
Cronaca
"Appaltopoli", il Comune estromesso dal processo: «Pronti a chiedere i danni»
Respinta la costituzione di parte civile di Palazzo di Città. Sono imputate 22 persone tra cui l'ex assessore Caputo e l'ex consigliera Castriotta
Molfetta - giovedì 10 aprile 2025
9.41
Il Comune di Molfetta è stato estromesso da "Appaltopoli", il maxi processo nei confronti di politici - tra cui l'ex assessore Mariano Caputo -, tecnici e imprenditori accusati di corruzione e di turbativa d'asta negli appalti che - in base alle indagini - sarebbero stati truccati per favorire un gruppo di imprese e progettisti amici.
Lo ha deciso, lo scorso martedì, il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Lucia Anna Altamura, che ha respinto la richiesta di costituzione di parte civile presentata dall'ente cittadino a causa della mancata esplicitazione dei motivi per i quali Palazzo di Città ha inviato la domanda di costituzione di parte civile nei confronti di tutti gli imputati indiscriminatamente. La richiesta, da un lato ritenuta troppo generica, dall'altro non era ammissibile verso le persone giuridiche.
Gli imputati sono 22 tra cui, oltre a Caputo, l'ex consigliera comunale Anna Sara Castriotta, il dirigente Alessandro Binetti, gli ex funzionari Vincenzo Balducci e Orazio Lisena, oltre che dei numerosi soggetti accusati di essere stati beneficiari di appalti su misura tra luglio 2018 e agosto 2020. Intanto il Comune «è pronto ad attivare le richieste di risarcimento danni presso il giudice civile, salvo la ripresentazione nel processo penale qualora ci dovessero essere i rinvii a giudizio».
Secondo il sindaco Tommaso Minervini, infatti, «coloro che ricoprono, a qualsiasi titolo, cariche e o incarichi per conto di una pubblica amministrazione, quando procurano danni e ledono l'immagine della pubblica amministrazione, è giusto che rispondano non solo sul piano penale ma pure in sede civile del loro operato».
Lo ha deciso, lo scorso martedì, il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Lucia Anna Altamura, che ha respinto la richiesta di costituzione di parte civile presentata dall'ente cittadino a causa della mancata esplicitazione dei motivi per i quali Palazzo di Città ha inviato la domanda di costituzione di parte civile nei confronti di tutti gli imputati indiscriminatamente. La richiesta, da un lato ritenuta troppo generica, dall'altro non era ammissibile verso le persone giuridiche.
Gli imputati sono 22 tra cui, oltre a Caputo, l'ex consigliera comunale Anna Sara Castriotta, il dirigente Alessandro Binetti, gli ex funzionari Vincenzo Balducci e Orazio Lisena, oltre che dei numerosi soggetti accusati di essere stati beneficiari di appalti su misura tra luglio 2018 e agosto 2020. Intanto il Comune «è pronto ad attivare le richieste di risarcimento danni presso il giudice civile, salvo la ripresentazione nel processo penale qualora ci dovessero essere i rinvii a giudizio».
Secondo il sindaco Tommaso Minervini, infatti, «coloro che ricoprono, a qualsiasi titolo, cariche e o incarichi per conto di una pubblica amministrazione, quando procurano danni e ledono l'immagine della pubblica amministrazione, è giusto che rispondano non solo sul piano penale ma pure in sede civile del loro operato».