Politica
Autonomia differenziata: da Gagliardi la richiesta al Consiglio Comunale
La richiesta del consigliere di Molfetta Libera
Molfetta - lunedì 16 gennaio 2023
14.27
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa a cura del consigliere comunale Domenico Gagliardi, eletto nella lista Molfetta libera.
"In data 16 gennaio 2023 nella qualità di consigliere comunale di Molfetta Libera (lista nata dall'incontro tra le comunità del movimento civico Area Pubblica e di Sinistra Italiana) ho depositato un ordine del giorno finalizzato a chiedere al Consiglio Comunale di pronunciarsi in tema di autonomia differenziata delle Regioni.
Con "autonomia differenziata" (articolo. 116 Cost.) si intende la possibilità che le regioni a statuto ordinario possano ottenere competenza legislativa esclusiva su materie che la Costituzione elenca invece come "concorrenti" o, addirittura in alcuni casi, di esclusiva competenza statale.
I Comitati, presenti in tutto il Paese, lavorano dal 2018 sul contrasto all'autonomia differenziata, progetto che hanno seguito passo a passo in questi anni, ritenendolo fin dall'inizio – quando si affacciava al mondo della scuola – devastante per la tenuta della democrazia e capace di distruggere diritti e conquiste sociali e civili e di disarticolare la Repubblica per arrivare a contratti, diritti, servizi al ribasso, con le regioni in concorrenza una con l'altra a scapito di cittadini e cittadine.
Da più di un anno i Comitati hanno lanciato attorno a queste tematiche un Tavolo di discussione, progettualità ed azione, cui partecipano varie decine di soggetti politici, sindacali, istituzionali e di associazioni e gruppi nati attorno a tematiche specifiche di ambito politico-sociale.
Su sollecitazione della FLC CGIL ho richiesto che il Consiglio Comunale di Molfetta voti a favore del seguente ordine del giorno:
Ordine del Giorno sull'Autonomia Differenziata (AD) ex art.116, c.3, cost. proposto dal CDC-ER e CDC nazionale
Il Consiglio Comunale di Molfetta
Premesso che:
> da parte delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna è stata richiesta nelle pre intese del 2019 la devoluzione ex art. 116, c.3, cost. rispettivamente di 20,23 e 16 materie tra quelle indicate nell'art. 117 cost. tutte di interesse anche nazionale;
> è vero che l'art.116, c.3, Cost. ammette il trasferimento a singole regioni che lo richiedano di "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" concernenti le materie indicate nell'art.117 Cost…" ma è altresì vero che la richiesta, estremistica e non conforme ad una lettura corretta dell'art.116 Cost di devolvere alle regioni tutte o quasi tutte le materie indicate stravolge in modo inammissibile lo stesso art.117 Cost. e viola i principi degli artt. 5 e 119 Cost;
> nel mese di novembre 2022 è stato presentato dal ministro Calderoli un disegno di legge sull'attuazione dell'AD che presenta/va i seguenti caratteri: a) al parlamento è riservato un ruolo solo notarile senza possibilità di intervenire nel processo di formazione delle intese. Ciò dato che la commissione bicamerale per le questioni regionali esprime un parere non vincolante e solo eventuale, mentre l'aula è chiamata a una "mera approvazione", non potendo entrare nel merito dell'intesa; b) vengono sottratte alla Stato le competenze legislative e le relative funzioni amministrative per le materie richieste nelle pre-intese del 2019. Viene tolta potestà legislativa allo Stato persino sulla legislazione che disciplina i principi generali regolanti le singole materie, così alterando in modo inammissibile l'intero impianto dell'art. 117 Cost. Norma quest'ultima che prevede o materie di esclusiva competenza statale o materie di competenza concorrente tra Stato e Regione ma non certo materie di esclusiva competenza regionale; c) le intese sarebbero modificabili solamente se la Regione fosse d'accordo. In caso contrario diventerebbero immodificabili; d) le intese tra Regioni e Stato sarebbero approvate anche senza la preventiva definizione legislativa di LEP, costi e fabbisogni standard, perequazione strutturale; e) il finanziamento dell'AD avverrebbe all'inizio utilizzando il criterio della spesa storica (la stessa che perpetua le attuali diseguaglianze tra territori) , nell'ambito di un regime transitorio che non si sa come e quando avrà fine; f) con la clausola di invarianza per la finanza pubblica (art. 7 DDL Calderoli) se una regione avrà più risorse per le maggiori funzioni assunte, appare certo che altre regioni ne avranno di meno; d) risultano devolvibili anche materie di primario rilievo nazionale – scuola, sanità, infrastrutture strategiche, ambiente, lavoro, beni culturali, norme generali sull'istruzione, produzione e distribuzione nazionale dell'energia, e molto altro.
> se questa scelta di devoluzione si realizzasse sarebbe colpita a morte l'unità giuridica ed economica della Repubblica (art.2, 3 e 5 Cost.) con enormi complicazioni nel governo delle singole materie, in danno dell'uguaglianza dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni locali e nazionali;
>Nessuna delle tre regioni richiedenti ha mai spiegato – né tantomeno dimostrato la fondatezza de – le ragioni per le quali sarebbe utile e giusto trasferire quelle materie alla competenza regionale;
>esiste una relazione e interdipendenza tra tutte le Regioni e i territori italiani tali per cui il sistema paese cresce o arretra assieme;
> il riordino istituzionale di cui ha bisogno il paese non riguarda soprattutto le Regioni quanto invece il rafforzamento delle autonomie locali;
> molte Regioni e moltissimi Sindaci, tra cui quelli di Bari, Napoli e Bologna, hanno manifestato contrarietà alle richieste ex art.116 Cost. da parte delle tre regioni.
Questo premesso si chiede al Governo che:
> qualunque futuro disegno di legge attuativo dell'autonomia differenziata ex art. 116, comma, 3, Cost., sia inviato alle Camere come DDL ordinario, al fine di permettere un approfondito e indispensabile dibattito pubblico nel paese su scelte che determineranno importanti e potenzialmente irreversibili conseguenze istituzionali, economiche e sociali. Coinvolgendo in tale dibattito sindacati, associazionismo, studiosi, autonomie locali e soprattutto il Parlamento a cui va riservato un ruolo centrale anche nella valutazione di merito delle eventuali intese;
> vengano obbligatoriamente definiti – prima di eventuali intese con singole regioni – LEP, costi fabbisogni standard e fondi perequativi, senza i quali non è possibile stabilire le risorse necessarie a finanziare le prestazioni sulla base del principio di uguaglianza. Vietando in particolare regimi transitori governati da fantomatiche "commissioni paritetiche" prive di qualsiasi legittimazione politica;
> ogni trasferimento di materie avvenga nel rispetto dei principi di solidarietà e unità nazionale, garantendo maggiori risorse a quei territori in cui permangono gap infrastrutturali, economici e sociali col resto dell'Italia;
> il processo di eventuale devoluzione di cui all'art.116, c.3. Cost. avvenga nel rispetto del principio di sussidiarietà nell'esercizio delle funzioni amministrative e non si traduca in un accentramento regionale in danno delle autonomie locali;
> il riconoscimento di ulteriori e particolari forme di autonomia ex art.116, c.3, cost trovi fondamento in specifiche e dimostrate esigenze della Regione richiedente, compatibili con l'unità della Repubblica e col principio di uguaglianza. Caratteri che non risultano presenti nelle richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna;
> sia portato rapidamente alla discussione in Senato il DDL di iniziativa popolare per la modifica degli artt. 116 e 117 Cost., lanciato dal CDC nazionale, non appena completata la raccolta firme nell'aprile 2023".
"In data 16 gennaio 2023 nella qualità di consigliere comunale di Molfetta Libera (lista nata dall'incontro tra le comunità del movimento civico Area Pubblica e di Sinistra Italiana) ho depositato un ordine del giorno finalizzato a chiedere al Consiglio Comunale di pronunciarsi in tema di autonomia differenziata delle Regioni.
Con "autonomia differenziata" (articolo. 116 Cost.) si intende la possibilità che le regioni a statuto ordinario possano ottenere competenza legislativa esclusiva su materie che la Costituzione elenca invece come "concorrenti" o, addirittura in alcuni casi, di esclusiva competenza statale.
I Comitati, presenti in tutto il Paese, lavorano dal 2018 sul contrasto all'autonomia differenziata, progetto che hanno seguito passo a passo in questi anni, ritenendolo fin dall'inizio – quando si affacciava al mondo della scuola – devastante per la tenuta della democrazia e capace di distruggere diritti e conquiste sociali e civili e di disarticolare la Repubblica per arrivare a contratti, diritti, servizi al ribasso, con le regioni in concorrenza una con l'altra a scapito di cittadini e cittadine.
Da più di un anno i Comitati hanno lanciato attorno a queste tematiche un Tavolo di discussione, progettualità ed azione, cui partecipano varie decine di soggetti politici, sindacali, istituzionali e di associazioni e gruppi nati attorno a tematiche specifiche di ambito politico-sociale.
Su sollecitazione della FLC CGIL ho richiesto che il Consiglio Comunale di Molfetta voti a favore del seguente ordine del giorno:
Ordine del Giorno sull'Autonomia Differenziata (AD) ex art.116, c.3, cost. proposto dal CDC-ER e CDC nazionale
Il Consiglio Comunale di Molfetta
Premesso che:
> da parte delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna è stata richiesta nelle pre intese del 2019 la devoluzione ex art. 116, c.3, cost. rispettivamente di 20,23 e 16 materie tra quelle indicate nell'art. 117 cost. tutte di interesse anche nazionale;
> è vero che l'art.116, c.3, Cost. ammette il trasferimento a singole regioni che lo richiedano di "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" concernenti le materie indicate nell'art.117 Cost…" ma è altresì vero che la richiesta, estremistica e non conforme ad una lettura corretta dell'art.116 Cost di devolvere alle regioni tutte o quasi tutte le materie indicate stravolge in modo inammissibile lo stesso art.117 Cost. e viola i principi degli artt. 5 e 119 Cost;
> nel mese di novembre 2022 è stato presentato dal ministro Calderoli un disegno di legge sull'attuazione dell'AD che presenta/va i seguenti caratteri: a) al parlamento è riservato un ruolo solo notarile senza possibilità di intervenire nel processo di formazione delle intese. Ciò dato che la commissione bicamerale per le questioni regionali esprime un parere non vincolante e solo eventuale, mentre l'aula è chiamata a una "mera approvazione", non potendo entrare nel merito dell'intesa; b) vengono sottratte alla Stato le competenze legislative e le relative funzioni amministrative per le materie richieste nelle pre-intese del 2019. Viene tolta potestà legislativa allo Stato persino sulla legislazione che disciplina i principi generali regolanti le singole materie, così alterando in modo inammissibile l'intero impianto dell'art. 117 Cost. Norma quest'ultima che prevede o materie di esclusiva competenza statale o materie di competenza concorrente tra Stato e Regione ma non certo materie di esclusiva competenza regionale; c) le intese sarebbero modificabili solamente se la Regione fosse d'accordo. In caso contrario diventerebbero immodificabili; d) le intese tra Regioni e Stato sarebbero approvate anche senza la preventiva definizione legislativa di LEP, costi e fabbisogni standard, perequazione strutturale; e) il finanziamento dell'AD avverrebbe all'inizio utilizzando il criterio della spesa storica (la stessa che perpetua le attuali diseguaglianze tra territori) , nell'ambito di un regime transitorio che non si sa come e quando avrà fine; f) con la clausola di invarianza per la finanza pubblica (art. 7 DDL Calderoli) se una regione avrà più risorse per le maggiori funzioni assunte, appare certo che altre regioni ne avranno di meno; d) risultano devolvibili anche materie di primario rilievo nazionale – scuola, sanità, infrastrutture strategiche, ambiente, lavoro, beni culturali, norme generali sull'istruzione, produzione e distribuzione nazionale dell'energia, e molto altro.
> se questa scelta di devoluzione si realizzasse sarebbe colpita a morte l'unità giuridica ed economica della Repubblica (art.2, 3 e 5 Cost.) con enormi complicazioni nel governo delle singole materie, in danno dell'uguaglianza dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni locali e nazionali;
>Nessuna delle tre regioni richiedenti ha mai spiegato – né tantomeno dimostrato la fondatezza de – le ragioni per le quali sarebbe utile e giusto trasferire quelle materie alla competenza regionale;
>esiste una relazione e interdipendenza tra tutte le Regioni e i territori italiani tali per cui il sistema paese cresce o arretra assieme;
> il riordino istituzionale di cui ha bisogno il paese non riguarda soprattutto le Regioni quanto invece il rafforzamento delle autonomie locali;
> molte Regioni e moltissimi Sindaci, tra cui quelli di Bari, Napoli e Bologna, hanno manifestato contrarietà alle richieste ex art.116 Cost. da parte delle tre regioni.
Questo premesso si chiede al Governo che:
> qualunque futuro disegno di legge attuativo dell'autonomia differenziata ex art. 116, comma, 3, Cost., sia inviato alle Camere come DDL ordinario, al fine di permettere un approfondito e indispensabile dibattito pubblico nel paese su scelte che determineranno importanti e potenzialmente irreversibili conseguenze istituzionali, economiche e sociali. Coinvolgendo in tale dibattito sindacati, associazionismo, studiosi, autonomie locali e soprattutto il Parlamento a cui va riservato un ruolo centrale anche nella valutazione di merito delle eventuali intese;
> vengano obbligatoriamente definiti – prima di eventuali intese con singole regioni – LEP, costi fabbisogni standard e fondi perequativi, senza i quali non è possibile stabilire le risorse necessarie a finanziare le prestazioni sulla base del principio di uguaglianza. Vietando in particolare regimi transitori governati da fantomatiche "commissioni paritetiche" prive di qualsiasi legittimazione politica;
> ogni trasferimento di materie avvenga nel rispetto dei principi di solidarietà e unità nazionale, garantendo maggiori risorse a quei territori in cui permangono gap infrastrutturali, economici e sociali col resto dell'Italia;
> il processo di eventuale devoluzione di cui all'art.116, c.3. Cost. avvenga nel rispetto del principio di sussidiarietà nell'esercizio delle funzioni amministrative e non si traduca in un accentramento regionale in danno delle autonomie locali;
> il riconoscimento di ulteriori e particolari forme di autonomia ex art.116, c.3, cost trovi fondamento in specifiche e dimostrate esigenze della Regione richiedente, compatibili con l'unità della Repubblica e col principio di uguaglianza. Caratteri che non risultano presenti nelle richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna;
> sia portato rapidamente alla discussione in Senato il DDL di iniziativa popolare per la modifica degli artt. 116 e 117 Cost., lanciato dal CDC nazionale, non appena completata la raccolta firme nell'aprile 2023".