Cronaca
Falso e lottizzazione abusiva sul nuovo porto di Molfetta. Archiviazione per Azzollini e la "sua" Giunta
Lo ha disposto il Tribunale di Trani a seguito della riserva nell'udienza del 20 marzo scorso
Molfetta - martedì 13 novembre 2018
Il Giudice Angela Schiralli ha accolto la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero nel procedimento pendente davanti al Tribunale di Trani nel quale erano indagate 48 persone tra cui Antonio Azzollini e Carmela Minuto, Anna Maria Brattoli, Domenico Corrieri, Doriana Carabellese, Pierangelo Iurillo, Giulio La Grasta, Mauro Giuseppe Magarelli, Pantaleo Petruzzella, Vincenzo Spadavecchia e Pietro Uva "tutti componenti della Giunta che in data 12.02.2008 approvarono la delibera n.68 del progetto esecutivo del porto di Molfetta e per questo chiamati a rispondere di lottizzazione abusiva", reato ipotizzato dall'accusa assieme a quello di falso.
Tuttavia, per meglio comprendere la vicenda bisogna partire dal suo inizio.
Tra il 2011 e il 2014 alla Procura della Repubblica di Trani arrivarono diverse denunce tra cui quella del "Liberatorio Politico", della Cooperativa Pescatori di Molfetta e del legale rappresentante della G.R.I.I.F.F. contro l'Ati aggiudicataria dell'appalto dei lavori per la costruzione del nuovo porto. A essere lamentato era l'inquinamento ambientale presente nel porto vista la nota presenza di ordigni bellici.
Scattarono le indagini, portate avanti sia dalla Capitaneria di porto sia dagli esperti del Ministero delle Politiche agricole e forestali, a conclusione delle quali fu già chiesta la prima archiviazione a cui seguì l'opposizione delle parti offese, tuttavia non accolta dal Tribunale che nei giorni scorsi ha spiegato i motivi.
Leggendo il provvedimento, infatti, innanzitutto si apprende che questo è parallelo a un altro per il quale è stato già disposto il rinvio a giudizio come nel caso di Antonio Azzollini, che ha rinunciato alla prescrizione.
Accusato di lottizzazione abusiva, l'ex senatore e sindaco di Molfetta "era naturalmente consapevole, come emerso dalle indagini, che i lavori di costruzione del porto non potevano proseguire senza una preventiva bonifica dei fondali dagli ordigni bellici" poichè era stato lui a seguire "in prima persona" tutte la fasi della ideazione, progettazione ed esecuzione.
Intervenuta la prescrizione, invece, per l'ingegner Vincenzo Balducci e il geometra Giuseppe de Pinto.
Anche in questo caso chiarissima la posizione del Tribunale di Trani: anch'essi hanno seguito tutte la fasi essendo dipendenti del settore lavori pubblici del Comune con Balducci "addirittura nominato RUP del procedimento inerente la progettazione del nuovo piano regolatore e della costruzione del Porto di Molfetta" motivo per il quale, si legge sempre nel provvedimento, "anch'essi erano consapevoli della mancata bonifica anche solo parziale delle acque del porto dagli ordigni bellici prima dell'aggiudicazione della gara".
Altrettanto specifiche le motivazioni dell'archiviazione per l'allora Giunta Comunale per la quale è intervenuta la prescrizione a cui avevano rinunciato Doriana Carabellese e Domenico Corrieri.
Ebbene nella seduta in cui l'Esecutivo Azzollini diede l'ok alla delibera del progetto esecutivo erano assenti sia Doriana Carabellese sia Carmela Minuto che, pertanto, mai avrebbero potuto rispondere e per le quali l'archiviazione è stata disposta poichè "il fatto non sussiste".
Invece per tutti gli altri si legge che "data la estrema specificità del tema trattato, costoro non disponessero di un adeguato apparato motivazionale per dissociarsi, facendo di contro pieno affidamento sull'operato degli uffici comunali". In sostanza gli assessori dell'epoca hanno agito "in perfetta buona fede e correttezza" e, pertanto, la loro posizione è stata archiviata "perchè il fatto non costituisce reato".
Tra gli indagati anche dirigenti e funzionari della Regione Puglia e del Ministero dell'Ambiente per i quali "non si rilevano elementi favorevoli al di fuori di una declaratoria di prescrizione".
"Mero errore di iscrizione", infine, per Rocco Altomare: la posizione dell'ingegnere è archiviata perchè "il fatto non sussiste".
Tuttavia, per meglio comprendere la vicenda bisogna partire dal suo inizio.
Tra il 2011 e il 2014 alla Procura della Repubblica di Trani arrivarono diverse denunce tra cui quella del "Liberatorio Politico", della Cooperativa Pescatori di Molfetta e del legale rappresentante della G.R.I.I.F.F. contro l'Ati aggiudicataria dell'appalto dei lavori per la costruzione del nuovo porto. A essere lamentato era l'inquinamento ambientale presente nel porto vista la nota presenza di ordigni bellici.
Scattarono le indagini, portate avanti sia dalla Capitaneria di porto sia dagli esperti del Ministero delle Politiche agricole e forestali, a conclusione delle quali fu già chiesta la prima archiviazione a cui seguì l'opposizione delle parti offese, tuttavia non accolta dal Tribunale che nei giorni scorsi ha spiegato i motivi.
Leggendo il provvedimento, infatti, innanzitutto si apprende che questo è parallelo a un altro per il quale è stato già disposto il rinvio a giudizio come nel caso di Antonio Azzollini, che ha rinunciato alla prescrizione.
Accusato di lottizzazione abusiva, l'ex senatore e sindaco di Molfetta "era naturalmente consapevole, come emerso dalle indagini, che i lavori di costruzione del porto non potevano proseguire senza una preventiva bonifica dei fondali dagli ordigni bellici" poichè era stato lui a seguire "in prima persona" tutte la fasi della ideazione, progettazione ed esecuzione.
Intervenuta la prescrizione, invece, per l'ingegner Vincenzo Balducci e il geometra Giuseppe de Pinto.
Anche in questo caso chiarissima la posizione del Tribunale di Trani: anch'essi hanno seguito tutte la fasi essendo dipendenti del settore lavori pubblici del Comune con Balducci "addirittura nominato RUP del procedimento inerente la progettazione del nuovo piano regolatore e della costruzione del Porto di Molfetta" motivo per il quale, si legge sempre nel provvedimento, "anch'essi erano consapevoli della mancata bonifica anche solo parziale delle acque del porto dagli ordigni bellici prima dell'aggiudicazione della gara".
Altrettanto specifiche le motivazioni dell'archiviazione per l'allora Giunta Comunale per la quale è intervenuta la prescrizione a cui avevano rinunciato Doriana Carabellese e Domenico Corrieri.
Ebbene nella seduta in cui l'Esecutivo Azzollini diede l'ok alla delibera del progetto esecutivo erano assenti sia Doriana Carabellese sia Carmela Minuto che, pertanto, mai avrebbero potuto rispondere e per le quali l'archiviazione è stata disposta poichè "il fatto non sussiste".
Invece per tutti gli altri si legge che "data la estrema specificità del tema trattato, costoro non disponessero di un adeguato apparato motivazionale per dissociarsi, facendo di contro pieno affidamento sull'operato degli uffici comunali". In sostanza gli assessori dell'epoca hanno agito "in perfetta buona fede e correttezza" e, pertanto, la loro posizione è stata archiviata "perchè il fatto non costituisce reato".
Tra gli indagati anche dirigenti e funzionari della Regione Puglia e del Ministero dell'Ambiente per i quali "non si rilevano elementi favorevoli al di fuori di una declaratoria di prescrizione".
"Mero errore di iscrizione", infine, per Rocco Altomare: la posizione dell'ingegnere è archiviata perchè "il fatto non sussiste".