Cronaca
Arresto ex Gip, il Riesame: De Benedictis resta in carcere
Rigettata la richiesta di annullamento della custodia in carcere e sostituzione con i domiciliari
Molfetta - sabato 7 agosto 2021
10.31
Resta in carcere l'ex giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis. L'ha deciso il Tribunale del Riesame di Lecce che ha rigettato l'appello contro il precedente rigetto del giudice per le indagini preliminari per ottenere la sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari.
L'ex giudice barese, assistito dagli avvocati Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone, è in cella dal 9 maggio scorso per la detenzione di un arsenale con centinaia di armi anche da guerra.
Nei suoi confronti pende un altro procedimento su presunte corruzioni in atti giudiziari relative a tangenti ottenute in cambio di scarcerazioni, nell'ambito del quale era stato già arrestato il 24 aprile e dal 13 luglio gli sono stati concessi gli arresti domiciliari, ma è rimasto in carcere per la vicenda delle armi.
Nell'appello i difensori evidenziavano come le esigenze cautelari relative al pericolo di reiterazione dei reati e inquinamento probatorio si fossero attenuate anche alla luce dei cinque interrogatori resi dinanzi ai magistrati salentini, tre dei quali investigativi, nei quali avrebbe svelato fatti e circostanze nuovi e consentendo di scoprire anche ulteriori depositi di armi.
Le motivazioni della decisione dei giudici del Riesame che evidentemente non hanno condiviso le tesi difensive saranno depositate nelle prossime settimane.
L'ex giudice barese, assistito dagli avvocati Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone, è in cella dal 9 maggio scorso per la detenzione di un arsenale con centinaia di armi anche da guerra.
Nei suoi confronti pende un altro procedimento su presunte corruzioni in atti giudiziari relative a tangenti ottenute in cambio di scarcerazioni, nell'ambito del quale era stato già arrestato il 24 aprile e dal 13 luglio gli sono stati concessi gli arresti domiciliari, ma è rimasto in carcere per la vicenda delle armi.
Nell'appello i difensori evidenziavano come le esigenze cautelari relative al pericolo di reiterazione dei reati e inquinamento probatorio si fossero attenuate anche alla luce dei cinque interrogatori resi dinanzi ai magistrati salentini, tre dei quali investigativi, nei quali avrebbe svelato fatti e circostanze nuovi e consentendo di scoprire anche ulteriori depositi di armi.
Le motivazioni della decisione dei giudici del Riesame che evidentemente non hanno condiviso le tesi difensive saranno depositate nelle prossime settimane.