Cronaca
"Appaltopoli" a Molfetta, chiesto il processo per 22: tra gli imputati Caputo
Fissata per il prossimo 10 dicembre l'udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Trani
Molfetta - martedì 12 novembre 2024
Appalti comunali truccati, secondo l'accusa, per favorire un gruppo di imprese e progettisti amici in cambio di denaro e di favori: su questo verte l'inchiesta che a giugno di tre anni fa fece tremare la città di Molfetta. In 16 finirono agli arresti (10 in carcere e 6 ai domiciliari), 41 gli indagati (34 persone fisiche e 7 società).
Chiusa l'inchiesta a giugno 2023, adesso i due pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello, titolari col procuratore capo Renato Nitti del fascicolo in cui sono contestati, a vario titolo, i reati di turbativa d'asta, corruzione, falso, depistaggio e peculato per 22 capi di imputazione, hanno chiesto il processo per 22 persone e 6 società. Gli indagati erano 41: per alcune delle posizioni stralciate ci sono approfondimenti in corso.
Questi, stavolta nelle vesti di imputati, dovranno presentarsi il 10 dicembre dinanzi al giudice per le indagini preliminari Lucia Anna Altamura che deciderà le loro sorti. L'udienza preliminare riguarderà l'ex assessore comunale ai Lavori Pubblici Mariano Caputo, suo fratello Giacomo, il dirigente comunale Alessandro Binetti, gli ex funzionari Vincenzo Balducci e Orazio Lisena, quest'ultimo insieme alla moglie, Ottavia Paola Antonucci e l'ex consigliera comunale Anna Sara Castriotta.
Con loro sette tra imprenditori e progettisti: Riccardo Di Santo, Andrea Ladogana, Valerio Di Gregorio, Domenico Tancredi, Paolo Conforti, Francesco Giovanni e Pasquale Ieva. Tra gli indagati figurano anche il presidente della commissione di gara di uno dei vari appalti pilotati, Vincenzo Manzi, oltre a Maurizio Bonafede, Francesco Sancilio e altri. In aula ci saranno anche 5 società: Areva Ingegneria s.r.l., Dauniasfalti s.r.l., Di Gregorio s.n.c., Imcore s.r.l. e Tancredi Restauri s.r.l..
Gli episodi contestati agli indagati fanno riferimento al periodo tra luglio 2018 e agosto 2020, quando - per l'accusa - Caputo e Lisena sarebbero stati molto attivi nell'accontentare gli imprenditori, mentre gli arresti risalgono all'8 giugno 2021. Stando all'accusa, i funzionari si sarebbero fatti pagare tangenti, denaro e regali per favorire gli imprenditori «amici» nell'ottenimento degli appalti, dimostrando «una capacità di piegare ogni evenienza mutandola in occasione di guadagno».
Tra gli appalti finiti nell'indagine ci sono i lavori di riqualificazione di piazza Moro, quelli dell'ex cementificio e l'incarico per il monitoraggio del porto. In molti casi i lavori sarebbero stati affidati senza gara, fissandone l'importo al di sotto della soglia o truccando le varie procedure per favorire le imprese segnalate dai politici.
Chiusa l'inchiesta a giugno 2023, adesso i due pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello, titolari col procuratore capo Renato Nitti del fascicolo in cui sono contestati, a vario titolo, i reati di turbativa d'asta, corruzione, falso, depistaggio e peculato per 22 capi di imputazione, hanno chiesto il processo per 22 persone e 6 società. Gli indagati erano 41: per alcune delle posizioni stralciate ci sono approfondimenti in corso.
Questi, stavolta nelle vesti di imputati, dovranno presentarsi il 10 dicembre dinanzi al giudice per le indagini preliminari Lucia Anna Altamura che deciderà le loro sorti. L'udienza preliminare riguarderà l'ex assessore comunale ai Lavori Pubblici Mariano Caputo, suo fratello Giacomo, il dirigente comunale Alessandro Binetti, gli ex funzionari Vincenzo Balducci e Orazio Lisena, quest'ultimo insieme alla moglie, Ottavia Paola Antonucci e l'ex consigliera comunale Anna Sara Castriotta.
Con loro sette tra imprenditori e progettisti: Riccardo Di Santo, Andrea Ladogana, Valerio Di Gregorio, Domenico Tancredi, Paolo Conforti, Francesco Giovanni e Pasquale Ieva. Tra gli indagati figurano anche il presidente della commissione di gara di uno dei vari appalti pilotati, Vincenzo Manzi, oltre a Maurizio Bonafede, Francesco Sancilio e altri. In aula ci saranno anche 5 società: Areva Ingegneria s.r.l., Dauniasfalti s.r.l., Di Gregorio s.n.c., Imcore s.r.l. e Tancredi Restauri s.r.l..
Gli episodi contestati agli indagati fanno riferimento al periodo tra luglio 2018 e agosto 2020, quando - per l'accusa - Caputo e Lisena sarebbero stati molto attivi nell'accontentare gli imprenditori, mentre gli arresti risalgono all'8 giugno 2021. Stando all'accusa, i funzionari si sarebbero fatti pagare tangenti, denaro e regali per favorire gli imprenditori «amici» nell'ottenimento degli appalti, dimostrando «una capacità di piegare ogni evenienza mutandola in occasione di guadagno».
Tra gli appalti finiti nell'indagine ci sono i lavori di riqualificazione di piazza Moro, quelli dell'ex cementificio e l'incarico per il monitoraggio del porto. In molti casi i lavori sarebbero stati affidati senza gara, fissandone l'importo al di sotto della soglia o truccando le varie procedure per favorire le imprese segnalate dai politici.