Cultura, Eventi e Spettacolo
Applausi per il secondo appuntamento di «Molfetta in Prosa» con Buscemi protagonista
All'Anfiteatro di Ponente la messa in scena di «Tartufo ovvero l'Impostore»
Molfetta - lunedì 26 agosto 2019
10.58
Ancora una serata di grande teatro all'Anfiteatro di Ponente per «Molfetta in Prosa», il festival di teatro di prosa patrocinato dal Comune di Molfetta e organizzato dalla compagnia «Il Carro dei Comici» sotto la direzione artistica di Francesco Tammacco. La rassegna teatrale è giunta alla sua seconda edizione dopo i tanti apprezzamenti ottenuti nel 2018 da cittadini e addetti ai lavori: in estate era già andato in scena un primo appuntamento, lo scorso 9 agosto, con lo spettacolo dell'"Anfitrione" di Plauto.
Ieri sera il palco ha dato vita a «Tartufo ovvero l'impostore», spettacolo del noto attore teatrale Andrea Buscemi, con lo stesso Buscemi protagonista nei panni dell'imbroglione pensato dalla geniale mente del commediografo francese Molière. Buscemi magistralmente condotto la sua interpretazione insieme a Livia Castellana, Martina Benedetti, Francesco Tammacco, Pantaleo Annese e Roberta Grenci. La rappresentazione ha debuttato alla Versiliana Festival di Marina di Pietrasanta, e ha portato in scena uno dei capolavori del grande drammaturgo del Seicento. L'opera venne realizzata per la prima volta nel lontano 1664, quando la compagnia teatrale di Molière si esibì presso la corte di Versailles per il Re di Francia Luigi XIV. Originariamente l'opera si concludeva con la vittoria di Tartufo ma, proprio a tal proposito, intervenne il re che fece correggere l'opera, che finì dunque con la sconfitta del Tartufo e la vittoria di Orgone, il protagonista buono che viene soggiogato dal finto gesuita francese e che proprio Molière interpretava quando era in vita.
Nella trama, Orgone è un ingenuo che si lascia a tal punto abbindolare dal falso moralismo e dalla sfrenata devozione ostentata da Tartufo da volergli dare in sposa la figlia Marianna (già promessa in precedenza a un altro uomo, Valerio) e da decidere di nominarlo erede di ogni suo bene. Tartufo rappresenta in soldoni l'ipocrita che vive sotto l'apparenza religiosa e affettiva, ma che in realtà vuole solo trarre vantaggio dalla fiducia concessagli, per poi tradirla. L'intera opera è una satira nei confronti della società nobile francese del '600, troppo avvolta dal velo della tradizione religiosa e spesso vicina al culto cristiano solo per una questione di rispettabilità piuttosto che per una reale fede. L'opera di Molière ha avuto un successo tale a partire dalle sue prime messe in scena, da influenzare anche altri grandi autori della letteratura francese come Stendhal, che ne parla nel suo celebre romanzo "Il rosso e il nero", ma anche Balzac e il poeta simbolista Rimbaud.
La grande abilità da parte degli attori de «Il Carro dei Comici» di calarsi nei panni di una aristocratica famiglia francese di quattro secoli fa ha permesso loro di interpretare nel migliore dei modi un autentico classico del teatro del XVII secolo, capace di far sorridere ma soprattutto di indurre alla riflessione. L'espressività del maestro Andrea Buscemi ha reso l'intreccio a tratti comico grazie alla sua naturalezza nel definire i grotteschi tratti di quell'impostore capace di mandare in rovina l'eredità del povero Orgone. Inevitabili, dunque, gli incessanti applausi da parte del pubblico al termine della messa in scena: ancora oggi il teatro ha tanto da insegnare anche quando parte da testi scritti in tempi lontani ed è un piacere che la città di Molfetta ne sia consapevole.
Ieri sera il palco ha dato vita a «Tartufo ovvero l'impostore», spettacolo del noto attore teatrale Andrea Buscemi, con lo stesso Buscemi protagonista nei panni dell'imbroglione pensato dalla geniale mente del commediografo francese Molière. Buscemi magistralmente condotto la sua interpretazione insieme a Livia Castellana, Martina Benedetti, Francesco Tammacco, Pantaleo Annese e Roberta Grenci. La rappresentazione ha debuttato alla Versiliana Festival di Marina di Pietrasanta, e ha portato in scena uno dei capolavori del grande drammaturgo del Seicento. L'opera venne realizzata per la prima volta nel lontano 1664, quando la compagnia teatrale di Molière si esibì presso la corte di Versailles per il Re di Francia Luigi XIV. Originariamente l'opera si concludeva con la vittoria di Tartufo ma, proprio a tal proposito, intervenne il re che fece correggere l'opera, che finì dunque con la sconfitta del Tartufo e la vittoria di Orgone, il protagonista buono che viene soggiogato dal finto gesuita francese e che proprio Molière interpretava quando era in vita.
Nella trama, Orgone è un ingenuo che si lascia a tal punto abbindolare dal falso moralismo e dalla sfrenata devozione ostentata da Tartufo da volergli dare in sposa la figlia Marianna (già promessa in precedenza a un altro uomo, Valerio) e da decidere di nominarlo erede di ogni suo bene. Tartufo rappresenta in soldoni l'ipocrita che vive sotto l'apparenza religiosa e affettiva, ma che in realtà vuole solo trarre vantaggio dalla fiducia concessagli, per poi tradirla. L'intera opera è una satira nei confronti della società nobile francese del '600, troppo avvolta dal velo della tradizione religiosa e spesso vicina al culto cristiano solo per una questione di rispettabilità piuttosto che per una reale fede. L'opera di Molière ha avuto un successo tale a partire dalle sue prime messe in scena, da influenzare anche altri grandi autori della letteratura francese come Stendhal, che ne parla nel suo celebre romanzo "Il rosso e il nero", ma anche Balzac e il poeta simbolista Rimbaud.
La grande abilità da parte degli attori de «Il Carro dei Comici» di calarsi nei panni di una aristocratica famiglia francese di quattro secoli fa ha permesso loro di interpretare nel migliore dei modi un autentico classico del teatro del XVII secolo, capace di far sorridere ma soprattutto di indurre alla riflessione. L'espressività del maestro Andrea Buscemi ha reso l'intreccio a tratti comico grazie alla sua naturalezza nel definire i grotteschi tratti di quell'impostore capace di mandare in rovina l'eredità del povero Orgone. Inevitabili, dunque, gli incessanti applausi da parte del pubblico al termine della messa in scena: ancora oggi il teatro ha tanto da insegnare anche quando parte da testi scritti in tempi lontani ed è un piacere che la città di Molfetta ne sia consapevole.