Cronaca
Appalti e tangenti: l'ex consigliere Castriotta nega le accuse
I suoi legali, Laforgia e Petruzzella, hanno chiesto l'attenuazione della misura. Scena muta di Lisena davanti al Gip
Molfetta - venerdì 11 giugno 2021
18.21
Ha risposto alle domande, ha cercato di chiarire la sua posizione, dichiarando di non aver mai interferito nei bandi di gara del Comune di Molfetta l'ex consigliera comunale Anna Sara Castriotta, in carcere nell'ambito dell'inchiesta su tangenti in cambio di appalti, che il 7 giugno scorso ha portato all'arresto di 16 persone.
La Castriotta, assistita dagli avvocati Michele Laforgia e Felice Petruzzella, ha negato un coinvolgimento nei vari episodi corruttivi contestati in concorso con l'ex assessore Mariano Caputo. A casa sua, durante una perquisizione, i finanzieri avevano trovato copia dei bandi che dimostrerebbero un suo ruolo nelle presunte dazioni di tangenti. L'indagata ha detto che in qualità di componente della commissione Lavori Pubblici aveva la disponibilità degli atti relativi ai bandi di gara.
La difesa ha comunque eccepito la inutilizzabilità di quei documenti perché già il Riesame e poi la Cassazione avevano annullato i decreti di sequestro e, all'esito dell'interrogatorio, ha presentato al gip Rossella Volpe un'istanza per chiedere l'attenuazione della misura. Oggi sono stati interrogati anche il funzionario Orazio Lisena, difeso dall'avvocato Leonardo Ciocia, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, e gli imprenditori Paolo Conforti, Francesco Ieva e Pasquale Ieva.
Domani toccherà ai sei indagati finiti agli arresti domiciliari: Vincenzo Manzi e altri cinque tra imprenditori e dipendenti delle aziende coinvolte nell'inchiesta della Procura di Trani su tangenti in cambio di appalti. Si tratta di Francesco Sancilio, Mauro Giancaspro, Michele Palmiotti, Maurizio Bonafede e Vito De Robertis.
La Castriotta, assistita dagli avvocati Michele Laforgia e Felice Petruzzella, ha negato un coinvolgimento nei vari episodi corruttivi contestati in concorso con l'ex assessore Mariano Caputo. A casa sua, durante una perquisizione, i finanzieri avevano trovato copia dei bandi che dimostrerebbero un suo ruolo nelle presunte dazioni di tangenti. L'indagata ha detto che in qualità di componente della commissione Lavori Pubblici aveva la disponibilità degli atti relativi ai bandi di gara.
La difesa ha comunque eccepito la inutilizzabilità di quei documenti perché già il Riesame e poi la Cassazione avevano annullato i decreti di sequestro e, all'esito dell'interrogatorio, ha presentato al gip Rossella Volpe un'istanza per chiedere l'attenuazione della misura. Oggi sono stati interrogati anche il funzionario Orazio Lisena, difeso dall'avvocato Leonardo Ciocia, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, e gli imprenditori Paolo Conforti, Francesco Ieva e Pasquale Ieva.
Domani toccherà ai sei indagati finiti agli arresti domiciliari: Vincenzo Manzi e altri cinque tra imprenditori e dipendenti delle aziende coinvolte nell'inchiesta della Procura di Trani su tangenti in cambio di appalti. Si tratta di Francesco Sancilio, Mauro Giancaspro, Michele Palmiotti, Maurizio Bonafede e Vito De Robertis.