Cronaca
Appena scarcerato, viene arrestato per rapina. Torna in cella un 51enne
Vincenzo Salvatore Fornari è stato arrestato dai Carabinieri: sarebbe l'autore del colpo al negozio d'abbigliamento Matis
Molfetta - venerdì 2 dicembre 2022
C'è una prima risposta a Molfetta, dopo le quattro rapine che hanno scandito fine novembre. Per i reati di rapina aggravata, lesioni personali e danneggiamento, il 51enne Vincenzo Salvatore Fornari, senza fissa dimora, è stato tratto in arresto dai Carabinieri ed è tornato in carcere, da dove era uscito il 22 novembre scorso.
Ebbene, secondo l'impostazione accusatoria accolta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, l'uomo, il 23 novembre scorso, «col volto travisato da uno scaldacollo nero», avrebbe rapinato il negozio Matis in via Bari minacciando la titolare con un coltello, «puntandoglielo all'altezza del fianco destro», e ferendola ad un dito (se l'è cavata in 7 giorni), prima di impossessarsi del registratore di cassa e di fuggire a piedi, inseguito da alcuni passanti.
E non è finita qui. Il 25 novembre scorso avrebbe danneggiato, «colpendole con un martelletto frangivetro, due vetrate di contenimento delle scale di accesso» al sottopasso della stazione ferroviaria di Molfetta, riferendo ai militari della locale Compagnia, in zona nell'ambito delle rafforzate attività di controllo sul territorio cittadino, che «gli andava di fare così». Le indagini, avviate nell'immediatezza, hanno consentito di arrestare in flagranza di reato il 51enne dopo il secondo fatto.
La visione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza di via Bari ha permesso agli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Roberta Moramarco, di raccogliere «gravi indizi di colpevolezza» per il colpo a Matis: «Io ho fatto solo una rapina alla signora e mi dispiace che l'ho ferita - avrebbe detto ai militari quando è stato placcato poco dopo la rapina -, ma purtroppo voi mi conoscete come sono fatto, non per niente mi chiamano Mattone».
Il 51enne è così tornato in cella considerato «il pericolo che l'indagato commetta delitti della stessa specie, per come si evince dalle modalità della condotta che - scrive il gip - lascia inferire l'utilizzo dell'arrestato di un habitus delinquendi nelle azioni predatorie, nonché dalla personalità dello stesso, indice della vicinanza ad ambienti criminali di un certo spessore». Per il giudice «la custodia inframuraria risulta essere l'unica in grado di scongiurare la reiterazione» di episodi simili.
Fornari, infine, da poco tornato libero (era a Lecce) e sottoposto, fra gli altri, all'obbligo di dimora a Molfetta avrebbe «violato le prescrizioni, venendo addirittura fermato il 23 novembre (proprio il giorno della rapina al negozio Matis) - si legge agli atti - nel comune di Torre Santa Susanna», a ben 138 chilometri di distanza.
Ebbene, secondo l'impostazione accusatoria accolta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, l'uomo, il 23 novembre scorso, «col volto travisato da uno scaldacollo nero», avrebbe rapinato il negozio Matis in via Bari minacciando la titolare con un coltello, «puntandoglielo all'altezza del fianco destro», e ferendola ad un dito (se l'è cavata in 7 giorni), prima di impossessarsi del registratore di cassa e di fuggire a piedi, inseguito da alcuni passanti.
E non è finita qui. Il 25 novembre scorso avrebbe danneggiato, «colpendole con un martelletto frangivetro, due vetrate di contenimento delle scale di accesso» al sottopasso della stazione ferroviaria di Molfetta, riferendo ai militari della locale Compagnia, in zona nell'ambito delle rafforzate attività di controllo sul territorio cittadino, che «gli andava di fare così». Le indagini, avviate nell'immediatezza, hanno consentito di arrestare in flagranza di reato il 51enne dopo il secondo fatto.
La visione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza di via Bari ha permesso agli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Roberta Moramarco, di raccogliere «gravi indizi di colpevolezza» per il colpo a Matis: «Io ho fatto solo una rapina alla signora e mi dispiace che l'ho ferita - avrebbe detto ai militari quando è stato placcato poco dopo la rapina -, ma purtroppo voi mi conoscete come sono fatto, non per niente mi chiamano Mattone».
Il 51enne è così tornato in cella considerato «il pericolo che l'indagato commetta delitti della stessa specie, per come si evince dalle modalità della condotta che - scrive il gip - lascia inferire l'utilizzo dell'arrestato di un habitus delinquendi nelle azioni predatorie, nonché dalla personalità dello stesso, indice della vicinanza ad ambienti criminali di un certo spessore». Per il giudice «la custodia inframuraria risulta essere l'unica in grado di scongiurare la reiterazione» di episodi simili.
Fornari, infine, da poco tornato libero (era a Lecce) e sottoposto, fra gli altri, all'obbligo di dimora a Molfetta avrebbe «violato le prescrizioni, venendo addirittura fermato il 23 novembre (proprio il giorno della rapina al negozio Matis) - si legge agli atti - nel comune di Torre Santa Susanna», a ben 138 chilometri di distanza.