Cronaca
Area mercatale, terremoto in Comune: 11 indagati. I NOMI
L'inchiesta ruota attorno ai lavori di riqualificazione dell'area di viale monsignor Bello. Tra gli indagati Minervini e Caputo
Molfetta - venerdì 22 luglio 2022
11.58
Frode nelle pubbliche forniture mediante una serie di condotte illecite, turbata libertà del procedimento di scelta da parte del contraente e falso. C'è tutto questo nell'inchiesta - l'ennesima - della Procura della Repubblica di Trani che s'è abbattuta come un terremoto a Molfetta, ad un anno dalla precedente su alcuni appalti.
11 le persone indagate. Il nome di spicco è quello del sindaco, Tommaso Minervini, indagato per turbata libertà del procedimento di scelta da parte del contraente e per falso in atto pubblico commesso da un pubblico ufficiale: «Ho sempre agito nell'esclusivo interesse della città - ha dichiarato il primo cittadino, rieletto a giugno scorso - sono fiducioso che le indagini proveranno quanto sostengo. Invito tutti a non strumentalizzarne l'operato della magistratura e della Finanza».
«Il sindaco, preso atto della nuova iniziativa della Procura di Trani - si legge in un comunicato -, rinnova la totale fiducia e rispetto nell'operato dei pm e della Finanza». Gli indagati avrebbero truccato la gara per i lavori di riqualificazione della nuova area mercatale, procedendo con un affidamento diretto per gli interventi di completamento, anziché con un bando, dopo che la ditta che precedentemente si era aggiudicata l'appalto per i lavori, aveva abbandonato il cantiere.
Per i reati, a vario titolo contestati, di frode in pubbliche forniture, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso, la Procura di Trani ha sottoposto a sequestro probatorio il cantiere di viale monsignor Bello, notificando contestualmente gli avvisi di garanzia a 11 indagati, tra i quali il sindaco appena rieletto Minervini. Oltre al sindaco, sono indagati gli ex assessori comunali ai Lavori Pubblici Mariano Caputo e Antonio Ancona, attualmente consigliere comunale.
Con lui anche l'ex dirigente del settore Ambiente Vincenzo Balducci e l'attuale dirigente del settore Lavori Pubblici Domenico Satalino, il direttore dei lavori Damiano Binetti e cinque imprenditori, l'amministratrice reale della Palazzo Costruzioni che si era aggiudicata l'appalto, Maria Teresa e Rocco Palazzo, Giuseppe e Teresa Santo e Andrea Leone, rappresentanti legali delle ditte Sipa, Siles e Gecos a cui sarebbero stati illecitamente affidati i lavori di pavimentazione del mercato.
I fatti contestati risalgono al periodo tra agosto 2020 e giugno 2021. Per turbare la gara e procedere con l'affidamento diretto, secondo l'ipotesi della Procura, gli amministratori avrebbero falsificato alcuni atti facendo risultare che gli ulteriori importi destinati al mercato, 700mila euro, facevano parte dell'appalto per le strade cittadine.
Secondo l'accusa Vincenzo Balducci, Damiano Binetti, Maria Teresa Palazzo e Rocco Palazzo «in concorso tra loro, in tempi diversi e in esecuzione del medesimo disegno criminoso» avrebbero commesso «frode nelle pubbliche forniture» mediante una serie di condotte illecite. A seguito della aggiudicazione della gara d'appalto, ad esempio, la stazione appaltante Comune di Molfetta e la ditta appaltatrice dei lavori Palazzo Costruzioni s.r.l.s. avrebbero sottoscritto «il verbale (privo di numero protocollo) di consegna del cantiere, in cui si dava atto che "l'area su cui devono eseguirsi i lavori è libera da persone e cose, che lo stato attuale è tale da non impedire l'avvio e la prosecuzione dei lavori». Inoltre «veniva subito scoperta sotto l'area di sedime, una cospicua quantità di rifiuti, il cui smaltimento in discarica si rendeva necessario, con enorme aggravio di costi (tutti sostenuti), talché la ditta appaltatrice Palazzo sospendeva i lavori».
Per queste e altre condotte «Maria Teresa Palazzo e Rocco Palazzo, rispettivamente legale rappresentante della ditta appaltatrice Palazzo Costruzioni s.r.l.s. e amministratore di fatto dell'anzidetta società, agevolati dalla condotta posta in essere dal Balducci, e previo concerto con il Minervini ed il Caputo, nelle rispettive qualità (il primo delegato al bilancio e capo dell'amministrazione comunale, il secondo ai lavori pubblici), entrambi a conoscenza dei fatti, commettevano frode nella esecuzione del contratto di appalto, stipulato tra la ditta appaltatrice e il Comune di Molfetta».
Inoltre Tommaso Minervini, Vincenzo Balducci, Mariano Caputo, Damiano Binetti, Giuseppe Santo, Teresa Santo e Andrea Leone «in concorso fra loro, in tempi diversi e in esecuzione del medesimo disegno criminoso, con mezzi fraudolenti» avrebbero turbato «la libertà del procedimento di scelta del contraente e procedevano ad affidamento diretto in favore dell'ATI Sipa-Siles dei lavori di completamento della pavimentazione della nuova area mercatale di Molfetta (sospesi da Palazzo), così alterando la natura del contratto previa variante non consentita dall'art. 106 d.lgs. 50/16, ed al fine di evitare di bandire una nuova procedura d'appalto ai sensi del co. 12 della medesima disposizione». I lavori dell'area mercatale furono appaltati per l'importo sopra soglia di 400.496,11 euro.
Ed ancora: Vincenzo Balducci, Damiano Binetti, Giuseppe Santo, Teresa Santo e Andrea Leone «in concorso tra loro» avrebbero attestato «falsamente nell'ordine di servizio del 18.01.2021, con cui Balducci affidava senza gara d'appalto a Sipa-Siles i lavori di pavimentazione dell'area mercatale, che gli stessi, concordati tra stazione appaltante ed appaltatrice Sipa-Siles e da quest'ultima eseguita in asfalto, erano da ritenersi "similari" a quelli originariamente progettati per l'area mercatale (da eseguirsi invece interamente in betonelle) pur essendo gli indagati consapevoli della totale difformità delle due diverse modalità di realizzazione dell'opera, e quindi in violazione del succitato contratto di appalto».
Vincenzo Balducci e Damiano Binetti, ancora, «in concorso tra loro» pur «consapevoli dei rischi connessi ai danni erariali nonché alla impossibilità di correttamente rendicontare al Ministero dell'Interno, Ente erogatore, l'utilizzo delle somme a destinazione vincolata funzionali alla realizzazione dell'area mercatale, ed al deliberato fine di scongiurare tali rischi». avrebbero redatto in bozza il testo della determinazione dirigenziale n. 913 del 29.06.2021, dolosamente attestando, contrariamente al vero, che i lavori affidati a Sipa-Siles erano ricompresi nelle migliorie dell'appalto per la realizzazione delle strade cittadine, mentre invece l'affidamento diretto a Sipa-Siles era avvenuto per rimediare all'abbandono del cantiere da parte della ditta appaltatrice Palazzo».
Tommaso Minervini, Antonio Ancona e Domenico Satalino, infine, «al fine di occultare i reati commessi con le condotte che precedono» avrebbero fatto approvare dalla giunta comunale, nella seduta del 21.02.2022» il progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di "completamento" dell'area mercatale per l'ulteriore stanziamento di 700.000 euro «omettendo in toto, dolosamente, nel testo dell'atto deliberativo, la ricostruzione delle reali ragioni che rendevano necessarie tali ulteriori opere di "completamento", in particolare che tale ulteriore stanziamento economico era in realtà finalizzato al reperimento di fondi economici utili alla copertura finanziaria della spesa sostenuta dalla stazione appaltante per le varie finalità innanzi descritte».
11 le persone indagate. Il nome di spicco è quello del sindaco, Tommaso Minervini, indagato per turbata libertà del procedimento di scelta da parte del contraente e per falso in atto pubblico commesso da un pubblico ufficiale: «Ho sempre agito nell'esclusivo interesse della città - ha dichiarato il primo cittadino, rieletto a giugno scorso - sono fiducioso che le indagini proveranno quanto sostengo. Invito tutti a non strumentalizzarne l'operato della magistratura e della Finanza».
«Il sindaco, preso atto della nuova iniziativa della Procura di Trani - si legge in un comunicato -, rinnova la totale fiducia e rispetto nell'operato dei pm e della Finanza». Gli indagati avrebbero truccato la gara per i lavori di riqualificazione della nuova area mercatale, procedendo con un affidamento diretto per gli interventi di completamento, anziché con un bando, dopo che la ditta che precedentemente si era aggiudicata l'appalto per i lavori, aveva abbandonato il cantiere.
Per i reati, a vario titolo contestati, di frode in pubbliche forniture, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso, la Procura di Trani ha sottoposto a sequestro probatorio il cantiere di viale monsignor Bello, notificando contestualmente gli avvisi di garanzia a 11 indagati, tra i quali il sindaco appena rieletto Minervini. Oltre al sindaco, sono indagati gli ex assessori comunali ai Lavori Pubblici Mariano Caputo e Antonio Ancona, attualmente consigliere comunale.
Con lui anche l'ex dirigente del settore Ambiente Vincenzo Balducci e l'attuale dirigente del settore Lavori Pubblici Domenico Satalino, il direttore dei lavori Damiano Binetti e cinque imprenditori, l'amministratrice reale della Palazzo Costruzioni che si era aggiudicata l'appalto, Maria Teresa e Rocco Palazzo, Giuseppe e Teresa Santo e Andrea Leone, rappresentanti legali delle ditte Sipa, Siles e Gecos a cui sarebbero stati illecitamente affidati i lavori di pavimentazione del mercato.
I fatti contestati risalgono al periodo tra agosto 2020 e giugno 2021. Per turbare la gara e procedere con l'affidamento diretto, secondo l'ipotesi della Procura, gli amministratori avrebbero falsificato alcuni atti facendo risultare che gli ulteriori importi destinati al mercato, 700mila euro, facevano parte dell'appalto per le strade cittadine.
I lavori di riqualificazione dell'area mercatale di Molfetta
Secondo l'accusa Vincenzo Balducci, Damiano Binetti, Maria Teresa Palazzo e Rocco Palazzo «in concorso tra loro, in tempi diversi e in esecuzione del medesimo disegno criminoso» avrebbero commesso «frode nelle pubbliche forniture» mediante una serie di condotte illecite. A seguito della aggiudicazione della gara d'appalto, ad esempio, la stazione appaltante Comune di Molfetta e la ditta appaltatrice dei lavori Palazzo Costruzioni s.r.l.s. avrebbero sottoscritto «il verbale (privo di numero protocollo) di consegna del cantiere, in cui si dava atto che "l'area su cui devono eseguirsi i lavori è libera da persone e cose, che lo stato attuale è tale da non impedire l'avvio e la prosecuzione dei lavori». Inoltre «veniva subito scoperta sotto l'area di sedime, una cospicua quantità di rifiuti, il cui smaltimento in discarica si rendeva necessario, con enorme aggravio di costi (tutti sostenuti), talché la ditta appaltatrice Palazzo sospendeva i lavori».
Per queste e altre condotte «Maria Teresa Palazzo e Rocco Palazzo, rispettivamente legale rappresentante della ditta appaltatrice Palazzo Costruzioni s.r.l.s. e amministratore di fatto dell'anzidetta società, agevolati dalla condotta posta in essere dal Balducci, e previo concerto con il Minervini ed il Caputo, nelle rispettive qualità (il primo delegato al bilancio e capo dell'amministrazione comunale, il secondo ai lavori pubblici), entrambi a conoscenza dei fatti, commettevano frode nella esecuzione del contratto di appalto, stipulato tra la ditta appaltatrice e il Comune di Molfetta».
Inoltre Tommaso Minervini, Vincenzo Balducci, Mariano Caputo, Damiano Binetti, Giuseppe Santo, Teresa Santo e Andrea Leone «in concorso fra loro, in tempi diversi e in esecuzione del medesimo disegno criminoso, con mezzi fraudolenti» avrebbero turbato «la libertà del procedimento di scelta del contraente e procedevano ad affidamento diretto in favore dell'ATI Sipa-Siles dei lavori di completamento della pavimentazione della nuova area mercatale di Molfetta (sospesi da Palazzo), così alterando la natura del contratto previa variante non consentita dall'art. 106 d.lgs. 50/16, ed al fine di evitare di bandire una nuova procedura d'appalto ai sensi del co. 12 della medesima disposizione». I lavori dell'area mercatale furono appaltati per l'importo sopra soglia di 400.496,11 euro.
Ed ancora: Vincenzo Balducci, Damiano Binetti, Giuseppe Santo, Teresa Santo e Andrea Leone «in concorso tra loro» avrebbero attestato «falsamente nell'ordine di servizio del 18.01.2021, con cui Balducci affidava senza gara d'appalto a Sipa-Siles i lavori di pavimentazione dell'area mercatale, che gli stessi, concordati tra stazione appaltante ed appaltatrice Sipa-Siles e da quest'ultima eseguita in asfalto, erano da ritenersi "similari" a quelli originariamente progettati per l'area mercatale (da eseguirsi invece interamente in betonelle) pur essendo gli indagati consapevoli della totale difformità delle due diverse modalità di realizzazione dell'opera, e quindi in violazione del succitato contratto di appalto».
Vincenzo Balducci e Damiano Binetti, ancora, «in concorso tra loro» pur «consapevoli dei rischi connessi ai danni erariali nonché alla impossibilità di correttamente rendicontare al Ministero dell'Interno, Ente erogatore, l'utilizzo delle somme a destinazione vincolata funzionali alla realizzazione dell'area mercatale, ed al deliberato fine di scongiurare tali rischi». avrebbero redatto in bozza il testo della determinazione dirigenziale n. 913 del 29.06.2021, dolosamente attestando, contrariamente al vero, che i lavori affidati a Sipa-Siles erano ricompresi nelle migliorie dell'appalto per la realizzazione delle strade cittadine, mentre invece l'affidamento diretto a Sipa-Siles era avvenuto per rimediare all'abbandono del cantiere da parte della ditta appaltatrice Palazzo».
Tommaso Minervini, Antonio Ancona e Domenico Satalino, infine, «al fine di occultare i reati commessi con le condotte che precedono» avrebbero fatto approvare dalla giunta comunale, nella seduta del 21.02.2022» il progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di "completamento" dell'area mercatale per l'ulteriore stanziamento di 700.000 euro «omettendo in toto, dolosamente, nel testo dell'atto deliberativo, la ricostruzione delle reali ragioni che rendevano necessarie tali ulteriori opere di "completamento", in particolare che tale ulteriore stanziamento economico era in realtà finalizzato al reperimento di fondi economici utili alla copertura finanziaria della spesa sostenuta dalla stazione appaltante per le varie finalità innanzi descritte».