Cronaca
Arresti a Molfetta, ieri gli interrogatori. C'è chi ha risposto alle domande
Si sono svolti ieri tra il carcere di Trani e Molfetta: gli avvocati proveranno a mettere in discussione la qualità delle immagini
Molfetta - mercoledì 17 gennaio 2024
15.09
C'è chi guarda già al Riesame, chi ha scelto il silenzio e chi ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, a dodici ore dagli arresti dei cinque maggiorenni, ritenuti responsabili di avere trasformato a Capodanno il centro di Molfetta nel teatro di una guerriglia urbana.
Sono gli interrogatori di garanzia, avvenuti nel primo pomeriggio di ieri, fra il penitenziario di Trani, dove sono stati trasportati il 21enne Daniele De Pinto, i 22enni Felice Allegretta e Massimiliano Squeo ed il 26enne Antonio Gigante, e Molfetta, a casa dell'unico indagato confinato ai domiciliari, il 23enne Stefano Cormio. A tutti sono stati contestati i reati di danneggiamento e di pubblica intimidazione con l'uso di ordigni e materiale esplodente, introdotto dal decreto legge Caivano.
Allegretta, difeso dall'avvocato Michele Salvemini, e Gigante, patrocinato dall'avvocato Antonio Modugno, hanno scelto entrambi la strada difensiva del silenzio. De Pinto, assistito dall'avvocato Mauro Palma, ha risposto alle domande del giudice, respingendo parzialmente gli addebiti, mentre Cormio, difeso dall'avvocato Angelantonio De Palma, ha fornito i suoi chiarimenti: per tutti, compreso Squeo, assistito dall'avvocato Giovanna Vista, il gip ha confermato le misure cautelari.
I legali, alcuni dei quali già si stanno preparando ad andare al Riesame per chiedere revoche o misure meno afflittive rispetto al rigore carcerario, punteranno, tra le altre cose, a mettere in discussione la qualità delle immagini e a invalidare in tal modo le identificazioni. Proprio quei frame, scandagliati dai Carabinieri, hanno permesso di identificare i cinque maggiorenni, «in ragione dei loro precedenti penali, ma anche dai dettagli dell'abbigliamento e dei tatuaggi presenti sugli arti».
Secondo la Procura della Repubblica di Trani, sarebbero loro gli autori di quanto avvenuto in città a Capodanno quando, in piazza Vittorio Emanuele, un gruppo di ragazzi ribaltò un'auto sistemando nel vano motore alcuni petardi: gli indagati, infatti, «approfittando dei festeggiamenti» avrebbero seminato «il panico tra le vie cittadine, capovolgendo e vandalizzando anche un'autovettura in sosta, colpita dal lancio di numerosi petardi ed ordigni artigianali nel tentativo di incendiarla».
Azioni riprese tramite smartphone e diventate virali, che hanno provocato «momenti di grande tensione durante i quali l'euforia per i festeggiamenti ha lasciato il passo a delle azioni criminali incontrollate» da parte di chi «senza alcuna remora, aveva pure ripreso le gesta compiacendosene mentre le divulgava sui social».
Sono gli interrogatori di garanzia, avvenuti nel primo pomeriggio di ieri, fra il penitenziario di Trani, dove sono stati trasportati il 21enne Daniele De Pinto, i 22enni Felice Allegretta e Massimiliano Squeo ed il 26enne Antonio Gigante, e Molfetta, a casa dell'unico indagato confinato ai domiciliari, il 23enne Stefano Cormio. A tutti sono stati contestati i reati di danneggiamento e di pubblica intimidazione con l'uso di ordigni e materiale esplodente, introdotto dal decreto legge Caivano.
Allegretta, difeso dall'avvocato Michele Salvemini, e Gigante, patrocinato dall'avvocato Antonio Modugno, hanno scelto entrambi la strada difensiva del silenzio. De Pinto, assistito dall'avvocato Mauro Palma, ha risposto alle domande del giudice, respingendo parzialmente gli addebiti, mentre Cormio, difeso dall'avvocato Angelantonio De Palma, ha fornito i suoi chiarimenti: per tutti, compreso Squeo, assistito dall'avvocato Giovanna Vista, il gip ha confermato le misure cautelari.
I legali, alcuni dei quali già si stanno preparando ad andare al Riesame per chiedere revoche o misure meno afflittive rispetto al rigore carcerario, punteranno, tra le altre cose, a mettere in discussione la qualità delle immagini e a invalidare in tal modo le identificazioni. Proprio quei frame, scandagliati dai Carabinieri, hanno permesso di identificare i cinque maggiorenni, «in ragione dei loro precedenti penali, ma anche dai dettagli dell'abbigliamento e dei tatuaggi presenti sugli arti».
Secondo la Procura della Repubblica di Trani, sarebbero loro gli autori di quanto avvenuto in città a Capodanno quando, in piazza Vittorio Emanuele, un gruppo di ragazzi ribaltò un'auto sistemando nel vano motore alcuni petardi: gli indagati, infatti, «approfittando dei festeggiamenti» avrebbero seminato «il panico tra le vie cittadine, capovolgendo e vandalizzando anche un'autovettura in sosta, colpita dal lancio di numerosi petardi ed ordigni artigianali nel tentativo di incendiarla».
Azioni riprese tramite smartphone e diventate virali, che hanno provocato «momenti di grande tensione durante i quali l'euforia per i festeggiamenti ha lasciato il passo a delle azioni criminali incontrollate» da parte di chi «senza alcuna remora, aveva pure ripreso le gesta compiacendosene mentre le divulgava sui social».