Natalicchio a confronto, ecco le loro verità

Vince il fair-play tra i due, ma su zona industriale, Pai e porto i fatti sono chiari

E' andata come dove andare. La resa dei conti tra sindaco e senatore, ospitata ieri sera nella sede degli imprenditori della zona artigianale, ha riproposto due stereotipi che Molfetta conosce già fin troppo bene. Li ha presentati uno di fianco all'altro e sta tutta qui la novità.
Natalicchio. Corre veloce con le parole. Ta-ta-ta.Va persino più in fretta dei quindici minuti che ha a disposizione per ogni domanda, non smette di incantare e raccontare e promettere una città che però ancora non c'è. E' una narratrice di grande talento, si vede. Capace, come accade nei romanzi, di costruire e far immaginare mondi interi.
Dall'altra parte, Azzollini. Parla alla stessa velocità con cui si sfogliano le carte, regge sulle ginocchia faldoni di documenti, ne cambia uno ad ogni domanda. Il suo è un linguaggio più secco, spoglio di inglesismi e fatto con l'unica grammatica che conosce: i numeri.
Tre domande in tutto. Zona industriale, piano di assetto idrogeologico, porto.
L'intelligenza politica dei due li tiene alla larga da urla o colpi bassi inutili, c'è persino stupore tra i giornalisti e gli imprenditori per tanto fair-play. Applausi e flash. Non c'è nessun vincitore, non era questo l'intento dell'incontro. Eppure, nell'aria, al netto di strette di mano e sorrisi finali, resta la verità. Una storia fin troppo chiara, quella di una città malandata.
Noi ve la riportiamo così.

ZONA INDUSTRIALE
Il primo grande problema introdotto dalla moderatrice dell'incontro, la giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Lucrezia d'Ambrosio, è la necessità di rilanciare lo sviluppo dell'area produttiva di Molfetta. Le aziende non si insediano più dalle nostre parti: nel 2014 ci sono state 3 nuove richieste di apertura a fronte di 2 recessi, un bilancio davvero misero. Cosa fare allora?
Paola Natalicchio, fresca di nomina nel Consorzio Asi, elenca quattro punti "strategici": no a un amministratore unico dell'Asi, potenziamento delle infrastrutture, wi-fi e maggiore sicurezza: "Su questi quattro aspetti si gioca la credibilità del consorzio Asi" dichiara. Elenca poi ciò che ha realizzato finora la sua amministrazione nella zona Pip: le manutenzioni ai marciapiedi, la segnaletica stradale e l'asfalto alle rotatorie, la riduzione dei tributi per i passi carrabili. Annuncia a breve la gara d'appalto per un progetto di videosorveglianza con telecamere e pali della luce "intelligenti" capaci di sorvegliare il traffico.
Dal canto suo, il senatore si sofferma su altri problemi avvertiti dagli imprenditori: la riduzione dell'erogazione dell'acqua in tutta la zona industriale, l'elevato costo delle fatture Aqp e le bollette dell'Enel troppo esose. Capitolo sicurezza: il senatore fa notare che il Ministero dell'Interno calcola il numero delle forze dell'ordine da assegnare sul territorio solo in base all'estensione del centro abitato, escludendo l'area industriale: "Ecco - dice - questa è una delle battaglie che dobbiamo portare avanti insieme: Ministero e Prefetto dovrebbero tenere conto anche del perimetro dell'area produttiva che di fatto rappresenta un'altra città".
Ciò che invece emerge dal confronto è che le uniche opere pubbliche realizzate nella zona industriale riguardano l'impianto del gas per le aziende, la fogna bianca e il rifacimento delle strade di fronte al centro commerciale Mongolfiera per prevenire gli allagamenti, il nuovo impianto di illuminazione. Opere progettate, finanziate e appaltate nel 2011 cioè quando Azzollini era sindaco e consigliere di amministrazione dell'Asi. E' vero, ammette Natalicchio, "ma grazie al dialogo con l'Autorità di Bacino abbiamo fatto alcune varianti e i progetti sono stati completati nel 2015".

PAI (PIANO DI ASSETTO IDREGEOLOGICO)
Il problema è drammatico. Negli anni passati l'Autorità di Bacino ha ricalcolato il rischio idrogeologico di Molfetta portandolo al massimo. In tutta la provincia, Molfetta è la città più a rischio di tutte per quanto riguarda alluvioni e dissesto idrogeologico, rammenta Natalicchio. Sicché, non solo non si può costruire più nulla, ma il valore degli immobili in zona industriale si sta svalutando giorno per giorno.
Però poi si scopre che contro il PAI, l'allora sindaco Azzollini aveva fatto un ricorso giudiziario; si scopre ancora che la Corte di Cassazione aveva accolto quel ricorso e che nella perizia tecnica del giudice si diceva che il parametro di sicurezza utilizzato dall'AdB (Autorità di Bacino) per Molfetta in effetti era, anzi è, troppo alto e che un valore più basso potrebbe allo stesso modo cautelare il territorio da qualsiasi rischio. E si scopre, infine, che l'amministrazione Natalicchio nel 2013 ha deliberatamente rinunciato ad andare avanti con quel ricorso, col risultato che il famigerato PAI che oggi paralizza la zona industriale è diventato esecutivo. E' vero, precisa Natalicchio, abbiamo rinunciato a insistere con la via giudiziaria perché "non bisogna fare la guerra alla natura, con la natura bisogna fare la pace". Tant'è.
Come risolvere il problema, allora? "Con il dialogo costruttivo con l'Autorità di Bacino" risponde il sindaco, "non dimentichiamoci che si tratta di un ente che lavora per la tutela dell'incolumità pubblica".
Nel frattempo, però, ci si accorge che il tempo passa e che ben 8 milioni di euro stanziati dallo Stato per le opere di mitigazione idraulica sono stati revocati perché non utilizzati.
E' tutto scritto su carta.

PORTO
"Non ci sto a passare per il sindaco comunista che non vuole realizzare il nuovo porto commerciale, sarei folle". Esordisce così Paola Natalicchio. "L'opera del porto è complicata", è la tesi del sindaco, "il progetto è sub iudice", ci sono le riserve della ditta costruttrice che chiede altri 20 milioni. Inoltre, prosegue il sindaco, per proseguire con i lavori di messa in sicurezza dobbiamo fare un nuovo appalto, rispettare le autorizzazioni dell'Anac e attendere il via libera dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. Nel frattempo, suggerisce Natalicchio, bisogna verificare se sia necessario riprogettare l'intera area portuale, dobbiamo pensare a cosa vogliamo farne di questo porto, "vogliamo fare un business plan con gli operatori", puntare al porto turistico e a una nuova economia del mare insieme con la marineria.
Azzollini replica con due soli punti. Il primo: "L'amministrazione Natalicchio non ha mai presentato domanda di dissequestro del porto". Se oggi il Tribunale di Trani ha dissequestrato le aree è solo perché c'era un'istanza firmata Antonio Azzollini accettata sia dalla procura che dai giudici. Il senatore esce un'altra carta, apre un altro faldone. Punto due: le opere del porto sono state già autorizzate nel 2013 dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, quindi i lavori possono ripartire da subito. Eccola, Azzollini mostra il documento, "sta qui l'autorizzazione del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e di questo nessuno parla mai. E allora i lavori devono riprendere subito per dare una prospettiva di sviluppo a Molfetta. L'amministrazione faccia le opere pubbliche, non i business plan."

Finisce così. Senatore e sindaco si stringono la mano, ricevono riconoscimenti e tranci di colomba pasquale. Promettono collaborazione e fanno sorridere di felicità la presidente dell'Associazione Imprenditori, Loredana Lezoche, che concede il suo plauso allo spirito costruttivo mostrato dai due.

Cosimo de Gioia
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