Attentato a Parigi, la testimonianza di Annarita
Parla una giovane molfettese, impiegata in un hotel “C’è un’atmosfera che spaventa”.
Molfetta - domenica 15 novembre 2015
8.38
Sono ore comprensibilmente difficili quelle che sta vivendo la popolazione di Parigi tra cui parecchi originari di Molfetta.
Abbiamo raccolto la testimonianza di una giovane concittadina, trasferitasi stabilmente nella capitale francese da maggio dove lavora come receptionist in un albergo nel nono arrondissement.
"Al momento dell'attentato – racconta Annarita - ero a casa, per fortuna. In albergo lavoro da mattina a sera e quindi stavo per coricarmi quando ho iniziato a ricevere le chiamate di mio padre e mio fratello che, allarmati, volevano sapere come stessi, dove mi trovassi. Sono stati loro a raccontarmi di quanto stava accadendo", racconta la ragazza, ricordando quanto avvenuto attorno alle 22 di venerdì 13.
"E' stato poi tutto traumatico e dico che la giornata di sabato lo è stata ancora di più. Parigi è circondata da un silenzio surreale che spaventa, nessuno in giro perché le autorità si stanno prodigando affinché nessuno esca di casa. Musei chiusi, il Moulin Rouge, il Crazy Horse, il Lido lo stesso. Nulla a che vedere con il solito molto movimentato sabato parigino", spiega.
"Tuttavia io ho lavorato. Certo, era difficile rassicurare i clienti quando io per prima avrei voluto essere a Molfetta, ma non possiamo lasciare tutto allo sbaraglio, sarebbe peggio.
Molti clienti hanno abbandonato oggi stesso e anzi tempo il mio albergo, tante prenotazioni per le prossime settimane, per dicembre e gennaio oggi sono state annullate.
In Francia venerdì 13 scaramanticamente è come il venerdì 17 in Italia: più sfortuna di quella che è capitata a questa città non esiste", conclude.
Abbiamo raccolto la testimonianza di una giovane concittadina, trasferitasi stabilmente nella capitale francese da maggio dove lavora come receptionist in un albergo nel nono arrondissement.
"Al momento dell'attentato – racconta Annarita - ero a casa, per fortuna. In albergo lavoro da mattina a sera e quindi stavo per coricarmi quando ho iniziato a ricevere le chiamate di mio padre e mio fratello che, allarmati, volevano sapere come stessi, dove mi trovassi. Sono stati loro a raccontarmi di quanto stava accadendo", racconta la ragazza, ricordando quanto avvenuto attorno alle 22 di venerdì 13.
"E' stato poi tutto traumatico e dico che la giornata di sabato lo è stata ancora di più. Parigi è circondata da un silenzio surreale che spaventa, nessuno in giro perché le autorità si stanno prodigando affinché nessuno esca di casa. Musei chiusi, il Moulin Rouge, il Crazy Horse, il Lido lo stesso. Nulla a che vedere con il solito molto movimentato sabato parigino", spiega.
"Tuttavia io ho lavorato. Certo, era difficile rassicurare i clienti quando io per prima avrei voluto essere a Molfetta, ma non possiamo lasciare tutto allo sbaraglio, sarebbe peggio.
Molti clienti hanno abbandonato oggi stesso e anzi tempo il mio albergo, tante prenotazioni per le prossime settimane, per dicembre e gennaio oggi sono state annullate.
In Francia venerdì 13 scaramanticamente è come il venerdì 17 in Italia: più sfortuna di quella che è capitata a questa città non esiste", conclude.