Cronaca
Assunti per le pulizie, ma lavorano in ufficio. Il caso all'ospedale di Molfetta
Gli accertamenti del Nirs sono scattati la scorsa settimana sugli impiegati della Sanitaservice: «In pochi hanno la scopa in mano»
Molfetta - lunedì 29 maggio 2023
8.07
Dopo Bari, Molfetta, dove gli ispettori del Nirs, il nucleo ispettivo sanitario regionale istituito dal governatore Michele Emiliano si sono presentati all'ospedale don Tonino Bello per una indagine che riguarda, ad ampio spettro, i dipendenti delle Sanitaservice assunti come pulitori, ma in realtà impiegati come amministrativi.
Gli uomini del gruppo di lavoro pugliese, guidati dall'avvocato Antonio La Scala, dalla scorsa settimana, hanno iniziato a svolgere «controlli formali e sostanziali sotto il profilo documentale» tesi ad acquisire vari documenti: l'elenco del personale della Sanitaservice, società in house che fornisce servizi di assistenza socio sanitaria, inquadrato col profilo di ausiliario e di pulitore, i contratti d'assunzione, l'arco temporale intercorso fra il reclutamento e gli ingaggi e i compiti lavorativi.
Sì, perché il problema principale, secondo gli 007 della sanità regionale, da un biennio impegnati nella caccia alle irregolarità all'interno delle sette Sanitaservice pugliesi (una per ogni provincia più quella del Policlinico di Bari), è proprio relativo ai compiti svolti da persone, padri e madri di famiglia, giovani ed anche in età avanzata, assunte dal 2011 sino al 2017, idonee e titolate a svolgere le mansioni di pulitori e ausiliari che hanno superato un concorso e una selezione per titoli.
«Tutti sono stati assunti per fare le pulizie (inquadrati come pulitori di reparti, servizi sanitari e ospedalieri), ma in pochi hanno la scopa in mano» è l'ipotesi di chi, nell'ambito di una serie di accertamenti sul fronte amministrativo, ha iniziato a ispezionare i luoghi di lavoro, a spulciare i documenti e i contratti con l'obiettivo di far chiarezza su una storia esplosa negli ultimi mesi dopo «le segnalazioni, anche in forma anonima», relative alle assunzioni dei dipendenti della Sanitaservice.
«Acquisizioni documentali e sopralluoghi», a cui sono seguite e seguiranno delle ispezioni, «anche e soprattutto a sorpresa» .Ma quella della Sanitaservice è una piaga che riguarda solo Molfetta? Assolutamente no, tutto il mondo è paese: le verifiche hanno riguardato anche il Giovanni Paolo XXIII di Bari e il San Giacomo di Monopoli, «e la patologia è sempre la stessa»: assunti come pulitori e poi impiegati in ufficio in una vicenda che affonda radici profonde nella storia pugliese.
«Molti dipendenti fanno altro (magazzinieri, amministrativi e impiegati) e non solo le pulizie, ovvero le mansioni per cui sono stati assunti». Il problema, però, per chi indaga, è a monte: «Tutti hanno partecipato al concorso per ausiliario e pulitore, ma svolgono altro sulla base degli ordini e delle direttive ricevute dai datori».
Gli uomini del gruppo di lavoro pugliese, guidati dall'avvocato Antonio La Scala, dalla scorsa settimana, hanno iniziato a svolgere «controlli formali e sostanziali sotto il profilo documentale» tesi ad acquisire vari documenti: l'elenco del personale della Sanitaservice, società in house che fornisce servizi di assistenza socio sanitaria, inquadrato col profilo di ausiliario e di pulitore, i contratti d'assunzione, l'arco temporale intercorso fra il reclutamento e gli ingaggi e i compiti lavorativi.
Sì, perché il problema principale, secondo gli 007 della sanità regionale, da un biennio impegnati nella caccia alle irregolarità all'interno delle sette Sanitaservice pugliesi (una per ogni provincia più quella del Policlinico di Bari), è proprio relativo ai compiti svolti da persone, padri e madri di famiglia, giovani ed anche in età avanzata, assunte dal 2011 sino al 2017, idonee e titolate a svolgere le mansioni di pulitori e ausiliari che hanno superato un concorso e una selezione per titoli.
«Tutti sono stati assunti per fare le pulizie (inquadrati come pulitori di reparti, servizi sanitari e ospedalieri), ma in pochi hanno la scopa in mano» è l'ipotesi di chi, nell'ambito di una serie di accertamenti sul fronte amministrativo, ha iniziato a ispezionare i luoghi di lavoro, a spulciare i documenti e i contratti con l'obiettivo di far chiarezza su una storia esplosa negli ultimi mesi dopo «le segnalazioni, anche in forma anonima», relative alle assunzioni dei dipendenti della Sanitaservice.
«Acquisizioni documentali e sopralluoghi», a cui sono seguite e seguiranno delle ispezioni, «anche e soprattutto a sorpresa» .Ma quella della Sanitaservice è una piaga che riguarda solo Molfetta? Assolutamente no, tutto il mondo è paese: le verifiche hanno riguardato anche il Giovanni Paolo XXIII di Bari e il San Giacomo di Monopoli, «e la patologia è sempre la stessa»: assunti come pulitori e poi impiegati in ufficio in una vicenda che affonda radici profonde nella storia pugliese.
«Molti dipendenti fanno altro (magazzinieri, amministrativi e impiegati) e non solo le pulizie, ovvero le mansioni per cui sono stati assunti». Il problema, però, per chi indaga, è a monte: «Tutti hanno partecipato al concorso per ausiliario e pulitore, ma svolgono altro sulla base degli ordini e delle direttive ricevute dai datori».