Cronaca
Avvocato assolto dall'accusa di stalking: «Il fatto non sussiste»
L'uomo, di 59 anni, era accusato di aver commesso alcuni reati nei confronti di quattro militari dell'Arma
Molfetta - mercoledì 27 aprile 2022
10.48
Due missive ai Carabinieri dopo essersi risentito per un'indagine avviata nei suoi confronti. Sino a quando i militari, esasperati, hanno presentato una denuncia contro l'uomo, imputato per stalking, ma scagionato dal Tribunale di Trani perché «il fatto non sussiste»: non ha perseguitato i militari, non li ha mai maltrattati.
I fatti risalgono al 2016 quando l'uomo, un 59enne avvocato di Molfetta, indagato in un altro procedimento (per il reato di atti persecutori ai danni della moglie separata, nda), «dopo essersi risentito per la doverosa attività d'indagine posta in essere nei suoi confronti» e dopo avere «commesso una serie di resistenze e di oltraggi a pubblico ufficiale nei confronti di vari militari della predetta Stazione di Molfetta», avrebbe reagito «a tali accuse in modo evidentemente scomposto».
L'uomo, infatti, secondo il decreto del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Raffaele Morelli, «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso» avrebbe inviato a quattro militari un telegramma e una lettera raccomandata «avanzando richieste risarcitorie asseritamente connesse al "fortissimo shock emotivo" derivatogli dalle accuse che, in definitiva - si legge agli atti dell'inchiesta penale -, gli venivano mosse dal pubblico ministero, non dai Carabinieri».
Il 59enne è stato così rinviato a giudizio per stalking, con l'aggravante di aver commesso i fatti nei confronti di pubblici ufficiali, ma dopo un calvario giudiziario di 6 anni, difeso dall'avvocato Felice Petruzzella, è stato assolto da ogni accusa. Per il Tribunale di Trani (presidente Luigi Camporeale), «il fatto non sussiste».
I fatti risalgono al 2016 quando l'uomo, un 59enne avvocato di Molfetta, indagato in un altro procedimento (per il reato di atti persecutori ai danni della moglie separata, nda), «dopo essersi risentito per la doverosa attività d'indagine posta in essere nei suoi confronti» e dopo avere «commesso una serie di resistenze e di oltraggi a pubblico ufficiale nei confronti di vari militari della predetta Stazione di Molfetta», avrebbe reagito «a tali accuse in modo evidentemente scomposto».
L'uomo, infatti, secondo il decreto del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Raffaele Morelli, «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso» avrebbe inviato a quattro militari un telegramma e una lettera raccomandata «avanzando richieste risarcitorie asseritamente connesse al "fortissimo shock emotivo" derivatogli dalle accuse che, in definitiva - si legge agli atti dell'inchiesta penale -, gli venivano mosse dal pubblico ministero, non dai Carabinieri».
Il 59enne è stato così rinviato a giudizio per stalking, con l'aggravante di aver commesso i fatti nei confronti di pubblici ufficiali, ma dopo un calvario giudiziario di 6 anni, difeso dall'avvocato Felice Petruzzella, è stato assolto da ogni accusa. Per il Tribunale di Trani (presidente Luigi Camporeale), «il fatto non sussiste».