Nasce "@gro", l'app per android che racconta la storia delle torri molfettesi - LE FOTO
Iniziativa lanciata dai clan dei gruppi scout Molfetta 1 e 4
Molfetta - giovedì 29 giugno 2017
E' stata presentata lunedì "@gro", l'applicazione per dispositivi android, già disponibile e scaricabile su Google play store.
L'applicazione racconta e spiega la storia delle torri dislocate sul territorio di Molfetta, patrimonio inestimabile sempre più abbandonato e propone anche dei percorsi per raggiungerle.
L'evento è stato organizzato dal clan dei gruppi scout Molfetta 1 e 4, "Cime bianche" e "Antonio Patruno".
Alla realizzazione di "@gro" si è giunti dopo un periodo di lavoro incentrato sulla rivalutazione del territorio molfettese e, in particolare, delle "sette torri". Infatti, è stato proposto un quiz ai cittadini, messi alla prova su quanto conoscessero della storia della loro città.
Il risultato è stato che in tanti ne sono completamente ignari e che, purtroppo, la ragione è da riscontrare nel fatto che si sta perdendo la memoria storica e che aneddoti e storie non vengono più tramandati di generazione in generazione.
«Abbiamo pensato che l'app sia il modo più efficace per far conoscere la nostra storia, magari al contrario di una semplice mostra o di una conferenza», hanno spiegato gli organizzatori.
L'applicazione racconta e spiega la storia delle torri dislocate sul territorio di Molfetta, patrimonio inestimabile sempre più abbandonato e propone anche dei percorsi per raggiungerle.
L'evento è stato organizzato dal clan dei gruppi scout Molfetta 1 e 4, "Cime bianche" e "Antonio Patruno".
Alla realizzazione di "@gro" si è giunti dopo un periodo di lavoro incentrato sulla rivalutazione del territorio molfettese e, in particolare, delle "sette torri". Infatti, è stato proposto un quiz ai cittadini, messi alla prova su quanto conoscessero della storia della loro città.
Il risultato è stato che in tanti ne sono completamente ignari e che, purtroppo, la ragione è da riscontrare nel fatto che si sta perdendo la memoria storica e che aneddoti e storie non vengono più tramandati di generazione in generazione.
«Abbiamo pensato che l'app sia il modo più efficace per far conoscere la nostra storia, magari al contrario di una semplice mostra o di una conferenza», hanno spiegato gli organizzatori.