Vita di città
Apre il passaggio pedonale di via Paniscotti, pedoni al sicuro?
Tre lustri di battaglie per il «bene comune»
Molfetta - giovedì 19 giugno 2014
13.58
Quindici anni passati fra diffide e ordinanze di apertura, mai rispettate, sollecitate da quattrocento firme raccolte da chi voleva utilizzare il passaggio pedonale che unisce via Paniscotti a via Margherita di Savoia. Ed ora una nuova diffida indirizzata ai condomini dello stabile sotto cui apre il passaggio, sottoscritta dai dirigenti dell'ufficio tecnico per dare corso alla ordinanza che prevede l'apertura di quella galleria dalle 8,30 alle 21,30 di ogni giorno «per facilitare il passaggio dei pedoni tra via Paniscotti e via Margherita di Savoia – si legge nel testo della diffida – perché quell'arteria si restringe in maniera pericolosa e non essendoci un adeguato marciapiede».
Un marciapiede ampio non più di 10 centimetri. Si aggiunge così una nuova pagina ad una vicenda cominciata negli anni '90, con una concessione edilizia che permetteva la costruzione di una palazzina rilasciata però, con l'obbligo di lasciare aperto un varco pedonale. Per permettere ai cittadini di spostarsi tra le due strade che la galleria unisce, in tutta sicurezza, senza cioè doversi districare tra le auto in transito. Un obbligo che evidentemente non è stato mai rispettato, nonostante i solleciti e le diffide, tanto che a chiusura di quel passaggio, fu eretto un cancello in ferro con tanto di lucchetto. Rendendo un passaggio pubblico nei fatti privato. «È una disputa tra pubblico e privato – ha scritto Matteo d'Ingeo sul sito internet del "Liberatorio politico" – Quella galleria è un bene comune, un passaggio necessario all'intera città, a favore della salvaguardia dei suoi cittadini. L'apertura della galleria è una vittoria di quella cittadinanza attiva che crede nel bene comune».
Un marciapiede ampio non più di 10 centimetri. Si aggiunge così una nuova pagina ad una vicenda cominciata negli anni '90, con una concessione edilizia che permetteva la costruzione di una palazzina rilasciata però, con l'obbligo di lasciare aperto un varco pedonale. Per permettere ai cittadini di spostarsi tra le due strade che la galleria unisce, in tutta sicurezza, senza cioè doversi districare tra le auto in transito. Un obbligo che evidentemente non è stato mai rispettato, nonostante i solleciti e le diffide, tanto che a chiusura di quel passaggio, fu eretto un cancello in ferro con tanto di lucchetto. Rendendo un passaggio pubblico nei fatti privato. «È una disputa tra pubblico e privato – ha scritto Matteo d'Ingeo sul sito internet del "Liberatorio politico" – Quella galleria è un bene comune, un passaggio necessario all'intera città, a favore della salvaguardia dei suoi cittadini. L'apertura della galleria è una vittoria di quella cittadinanza attiva che crede nel bene comune».