Sociale
Auser Molfetta, da invecchiamento attivo a benessere del quartiere
Il presidente Vetrugno: “di fronte alle richieste di aiuto non ci siamo mai tirati indietro"
Molfetta - martedì 7 marzo 2023
8.24
Prosegue "V per volontariato", la rubrica a cura di "MolfettaViva" che racconta la solidarietà a Molfetta nelle sue sfaccettature.
Oggi è la volta di Auser, che a livello nazionale esiste da 30 anni e significa letteralmente "autogestione dei servizi ". Nasce, infatti, con lo scopo di occuparsi di invecchiamento attivo. La sede di Molfetta, attiva da oltre 20 anni, nasce per volontà di un gruppo di soci della CGIL che, d'intesa con l'allora sindaco Guglielmo Minervini, decise di realizzare un punto di ritrovo per gli anziani, visto che fino ad allora non ce n'erano.
La prima sede di Auser Molfetta, che allora contava 8 volontari, è stata nel chiostro San Domenico. Oggi, invece, l'Auser, che di volontari ne ha oltre 100, si trova in piazza Paradiso e questo le ha permesso di seguire una traiettoria ben precisa, come vedremo in questo articolo. Abbiamo intervistato Sergio Vetrugno, presidente in carica di Auser Molfetta.
Cosa significa occuparsi di invecchiamento attivo?
«Significa fare attività non per gli anziani, ma con gli anziani, ponendo al centro i loro bisogni. È importante per noi che ogni anziano non si senta solo. Cerchiamo di creare quante più situazioni possibili in cui gli anziani possano ricevere affetto e divertirsi. Tra le attività ci sono la ginnastica dolce, i giochi di logica per tenere la mente allenata e vari eventi, che seguono il calendario liturgico nazionale. A breve partirà anche un percorso che fonde arte e terapia. Vedere il coinvolgimento degli assistiti è una cosa bellissima, perchè loro diventano parte integrante della vita associativa. Altro tassello fondamentale è il rapporto intergenerazionale: gli anziani hanno bisogno del dialogo con i propri nipoti, e in generale con gli adulti e con i giovani. Noi proviamo a creare tante occasioni di interazione e socialità». Con il susseguirsi delle amministrazioni comunali, avete sempre avuto il sostegno delle istituzioni?
«Sì, tutti i sindaci che si sono susseguiti non hanno mai fatto mancare il sostegno del Comune alla nostra associazione. Ma il nostro punto di forza risiede anche nella collaborazione con altre realtà associative, in particolar modo con Appoggiati a me e InCo. Per esempio, da anni abbiamo aderito anche al servizio civile europeo, grazie a cui ospitiamo volontari europei che facciamo sentire a casa».
Che legame c'è tra la posizione di Auser e la sua mission?
«Dieci anni fa abbiamo capito che vivere in una zona ai margini della città ci dava la possibilità di avere un raggio d'azione specifico, che va ben oltre il campo dell'invecchiamento attivo. Un'impostazione come questa ci stava stretta, volevamo fare di più. Abbiamo capito di voler rappresentare un punto di riferimento per questo quartiere, che era abbandonato a se stesso. Innanzitutto abbiamo cercato di creare una programmazione di eventi, soprattutto estiva, che animasse piazza Paradiso, strappandola alla nomea di un luogo desolato. Non abbiamo mai ignorato il disagio sociale e la povertà che dilagano in questa zona. Di fronte alle richieste di aiuto, alle persone che hanno bussato alla nostra porta per chiederci un piatto di pasta o semplicemente un po' di conforto, non ci siamo mai tirati indietro. Ci siamo attrezzati per rispondere alle esigenze della piazza e del quartiere». Che tipo di attività portate avanti in questo senso?
«Da diversi anni facciamo distribuzione alimentare per le famiglie a basso reddito. Se all'inizio il nostro supporto era destinato a circa 30 famiglie, oggi questi nuclei familiari sono diventati 100. Le richieste aumentano, ma le provviste purtroppo diminuiscono. In quest'attività siamo supportati dal Banco opere di carità di Bitonto. Prima della pandemia abbiamo creato nei nostri locali una palestra di Taekwondo con il supporto del sindaco Minervini. Grazie a un maestro che ha messo a disposizione la sua professionalità, abbiamo offerto un corso gratuito ai ragazzi del quartiere fino ai 12 anni. Una delle allieve è diventata anche campionessa regionale di Taekwondo e questo ci ha riempito il cuore di gioia».
Tutto questo è solo una parte delle sfumature di Auser e del volontariato a Molfetta, che approfondiremo nelle prossime settimane.
Oggi è la volta di Auser, che a livello nazionale esiste da 30 anni e significa letteralmente "autogestione dei servizi ". Nasce, infatti, con lo scopo di occuparsi di invecchiamento attivo. La sede di Molfetta, attiva da oltre 20 anni, nasce per volontà di un gruppo di soci della CGIL che, d'intesa con l'allora sindaco Guglielmo Minervini, decise di realizzare un punto di ritrovo per gli anziani, visto che fino ad allora non ce n'erano.
La prima sede di Auser Molfetta, che allora contava 8 volontari, è stata nel chiostro San Domenico. Oggi, invece, l'Auser, che di volontari ne ha oltre 100, si trova in piazza Paradiso e questo le ha permesso di seguire una traiettoria ben precisa, come vedremo in questo articolo. Abbiamo intervistato Sergio Vetrugno, presidente in carica di Auser Molfetta.
Cosa significa occuparsi di invecchiamento attivo?
«Significa fare attività non per gli anziani, ma con gli anziani, ponendo al centro i loro bisogni. È importante per noi che ogni anziano non si senta solo. Cerchiamo di creare quante più situazioni possibili in cui gli anziani possano ricevere affetto e divertirsi. Tra le attività ci sono la ginnastica dolce, i giochi di logica per tenere la mente allenata e vari eventi, che seguono il calendario liturgico nazionale. A breve partirà anche un percorso che fonde arte e terapia. Vedere il coinvolgimento degli assistiti è una cosa bellissima, perchè loro diventano parte integrante della vita associativa. Altro tassello fondamentale è il rapporto intergenerazionale: gli anziani hanno bisogno del dialogo con i propri nipoti, e in generale con gli adulti e con i giovani. Noi proviamo a creare tante occasioni di interazione e socialità». Con il susseguirsi delle amministrazioni comunali, avete sempre avuto il sostegno delle istituzioni?
«Sì, tutti i sindaci che si sono susseguiti non hanno mai fatto mancare il sostegno del Comune alla nostra associazione. Ma il nostro punto di forza risiede anche nella collaborazione con altre realtà associative, in particolar modo con Appoggiati a me e InCo. Per esempio, da anni abbiamo aderito anche al servizio civile europeo, grazie a cui ospitiamo volontari europei che facciamo sentire a casa».
Che legame c'è tra la posizione di Auser e la sua mission?
«Dieci anni fa abbiamo capito che vivere in una zona ai margini della città ci dava la possibilità di avere un raggio d'azione specifico, che va ben oltre il campo dell'invecchiamento attivo. Un'impostazione come questa ci stava stretta, volevamo fare di più. Abbiamo capito di voler rappresentare un punto di riferimento per questo quartiere, che era abbandonato a se stesso. Innanzitutto abbiamo cercato di creare una programmazione di eventi, soprattutto estiva, che animasse piazza Paradiso, strappandola alla nomea di un luogo desolato. Non abbiamo mai ignorato il disagio sociale e la povertà che dilagano in questa zona. Di fronte alle richieste di aiuto, alle persone che hanno bussato alla nostra porta per chiederci un piatto di pasta o semplicemente un po' di conforto, non ci siamo mai tirati indietro. Ci siamo attrezzati per rispondere alle esigenze della piazza e del quartiere». Che tipo di attività portate avanti in questo senso?
«Da diversi anni facciamo distribuzione alimentare per le famiglie a basso reddito. Se all'inizio il nostro supporto era destinato a circa 30 famiglie, oggi questi nuclei familiari sono diventati 100. Le richieste aumentano, ma le provviste purtroppo diminuiscono. In quest'attività siamo supportati dal Banco opere di carità di Bitonto. Prima della pandemia abbiamo creato nei nostri locali una palestra di Taekwondo con il supporto del sindaco Minervini. Grazie a un maestro che ha messo a disposizione la sua professionalità, abbiamo offerto un corso gratuito ai ragazzi del quartiere fino ai 12 anni. Una delle allieve è diventata anche campionessa regionale di Taekwondo e questo ci ha riempito il cuore di gioia».
Tutto questo è solo una parte delle sfumature di Auser e del volontariato a Molfetta, che approfondiremo nelle prossime settimane.