L'arsenale sequestrato ad Andria
L'arsenale sequestrato ad Andria
Cronaca

Arsenale ad Andria: il sequestro da un'indagine parallela a quella su De Benedictis

Gli agenti della Squadra Mobile hanno trovato mitragliatori d'assalto, bombe a mano, mine anticarro e pistole

La scoperta dell'arsenale di armi sequestrato ad Andria deriva da un filone di indagini relativo all'arresto dell'ex giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, il magistrato molfettese Giuseppe De Benedictis, in carcere dal 24 aprile scorso con l'accusa di concorso in corruzione in atti giudiziari, assieme al penalista barese Giancarlo Chiariello.

L'arsenale da guerra, composto da 65 fucili mitragliatori d'assalto (Uzi, kalashnikov, M12, AR15), 33 fucili (tra cui carabine di precisione), 99 pistole, mine anticarro, bombe a mano, circa 300 detonatori e 10 silenziatori per pistole, è stato sequestrato dalla Squadra Mobile di Bari, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, all'interno di una masseria di Andria, di proprietà di un imprenditore agricolo del posto, Antonio Tannoia, incensurato 55enne, che è stato arrestato.

Il sospetto degli investigatori è che l'uomo, accusato di detenzione di armi comuni da sparo e armi da guerra, esplosivi e ricettazione, custodisse le armi per conto di terze persone. Le armi sono state trovate in una botola, murate in un pozzo e sopra, per occultare il nascondiglio, erano stati posizionati un frigorifero e una cucina. Le armi erano nascoste in una botola sigillata con una grata di ferro, ricavata al di sotto di una dependance. L'arresto dell'imprenditore è stato firmato dalla Procura di Trani.

L'arsenale «ad una prima valutazione potrebbe verosimilmente rappresentare ad oggi il più importante sequestro di armi mai effettuato nel paese». Lo aveva scritto il procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone de Castris, in una nota nella quale rivolge un «sentito plauso agli agenti della Squadra Mobile per la grande professionalità dimostrata».
  • Giuseppe De Benedictis
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